Massimo Sideri, Corriere della sera 4/11/2009, 4 novembre 2009
La svolta della Gm: non vende più, Opel resta americana- No del board alla cessione a Magna MILANO - La Opel resta americana
La svolta della Gm: non vende più, Opel resta americana- No del board alla cessione a Magna MILANO - La Opel resta americana. Si è concluso ieri sera il lungo capitolo della cessione del marchio tedesco da parte di Gm, un dossier che aveva impegnato il governo di Angela Merkel e, in una prima fase, anche il gruppo Fiat che aveva tentato il bis dopo la conquista di Chrysler. Quando è suonata la campanella di chiusura delle contrattazioni a Wall Street General Motors, nella settimana dell’orgoglio di Detroit visto che solo poche ore prima la Ford aveva ufficializzato il ritorno all’utile, ha annunciato di non voler più rinunciare alla Opel. La decisione di mantenere Opel da parte del consiglio di amministrazione di General Motors è stata presa alla luce del miglioramento della situazione della stessa Gm ma anche a un contesto economico più favorevole, ha spiegato lo stesso gruppo automobilistico in una nota. Ringraziando per il duro lavoro la Germania e gli altri governi europei, l’amministratore delegato Fritz Henderson ha detto che Gm lavorerà con i sindacati del Vecchio continente nello sviluppo di un piano adeguato per Opel, la cui liquidità disponibile è stabile. Nella vicenda Opel era successo di tutto: la vendita aveva smosso nazionalismi, politica locale ed europea e sindacati. Dopo la lunga notte delle trattative con il governo tedesco che si era conclusa con la chiusura del dossier da parte di Sergio Marchionne, i colpi di scena non erano finiti. Gli austro-canadesi della Magna, uno dei primi fornitori di Detroit basato dall’altra parte del lago Michigan, si erano presentati con i russi di Sberbank. Ma il mercato e anche la politica avevano sollevato molti dubbi: non solo sulle garanzie finanziarie date ma anche sul futuro dell’occupazione. Il timore era che parte della produzione potesse essere trasferita in Russia. Proprio ieri il consiglio di fabbrica della Opel aveva raggiunto un accordo con Magna che prevedeva riduzioni del costo di lavoro per 265 milioni l’anno. Un’intesa mirata a ridurre l’occupazione di circa 10 mila posti e che era stata interpretata come il passaggio finale prima della decisione del board di Detroit. A sorpresa, però, la società Usa ha ribaltato la decisione in chiusura di giornata. Il numero uno di Detroit ha anche annunciato il piano di ristrutturazione da 3 miliardi: «Presenteremo il nostro progetto alla Germania e agli altri governi e speriamo in un suo accoglimento favorevole». Non è escluso che sulla svolta abbia pesato anche l’avvio dell’istruttoria da parte della Ue sugli aiuti di Stato che la Germania avrebbe concesso nel passaggio. Grande fair play di Magna che in nottata ha fatto sapere di «comprendere la decisione» e di voler «continuare a sostenere Opel e Gm».