Michele Ainis, Il Sole 24 Ore 31/10/2009, 31 ottobre 2009
«Durante la legislatura in corso sono state approvate 118 leggi ordinarie, di cui però soltanto 15 concepite in Parlamento, meno di una su otto [
«Durante la legislatura in corso sono state approvate 118 leggi ordinarie, di cui però soltanto 15 concepite in Parlamento, meno di una su otto [...]». Dopo i decreti legge e i maxiemendamenti, «sui quali il governo pone la fiducia espropriando la sua maggioranza», è invalso anche il sistema dell’«ordinanza di protezione civile» «inventata dal una legge del 1992 allo scopo d’offrire uno strumento d’immediata applicazione dinanzi alle catastrofi, alle calamità naturali, a ogni evento che reclami mezzi e poteri straordinari. Da qui la titolarità in capo al presidente del Consiglio (o a un suo delegato), sia pure dopo la deliberazione dello stato d’emergenza da parte del Consiglio dei ministri, con facoltà di disporre in deroga alla legge, e perciò in sua vece. Da qui, più di recente, la sottrazione al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti. Qual è il problema? L’abuso, sia per la cifra complessiva di questo tipo d’ordinanze, sia per le occasioni cui vengono in concreto destinate. Come documenta una ricerca di Albanesi e Zaccaria, tra il 1994 e il 2001 ne vennero adottate sette. Quest’anno siamo a quota 79. Vanno in quota al governo Berlusconi, ma anche il governo Prodi se n’era servito a piene mani, con 71 ordinanze nel 2006, 79 nel 2007, 87 nel 2008. E i casi? Il terremoto a L’Aquila o i rifiuti a Napoli, certo; ma altresì gli zingari, l’immigrazione in generale, l’acqua potabile, i Giochi del Mediterraneo, i cani randagi, il viaggio a Cagliari di Benedetto XVI, il raduno di Loreto, la Domus Aurea, i campionati mondiali di ciclismo [...] Le ordinanze scavalcano le due Camere, non hanno bisogno del timbro parlamentare per stabilizzare i propri effetti».