Vanna Vannuccini, la Repubblica, 1/11/2009, 1 novembre 2009
IL GENIO DELLA MATEMATICA SFIDA IL REGIME
Mahmud Vahidnia è il più famoso studente iraniano, vincitore di un´olimpiade della matematica, allievo della celebrata Università Sharif. Ora è in carcere. stato prelevato la sera del 29 ottobre da casa sua dai pasdaran, che avevano ammonito la famiglia a non divulgare la notizia pena gravi conseguenze. Da allora, nonostante la promessa delle Guardie rivoluzionarie di rimandarlo a casa dopo un´ora, la famiglia non ha più notizie, e i compagni di università hanno divulgato sul web la storia antecedente l´arresto.
Il 28 ottobre, durante il tradizionale incontro della Guida Suprema con le élites accademiche, Vahidnia era riuscito ad accedere al microfono per porre domande che nessuno mai aveva osato rivolgere a Khamenei. «Lei non sbaglia mai?», aveva chiesto. «Perché non permette a nessuno di criticarla? Le radio e le tv che sono sotto il suo controllo danno un quadro vero dell´Iran e del mondo o solo uno caricaturale?» Su You Tube si vede un Khamenei sempre più corrucciato mentre lo studente continua per quasi venti minuti le sue domande nell´imbarazzo totale della sala, proteste di una parte e applausi sempre meno timidi degli studenti. Secondo i siti che hanno diffuso la notizia, Khamenei poco dopo avrebbe lasciato l´aula rinunciando a pronunciare la preghiera.
Ma lo scontento per il clima di bugie che domina il paese deve essere molto forte anche nel campo conservatore se ieri dell´episodio ha dato notizia perfino il sito ufficiale della Guida Suprema, fornendo una versione più rassicurante. «Ogni critica è ben accetta, e io so che ve ne sono molte nel paese», avrebbe risposto Khamenei allo studente a quanto si legge sul suo sito.
Da quando è stato aperto l´anno accademico, alla fine di settembre, si sono avute proteste nelle università di tutte le principali città - Ahvaz, Gilan, Isfahan, Shiraz, e naturalmente Teheran - ogni volta che era stata annunciata la visita nell´ateneo di un membro del governo. Decine di studenti sono stati arrestati, anche se nessuno per ora direttamente nei campus universitari, evidentemente per non scatenare proteste ancora maggiori. Gli studenti restano per il regime la prova più evidente che, a più di quattro mesi dalle elezioni del 12 giugno, la protesta per la truffa elettorale non si è placata. E la ricerca di legittimazione internazionale messa in atto da Ahmadinejad accettando, o fingendo di accettare, il negoziato sul nucleare, non ha portato a una sua maggiore legittimazione interna.
Mentre Moussavi ha di nuovo invitato ieri il popolo iraniano a manifestare per il 4 novembre («un appuntamento che deve ricordare a tutti che il leader è il popolo», ha detto) i duri avvertimenti rivolti dalla Guida Suprema ai leader dell´opposizione, Moussavi e Karroubi, fanno temere che il regime abbia deciso di prendere quella data come un momento chiave per annientare l´opposizione. «Mettere in dubbio il grande risultato elettorale è il crimine peggiore» ha detto Khamenei, e queste parole potrebbero essere interpretate come un via libera all´arresto di Moussavi e Karroubi. «Dati i poteri legali e illegali di cui dispone il Leader, l´uso della parola crimine può essere considerato un invito», dice il giornalista riformatore Hossein Bastani dal suo esilio francese. Un deputato vicino a Ahmadinejad, che qualche settimana fa aveva chiesto in parlamento l´arresto dei due capi dell´opposizione, ha detto infatti di sentirsi «confermato» dalle parole di Khamenei.
Tre milioni di basiji scenderanno in piazza il 4 novembre per affrontare l´opposizione, ha annunciato il comandante degli studenti basiji Saleh Jokar: «Un gruppo manipolato dai nemici vuole usare questa celebrazione per sovvertire il movimento rivoluzionario, ma il popolo saprà sventare i loro complotti». Le famiglie dei prigionieri politici arrestati dopo il 12 giugno hanno annunciato ieri che cominceranno uno sciopero della fame per i loro congiunti in carcere. Uno di loro, Hossein Rassam, traduttore dell´ambasciata britannica, è stato condannato sabato a quattro anni di detenzione, mentre è stato liberato su cauzione di 100.000 dollari Koushani, l´ex direttore del giornale riformista Etemad e Melli.