Raffaele La Capria, Corriere della Sera 1/11/2009, 1 novembre 2009
VERO HANNO PAURA. CHE C’ DI STRANO
Come si fa a sentirsi liberi di comportarsi da eroi in una situazione come quella di Napoli?
vero hanno paura, che c’è di strano? Da molti chilometri di distanza i virtuosi vorrebbero che i cittadini della mia città, abitata da gente amabile, molto amabile, e non solo da camorristi - da gente cui darei il premio Nobel della sopravvivenza per quanto si danno da fare per campare - vorrebbero che i cittadini della mia città si trasformassero in eroi.
E va bene l’eroe si potrebbe anche fare, e sacrificarsi, perché no?, per il bene di tutti, anche sapendo che lo Stato non ce la fa a proteggerti. Si potrebbe. Ma come faresti se la faccenda non fosse più tra te e «loro», ma ci andassero di mezzo tua figlia, tua moglie, la famiglia?
Se tu sapessi che potrebbero stuprare, seviziare, uccidere in malo modo, i tuoi? Se tu sapessi, come sai da numerosi fatti, che quei mostri generati da una maledetta storia secolare e oggi in libera uscita, sono capaci di tutto? Come si fa a sentirsi liberi di comportarsi bene, virtuosamente, in una situazione del genere?
A Napoli - e in questo mondo di kamikaze dove pietà l’è morta- siamo andati «molto oltre tutto quello che si poteva immaginare». Se eliminassimo tutti gli assassini che vanno in giro nelle nostre città si dovrebbe aprire una succursale dell’Inferno. Apri la tv, vedi un film, e in qualsiasi momento che vedi? Vedi una pistola puntata, una testa spaccata, sangue. E mentre li vedi, stop, pubblicità, una cosa vale l’altra. E anche questa non è indifferenza?
Contro tutto ciò un piccolo abitante dei vicoli, senza arte né parte, un precario a vita, senza lavoro e senza sicurezza, dovrebbe reagire comportandosi da eroe? Per favore, non ditemi che lo sto scusando. E credetemi, anche a me quel video ha dato i brividi. Anche io avrei preferito che la città avesse detto: no, non posso sopportarlo.