Danilo Taino, Corriere della Sera 06/11/09; Alessandro Alviani, La Stampa 06/11/09; Andrea Tarquini, la Repubblica 06/11/09, 6 novembre 2009
ANGELA MERKEL E IL MURO DI BERLINO
(riassunto di 3 articoli) -
Durante il regime comunista, Angela Merkel viveva una vita normale, non essendo né comunista né oppositrice diretta, ma mantenendo sempre una propria visione critica. All’epoca, malgrado la dittatura, aveva a disposizione molti libri: «Böll, Grass, Arthur Miller, Salinger».
Giovedì 9 novembre 1989, momento della caduta del Muro, ricorda di essere tornata a casa alle 17 dall’Accademia delle Scienze dove lavorava come ricercatrice di fisica, di aver acceso la tv e di aver ascoltato la conferenza stampa di Günter Schabowski, primo segretario della direzione di distretto (Bezirksleitung) del SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands, Partito socialista unificato di Germania) di Berlino Est.
Racconta di aver chiamato al telefono sua madre, con la quale era d’accordo che sarebbero andate a mangiare ostriche all’hotel Kempinski una volta caduto il muro (alla fine, non l’hanno mai fatto): le disse di raccogliere tutti i soldi dell’Ovest perché sarebbero stati utili a breve. Poi, come ogni giovedì, andò a farsi una sauna con un’amica e, tornando a casa, si accorse di cosa era successo: da Bornholmen Strae passarono la frontiera andando a Ovest. «C’era molta gente, ricordo una signora col cappotto sopra il pigiama e il figlio le chiedeva di andare a dormire. Tutti festeggiammo».
Come ogni tedesco dell’Est che andava all’Ovest, anche lei ricevette una piccola somma di denaro come benvenuto (Begrüungsgeld), ma non ricorda come la spese.
Merkel ha vissuto 35 anni nella Germania dell’Est (Ddr), che ricorda come «lo Stato dell’ingiustizia, non fondato sul diritto», dove «non c’erano libere elezioni, libera democrazia, libertà di scelta», ma non lo rinnega: «I 35 anni passati nella Ddr sono stati importanti nella mia vita, ho fatto esperienze preziose. E ho dei meravigliosi ricordi d’infanzia». Ritiene che vivere nell’Est abbia influenzato parzialmente il suo stile politico. Due le regole di comportamento: non apparire mai troppo e saper leggere fra le righe. Dall’Ovest ha imparato che si deve essere più espliciti.
Conosceva l’Ovest attraverso i gialli televisivi, e ricorda di esserci andata nell’86 per fare visita ad alcuni parenti: «Dormii in albergo. E pensai che fosse pericoloso, mi sarei sentita meglio a Budapest o a Mosca».
Descrive così le due Berlino: «Berlino Ovest era una ”isola in un mare rosso”, visto che era circondata dalla Ddr, Berlino Est era considerata un vanto del regime comunista tedesco-orientale: era meglio rifornita, le possibilità di acquisto erano migliori».
Giudica criticamente la riunificazione delle due Germanie: «Tra il 1983 e il 1990 in quella terra ci fu sempre la dittatura. Anni non facili da cancellare. Chi nella Ddr nell’89 aveva 45 anni e oggi ne ha 65 spesso ha perso il lavoro, vissuto solo di impieghi pubblici sovvenzionati e ha una pensione molto bassa. Hanno motivo di non essere contenti».
Dell’assenza di Obama alla commemorazione si dispiace ma ne comprende il motivo: «La sua presenza ci avrebbe fatto piacere e mi ha anche detto che sarebbe venuto volentieri, ma martedì dovrà essere in Asia».
Per lei, l’anniversario della caduta del Muro è un evento che riguarda tutta l’Europa: «La Porta di Brandeburgo è un simbolo europeo, il segno di quella che era una divisione europea».