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 2009  novembre 01 Domenica calendario

IL NORD INVASO DALLE COCCINELLE COLPA DELL’AMORE E DEL CLIMA PAZZO


La prima nube rossonera si è materializzata dal nulla qualche giorno fa a Mapello, in provincia di Bergamo. Poi è toccato a Crocetta del Montello (Treviso), Lodi, Pordenone, alla Valdossola in Piemonte e persino al Canton Ticino. Tutto il Nord Italia, nell´ultima settimana, ha assistito con il fiato sospeso a un fenomeno inspiegabile: l´invasione di coccinelle.Si sono radunate a milioni. Dalle Alpi Marittime alla Lombardia, dalle pendici dell´appennino emiliano fino ai vigneti del basso Garda. Per un po´ sono state padrone del cielo. Si sono posate a migliaia sui muri esposti a sud-ovest («preferiscono l´intonaco giallo», certifica su internet un blogger di Palazzolo sull´Oglio). Hanno ricoperto con un gigantesco lenzuolo rosso a pallini neri decine di piante, finestre e macchine parcheggiate. Mai vista una cosa del genere. Poi, discrete e silenziose come sono spuntate, sono sparite. Volatilizzate nel nulla, come un´aurora boreale. Uno spettacolo a metà tra il documentario di Nat Geo e la piaga biblica in stile Alfred Hitchcock. «Devo preoccuparmi?», si chiede sul sito www.gravidanzaonline.it la giovane mamma Silvia78 di Biella, impressionata dal tappeto di coloratissimi coleotteri. «No», assicurano gli esperti, che però - a oggi - non hanno ancora una spiegazione certa per questo giallo rosso-nero. L´unica certezza, puntini alla mano, è che la protagonista dello spettacolare blitz entomologico non è la nostra coccinella. Lei è agarofobica, odia gli assembramenti. E soprattutto ha un numero fisso di macchie sull´elitra: sette, per la precisione (da qui il nome Septempunctata). La star di questa oceanica adunata fuori stagione è stata la Harmonia Axyridis, la sua cugina asiatica. Segni particolari: un insaziabile appetito per le larve di afidi (motivo che ne ha consigliato l´introduzione in occidente per la lotta biologica) e un´idiosincrasia cronica per la routine. La chiamano, non a caso, coccinela arlecchino. Può essere gialla, rossa o arancione. E si gestisce le macchie sul dorso in modo anarchico. A volte sono sei, altre tre, altre ancora quindici. Tutto, comunque, tranne che sette.
La Harmonia axyridis - e qui si dividono i naturalisti - ha solo due piccole manie: la prima, comprensibile, è la passione per una vita di coppia molto intesa. Basta che il suo corpo senta la primavera - ad esempio con un piccolo rialzo della temperatura - per scatenare nella femmina la voglia di accoppiamento. La seconda è la sua storica apatia invernale. Quando la temperatura inizia a scendere sotto i dieci gradi, le coccinelle sparse per i prati, manco avessero un copione già scritto, si riuniscono tutte assieme. Obiettivo: trovare un luogo riparato (massi e interstizi delle finestre vanno bene) per ibernarsi collettivamente in attesa della bella stagione. I cieli del nord, in questi giorni, sono stati testimoni di un mix dei due fenomeni. L´adunata autunnale è coincisa, causa cambiamenti climatici, con un´impennata improvvisa delle temperature. E la tempesta ormonale delle coccinelle arlecchino ha causato una recrudescenza dei fenomeni d´aggregazione in tutta la Pianura Padana, prima che il termometro tornasse a suonare l´ora del letargo. A qualcuno è andata peggio. Le nubi rossonere hanno invaso anche le Orcadi e le altre isole inglesi. Dove sono arrivate per far fuori gli afidi e si sono moltiplicate (come a noi) a scapito della specie autoctona. A Londra la loro vendita è proibita. In Italia consorzi e negozi d´animali l´hanno sospesa volontariamente. Anche perché, a differenza della coccinella made in Italy, la Harmonia Axyridis ha un altro piccolo difetto. Se disturbata, si difende secernendo un pestilenziale liquido a base di Isoproprilmetozipirazina. In Gran Bretagna hanno fatto disastri. Meglio augurar loro un lunghissimo letargo. Come portafortuna possiamo accontentarci della cugina tricolore.