Roberto Levi, il Giornale 20/10/2009, 20 ottobre 2009
Con Marcorè i libri fanno cultura- Per un pugno di libri (domenica su Raitre, ore 18) compie tredici anni, giro di boa non privo di significati scaramantici ricordati da Neri Marcorè all’inizio della nuova stagione
Con Marcorè i libri fanno cultura- Per un pugno di libri (domenica su Raitre, ore 18) compie tredici anni, giro di boa non privo di significati scaramantici ricordati da Neri Marcorè all’inizio della nuova stagione. Lunga vita a questa trasmissione che ha sempre avuto il buon gusto di mantenere un passo sobrio e unanatura appartata, dando vita a una piccola ma onesta oasi di intrattenimento culturale che parla di libri ma non se la tira, che ci gioca attraverso alcuni quiz per rendere la materia «allamano»,accessibile a tutti, ma senza per questo lasciarsi andare a derive superficiali. Il principalemeritodiquestoappuntamento settimanale è di essersi costruito il proprio spazio attraverso un senso della misura artigianale, una confezione equilibrata in cui far convivere l’amore per la letteratura con la necessità di una divulgazione agile ma esente da banalità o sciatterie. Una scommessa difficile, perché nel nostro Paese le trasmissioni sui librihannoin generevita breve e tormentata, mentre nel frangente specifico l’aver indovinato il tono, lo stile e probabilmente il ritmo fa sì che si sia arrivati quasi per caso (o per sbaglio, senza voler dare troppo nell’occhio) a trascorrere così tanti anni in compagnia dei telespettatori. Un record ottenuto in silenzio, senza squilli di trombe o medagliette da appuntarsi al petto, che non trasforma automaticamente questa trasmissione nel miglior modo in cui si possa parlare di libri in televisione, ma fa capire come tentativi del genere vadano fatti senza troppi pregiudizi o arrovellamenti preventivi. Qui,oltretutto, il libro è il protagonista dichiaratoesincero del programma, quasi sempre un classico della letteratura che torna a far capolino nella memoria collettiva, nudo e solitario, affidato alle puntuali parole di commento e chi osa di Piero Dorfles. Ed è bello risentire parlare di classici (la nuova stagione è cominciata con Storia della Colonna infame di Alessandro Manzoni) senza doversi necessariamente consegnare allaccio dell’attualità come si fa in tante occasioni televisive in cui si parla di libri solo in presenza dei loro autori e delle abituali esigenze del marketing editoriale. Iltredicesimo anno presenta alcune novità, ad esempio qualche gioco diverso dai soliti inventato per creare altre occasioni di sfida adrenalinica tra le scolaresche che si affrontano ogni settimana per puro spirito competitivo, quasi decoubertiano. E questo è, nella sua semplicità, unaltro motivo di distinzione di un programma in cuil’espediente del quiz serve tutt’al più a regalare dei libri e non certo cifre in denaro esorbitanti e quasi sempre sproporzionate rispetto all’effettiva preparazione dei concorrenti. Alla fine del programma si scopre di aver passato un’oretta piacevole, istruttiva e giocosa quanto basta per non avere la sensazione di aver buttato via il proprio tempo. Il che, in televisione, non è certo un fattore da sottovalutare.