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 2009  novembre 06 Venerdì calendario

CANTAUTORI

& CONVERTITI - Flussi e riflussi del tempo. Come spiegare altrimenti il repentino mutamento ”di pelle” dei grandi cantautori italiani verso il sole dell’avvenire? Non solo la caduta delle ideologie: con l’età ci si aggrappa alla spiritualità, specialmente nel nostro cattolicissimo paese, eppure ci sono dei distinguo da fare. Franco Battiato, da sempre schierato per il Partito democratico ha avuto un incidente di percorso: il 29 giugno 2003 fu invitato alla festa di Alleanza nazionale e qualcuno, per questa scelta, lo additò come un traditore. Il suo sito web si riempì di insulti e minacce di boicottare i suoi dischi; sarcastica la sua risposta dell’epoca: ”La prima regola che mi hanno insegnato i mistici Sufi è quella di non temere gli insulti. Il Secolo d’Italia ha scritto che a sinistra sono stato scomunicato perché vado a cantare dai nemici, vi pare possibile? Sul palco mi sento addosso una specie di abito talare; e il sacerdote quando officia non si chiede chi assiste al rito”. Lorenzo Jovanotti non ha mai nascosto le sue simpatie politiche. Il 6 settembre 2008, giorno del suo matrimonio, Walter Veltroni si ”sgancia” dalla Festa nazionale del Pd e corre trafelato al banchetto di nozze: ”E come potevo non sedermi a tavola con un amico che mi ha aiutato nella campagna elettorale?” Jovanotti ha condiviso con Ivano Fossati la ”canzone ufficiale” dei congressi Pd: ”Penso positivo” e ”La canzone popolare” sono state utilizzate negli anni passati. Fossati ha le idee chiare: ”Le torri d’avorio sono un’illusione, una chimera. La realtà ci bracca e non possiamo, non vogliamo togliercela di dosso. Il mestiere della musica si fa tra gli altri”. Eppure per la prima Festa democratica sono stati prefer iti Max Pezzali e i Pooh , sintomo di un pensiero debole o della volontà di avvicinarsi al ”popolo” catodico della gente comune contrapposto a quello delle élite. Ma, in ogni caso, la giravolta è durata un attimo: il 27 ottobre il nuovo segretario del Pd Bersani ha dichiarato a Repubblica che riprenderà ”La canzone p o p o l a re ” come colonna sonora, la stessa dell’Ulivo: ”Pe r - ché allora c’era un movimento di riscossa civica che va rec u p e ra t o ”. Forse, semplicemente, qualcuno ha confidato al neosegretario che la sua scelta musicale durante le primarie, ”Un senso” di Vasco Rossi, non era appropriata: l’impegno politico del cantautore di ”A l b a ch i a ra ” è sempre stato coerentemente a favore dei Radicali. E se Vasco, come recentemente ha dichiarato a Vanity Fair, non è un artista che contempla Dio (’Ho smesso di credere in collegio dai salesiani, avevo 15 anni”), assistiamo a una conversione diffusa tra le file dei cantautori: Jannacci, Vecchioni , Dalla solo per citarne alcuni. Nel gennaio 2008, Lucio Dalla ha rilasciato un’intervista al quotidiano cattolico (online) Pe - trus dove con assoluto candore afferma ”di non essere mai stato né marxista né comunista”, ma di ispirarsi a san Josemarìa Escrivà de Beleguer, fondatore dell’Opus Dei. Rincara la dose al Giornale del 4 novembre per lanciare il suo nuovo disco Angoli nel cielo: ”La fede è fondamentale. La fede mi diverte mentre mi annoia andare in chiesa. Io non vivrei senza fede: in Dio, nell’ar te, nella gente”. E parlando del brano ”B ro a dway ” spiega bene il suo nuovo percorso: ”Una volta sarebbe stata una canzone di protesta, Angoli nel cielo vuol dare speranza a chi l’ha smarrita”. Sembra citare il caustico Bob Dylan per cui ”in ogni canzone c’è la luce in fondo al tunnel”. Proprio la luce invocata da Enzo Jannacci in un’intervista al Corr iere della Sera rilasciata il 6 febbraio 2009, prendendo posizione sul ”caso” Eluana Englaro. Si definisce ”ateo laico molto imprudente” ma chiosa: ”In questi ultimi anni la figura del Cristo è diventata per me fondamentale: è il pensiero della sua fine in croce a rendermi impossibile anche solo l’idea di aiutare qualcuno a morire. Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza”. Forse è Roberto Vecchioni il più convincente: il suo nuovo album si intitola In Cactus, intriso di spiritualità e arie classiche, è nato a seguito di un tour nei luoghi sacri ed è ispirato dalla poesia ”A Dio” di Vittorio Gassman. La sua ricerca della fede era già emersa con la pubblicazione del libro Scacco a Dio per Einaudi, specialmente in un passaggio cruciale dove ricorda la malattia del figlio sin dall’età di 13 anni: ”Tra i personaggi che nel libro incontrano Dio, da Oscar Wilde a Kennedy, c’è il grande attore ateo Alec Guinness che diventa cristiano quando in una chiesa gli rivelano che il figlio morente è guarito. Così lui non offre in cambio a Dio la sua anima, che non vale una goccia del nostro sudore e lacrime, ma la sua vita. Lo farei anch’io se mio figlio guarisse”. Oltre la fede, tornando a volare basso, Vecchioni a differenza di Guccini non loda il programma tv ”X Factor”, nuova vetrina degli ex cantautori impegnati di sinistra: ”Chi ci si vuole impegnare meglio lo faccia dignitosamente come secondo lavoro piuttosto che rischiare di finire a ”X Factor”, con canzoni costruite da altri per un breve successo di massa”. Anch e Francesco De Gregori ha ceduto alle lusinghe del programma di Rai2, e si è spinto anche oltre. Insieme con Enrico Ruggeri, Tere sa De Sio, i Tazenda e altri protagonisti partecipa al Festival Identità e Musica il 7 e 8 novembre a Milano, organizzato dall’assessore leghista alla regione Lombardia Massimo Zanello. Scontata la direzione artistica di Davide Van De S f ro o s , icona delle camice verdi, un po’ meno la decisione di De Gregori.