il Messaggero 31/10/2009, 31 ottobre 2009
«C’era una bici da donna», altra teste a favore di Alberto- VIGEVANO (Pavia) - I suoi ricordi non sono nitidi, però probabilmente la bici nera da donna, appoggiata al muro di cinta della villetta dei Poggi, l’ha notata la mattina in cui Chiara venne uccisa
«C’era una bici da donna», altra teste a favore di Alberto- VIGEVANO (Pavia) - I suoi ricordi non sono nitidi, però probabilmente la bici nera da donna, appoggiata al muro di cinta della villetta dei Poggi, l’ha notata la mattina in cui Chiara venne uccisa. quanto ha affermato ieri in aula Manuela Travain, chiamata a deporre dal gup di Vigevano, Stefano Vitelli, davanti al quale si sta celebrando il processo in cui Alberto Stasi è imputato dell’omicidio della sua fidanzata. Il mistero della bicicletta è stato al centro dell’udienza durante la quale la donna ha in sostanza ripetuto quanto aveva messo a verbale subito dopo il delitto: aveva affermato di aver visto la bici ma non di essere certa se la mattina del 10 o del 13 agosto, anche se ha lasciato intendere che la seconda data era più probabile. Poichè la signora Travain in un’intervista aveva collegato il momento in cui aveva notato il mezzo a due ruote ad una telefonata che stava facendo mentre usciva di casa, ieri è stata aiutata dai periti informatici che in base ai tabulati telefonici le hanno ricordato le chiamate fatte in quei giorni. Ma lei ha ribadito ancora una volta di non essere in grado di ricordare esattamente quando ha visto la bicicletta, anche se è più probabile che ciò sia avvenuto il 13 agosto tra le 9.23 e le 9.30 di mattina. Se così fosse, dopo quella di Franca Bermani, l’altra vicina di casa, anche questa testimonianza avvalorerebbe l’alibi di Alberto, già confortato dalla perizia informatica con cui si sostiene che, la mattina dell’omicidio, il giovane dalle 9.35 alle 12.20 rimase al computer. Non è cambiata nemmeno la testimonianza del maresciallo Francesco Marchetto, il comandante della stazione dei carabinieri di Garlasco: all’indomani del delitto non sequestrò la terza bicicletta degli Stasi, quella nera che, come avevano spiegato i genitori di Alberto, era nel magazzino dell’officina del padre, perchè non corrispondeva a quella descritta dalla signora Bermani. Ieri inoltre è emerso, in una delle chat scritte a Chiara, che Alberto quando era a Londra per studio aveva già intenzione di buttare le scarpe casual rosse e marroni che non sono più state trovate e che, per l’accusa, avrebbe potuto calzare il giorno del delitto. Il professor Angelo Giarda, alla guida del pool dei difensori di Alberto, ha invitato le parti a non diffondere ai giornalisti atti e filmati per evitare che si faccia un processo mediatico prima ancora del processo vero e proprio. Mentre si è in attesa degli esiti dei nuovi accertamenti sul cellulare di Chiara l’udienza è stata aggiornata al prossimo 4 novembre. Per il confronto tra le parti il giudice ha fissato altri due giorni, cioè il 9 e il 10 novembre, mentre l’11 si passerà alla perizia ”semivirtuale” sulla camminata di Alberto nella villetta quando ritrovò il cadavere di Chiara.