Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  novembre 04 Mercoledì calendario

MURO DI BERLINO CRONOLOGIA


La cronologia degli eventi che portarono alla caduta del Muro di Berlino può essere fatta partire dal 10 settembre del 1989, quando il governo ungherese apri’ i confini dell’Austria per i cittadini della Germania Est che si precipitarono in migliaia alle frontiere.

Era dalla fine del mese di agosto che nella Repubblica Democratica tedesca si susseguivano manifestazioni imponenti contro il regime, soprattutto nella citta’ di Lipsia, ma il segretario della Sed (il partito socialista unificato della Germania Est), Erich Honecker, era ancora convinto, come testimonia un suo messaggio ai segretari regionali del partito, di poter ”’sradicare il germe di queste azioni ostili, e impedirne la diffusione tra le masse’’.

Il 3 ottobre la DDR decide di chiudere le frontiere e di impedire ai propri cittadini di recarsi in Cecoslovacchia senza visto. Lo stesso varra’ per Romania e Bulgaria, ma le proteste continuano a crescere.

Il 6 ottobre Mikhail Gorbaciov, l’uomo della perestrojka, arriva a Berlino in occasione del quarantesimo anniversario della DDR. Dopo un colloquio riservato con Erich Honecker, il leader sovietico dichiara in un’intervista che ”’solo chi non sa reagire alla vita va incontro al pericolò’. Il messaggio viene interpretato come un avvertimento alla Germania Est: l’Urss non concedera’ gli aiuti militari di cui il regime ha bisogno.

Fra il 9 e il 16 ottobre a Lipsia continuano a svolgersi manifestazioni di protesta organizzate dall’organizzazione Neues Forum, con cortei anche nelle citta’ di Berlino, Dresda, Halle e Magdeburgo. Il 18 ottobre Honecker si dimette dalla segreteria generale del partito, dove prevale la linea ”’riformista’’ di Egon Krenz, che per aprire il dialogo con la societa’ civile nella speranza di arginare la crisi del regime DDR, annuncia un progetto di legge per l’apertura delle frontiere e la liberta’ di viaggio all’estero.

Il 27 ottobre il consiglio di stato concede l’amnistia a tutti gli espatriati e a chi ha partecipato alle manifestazioni. Dal 1 novembre vengono aperti i confini con la Cecoslovacchia: i cittadini della DDR muniti di passaporto potranno varcarli.

Il 4 novembre esplode la contestazione a Berlino. Mezzo milione di persone manifestano ad Alexanderplatz per la liberta’ di opinione. Gunter Schabowski, portavoce della Sed e membro del Politburo piu’ aperto al dialogo, cerca di parlare alla folla ma viene fischiato sonoramente. Lo stesso giorno migliaia di persone varcano i confini verso la Cecoslovacchia.

Il 9 novembre, probabilmente senza immaginare le consguenze, Krenz convoca una conferenza stampa per illustrare i contenuti della nuova legge che consente la liberta’ di espatrio. Schabowski parla in diretta televisiva nazionale e al giornalista dell’Ansa Riccardo Ehrman, che gli chiede da quando entreranno in vigore le nuove norme, risponde: ”’Da subitò’. Alle 19.05 l’Associated Press batte la notizia: ”’La DDR apre le frontiere’’, seguita dopo pochi minuti dall’agenzia tedesca DPA. Poco dopo le 20 i primi berlinesi attraversano il varco di Bornholmer Strasse, subito imitati da migliaia di persone. Nel giro di poche ore, i cittadini dell’est e dell’ovest cominciano a scavalcare il Muro, passeggiando davanti alla Porta di Brandeburgo e iniziano a distruggerlo con martelli e scalpelli. E’ la fine del simbolo che ha diviso l’Europa per 28 lunghi anni.