Edoardo Narduzzi, Milano Finanza 03/11/2009, 3 novembre 2009
Nella Googlenomics le V o le W hanno poco senso - Da quando è iniziata la peggiore recessione dal 1929 impazza il dibattito sullo sviluppo della crisi tra economisti e analisti
Nella Googlenomics le V o le W hanno poco senso - Da quando è iniziata la peggiore recessione dal 1929 impazza il dibattito sullo sviluppo della crisi tra economisti e analisti. Sarà una recessione a V, cioè con forte caduta del pil e altrettanto rapido rimbalzo; a W, cioè una crisi con ricaduta; oppure a U, con una più graduale e moderata espansione dell’economia dopo la contrazione della produzione. In realtà potrebbero anche essere ipotizzate altre modalità di uscita, ma poco conta. Quel che invece interessa è la logica economica sulla quale si basano le varie analisi del ciclo e del suo andamento. Perché, se una vera e profonda differenza tra oggi ed il 1929 esiste, questa è nei settori che contribuiscono al pil, ora per il 70% ed oltre i servizi allora la manifattura in quota maggioritaria, e nella struttura degli investimenti fissi produttivi, pluriannuali quelli di un tempo meno quelli di oggi. In pratica si tratta di capire quali effettive caratteristiche abbia il ciclo economico ai tempi della Googlenomics, cioè dell’economia dominata dai servizi avanzati e personalizzati. La capacità di riassorbire la crescente disoccupazione, ormai prossima o già superiore al 10% della forza lavoro nei Paesi avanzati, è strettamente connessa con la possibilità delle imprese di creare ed offrire nuovi servizi. Le grandi più delle altre. Dalla velocità con cui, ad esempio, Google riesce a lanciare il nuovo servizio di telefonia mobile possono derivare ricadute positive in termini di pil e occupazione a livello globale. Nasce una nuova domanda, solo in parte sostitutiva di quella presente, e si formano imprese che si specializzano in questa attività. La stessa considerazione può essere fatta per molte altre imprese o settori di attività. Quanto questo tipo di investimenti sia effettivamente legato all’andamento del ciclo economico e quanto, invece, solo all’evoluzione dell’innovazione è il dato discriminante che consente di capire quanto rapidamente o meno si uscirà dall’attuale crisi economica. Se le strategie della Googlenomics sono relativamente indipendenti dalla recessione, nel senso che il lancio dei nuovi servizi prescinde in buona parte dalla debolezza della domanda aggregata generale e anche dal costo del denaro, allora pensare di prevedere quale forma avrà il ciclo economico dopo la crisi è abbastanza difficile perché le imprese leader nei servizi innovativi rappresenterebbero un formidabile acceleratore di crescita. Se invece esiste tra la funzione degli investimenti di Google e lo stato dell’economia una relazione molto simile a quella del mercato dell’automobile o della chimica, allora l’andamento del ciclo dovrebbe seguire abbastanza fedelmente le traiettorie del passato. Quale chiave di lettura sembra più convincente? Sicuramente la Googlenomics è relativamente originale e lo sviluppo di questa originalità in piena recessione è una primizia. Un’impresa dalla formidabile capacità di produrre utili e cassa e di offrire servizi innovativi alla sua clientela mondiale con investimenti tutto sommato contenuti può guardare alla recessione come a un’occasione unica per uscire sul mercato con un’innovazione, sfruttando ancora di più il privilegio del monopolista. Ciò vuol dire che la recessione accelererebbe il lancio e la commercializzazione di servizi a valore aggiunto innovativi da parte delle multinazionali leader nei vari settori. Consolidare il brand del nuovo servizio e guadagnare quote di mercato sarebbe nei fatti più agevole. Ecco spiegato perché nel contesto della recessione attuale più che discettare sulle lettere dell’alfabeto sarebbe utile provare a capire come declineranno le proprie strategie i colossi dell’economia basata sulla conoscenza. Se riterranno utile accelerare il lancio di nuovi servizi vorrà dire che la ripresa sarà più rapida del previsto. Se, invece, seguiranno il gregge allora sarà bene fare analisi tradizionali. Ad oggi pare più credibile la prima ipotesi, ma i prossimi mesi chiariranno meglio il tutto.