Davide Colombo, Il Sole-24 Ore 7/11/2009;, 7 novembre 2009
A PARMA PROVE DI QUOZIENTE FAMILIARE
Chiamarlo quoziente familiare è magari un po’ improprio perché non si interviene, né lo si potrebbe fare con una semplice delibera comunale, sulla definizione degli imponibili validi ai fini del calcolo delle imposte. Ma nei fatti ci si avvicina moltissimo. il "quoziente Parma", il primo esperimento messo a punto in Italia di correzione del sistema di tariffazione e accesso ai servizi comunali generato dall’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente utilizzato a livello nazionale per fotografare la situazione reddituale di chi chiede un servizio alle Pa.
Il meccanismo realizzato dall’Agenzia per la famiglia del Comune in collaborazione con l’Università degli Studi tenta di calibrare meglio la scala di equivalenza dell’Isee (già al centro del dibattito tra statistici ed economisti dopo il lancio della social card) e rende più generose le tariffe per i nuclei numerosi o con eventuali affidamenti o, ancora, con disabili a carico. «Naturalmente non abbiamo modificato la struttura dell’Isee - spiega il sindaco Pietro Vignali- ne abbiamo invece migliorato gli effetti con un modello matematico innovativo supera la parametrazione a scaglioni di reddito e garantisce tariffe su misura per le singole famiglie». Un esempio pratico? Una famiglia con due genitori lavoratori dipendenti con figli minori a carico e un reddito Isee di 29.254 euro: la vecchia tariffa per l’accesso a un nido d’infanzia era di 434,16 euro, con il "quoziente Parma" scende a 368,44 euro (con un risparmio del 15%).
«Il sistema è pronto per essere applicato e lo faremo dal prossimo mese di gennaio quando saranno messe a punto le necessarie convenzioni» dice Vignali, 41 anni, commercialista e alla guida di una giunta che è espressione di una lista civica trasversale. Appena s’insediò, nel 2007, Vignali dimezzò le addizionali Irpef per le famiglie con due figli e ridusse del 25% la tassa rifiuti per le famiglie con tre figli, con un costo annuo di 1 milione di euro per le casse comunali. «Sostenere le famiglie non rientra in una semplice visione di welfare municipale assicura il sindaco - per noi questepolitiche rappresentano un investimento nella sussidiarietà ».
All’ombra della Certosa le politiche attivate per le famiglie, in realtà, vanno molto oltre il fisco e le tariffe. L’ultimo esempio è quello delle tagesmutter: dopo aver costituito un albo comunale delle "mamme di giorno", donne che offrono l’accoglienza in casa propria di bambini da zero a 14 anni, in questi giorni stanno partendo i corsi di formazione. E a fine mese (27 novembre)nell’aula del Consiglio comunale si riuniranno i sindaci di quattro città europee che con Parma firmeranno il primo "Manifesto del network europeo delle città per la famiglia". Modelli di welfare locale subito replicabili, insomma, per una politica della famiglia che parte dal territorio per mandare qualche segnale strategico al governo nazionale.