lettera a Salvatore Carrubba, Il Sole 24 Ore 04/11/2009, 4 novembre 2009
LETTERE
«Fare sesso a pagamento con una donna è moralmente più grave che fare sesso a pagamento con una trans?». Credo che se si facesse questa domanda alla gente, soprattuto dopo l’ultima incresciosa nota vicenda, non pochi risponderebbero che pagare una trans in cambio di sesso è cosa più grave. E credo anche che se la domanda fosse posta a vescovi e cardinali (i semplici sacerdoti di norma si affidano un poco più al vangelo e alla ragione), non pochi risponderebbero che sì, è cosa più grave, e sicuramente ne spiegherebbero il motivo: frequentare una trans è contro natura.
Renato Pierri
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Eviterei di addentrarmi nel dibattito sulla gerarchia delle debolezze sessuali. Nell’«ultima incresciosa nota vicenda» in discussione non sono, a parte gli sviluppi emersi più di recente, le preferenze sessuali dell’interessato, che riguardano solo lui, ma tanti altri aspetti: a partire, a mio parere, dalla frequentazione di partner mercenari. Il che, indipendentemente dal genere prediletto, non è compatibile con lo status di chi esercita una funzione pubblica e dunque dovrebbe badare a non essere coinvolto in attività che possano essere lontanamente ricondotte a giri malavitosi quali quelli che, molto spesso, controllano questo genere di commerci (e dei traffici connessi). Per la stessa ragione, mi meraviglia che resti al suo posto il ministro della Cultura francese, reo confesso di commerci sessuali nel Sud Est asiatico e dunque complice consapevole delle speculazioni che su di essi prosperano: indipendentemente, di nuovo, dal genere frequentato.
Salvatore Carrubba