Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 31 Sabato calendario

«Tutti sanno che le famiglie statunitensi sono zavorrate da un debito pari al 130% del loro stesso reddito, che dall’inizio della crisi 7,2 milioni di americani hanno perso il posto di lavoro e che tanti cittadini stanno aumentando i risparmi

«Tutti sanno che le famiglie statunitensi sono zavorrate da un debito pari al 130% del loro stesso reddito, che dall’inizio della crisi 7,2 milioni di americani hanno perso il posto di lavoro e che tanti cittadini stanno aumentando i risparmi. Tutti sanno che questo pesa e peserà sui consumi [...] Per mesi banche e fondi hanno approfittato dei tassi a zero per indebitarsi negli Stati Uniti e acquistare poi azioni, obbligazioni o materie prime. Questo, per mesi, ha depresso il dollaro e contemporaneamente ha pompato le quotazioni in Borsa, sui mercati azionari e sulle materie prime. Ma da lunedì scorso (26 ottobre 2009) il meccanismo si è invertito: tanti investitori hanno iniziato a vendere e a rimborsare i debiti in dollari. Per questo le Borse sono crollate, le materie prime hanno ritracciato e il dollaro è rimbalzato. Perché l’inversione della speculazione è iniziata proprio ora? Forse perché gli investitori si sono resi conto che le Borse erano salite troppo. O forse perché si avvicina la fine dell’anno e i grandi guadagni realizzati in Borsa vanno monetizzati per chiudere i bilanci in attivo. Guarda caso, proprio ieri si è chiuso l’anno fiscale per circa la metà dei fondi comuni americani (che da soli possiedono circa il 70% delle azioni): possibile che siano stati loro a vendere per chiudere i bilanci».