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 2009  ottobre 31 Sabato calendario

«Nel 1970 basta un dollaro per iscriversi [alla maratona di New York] e nessuno di loro [i tre che parteciparono alla prima Maratona e che sono tornati a correre quella dei 40 anni nel 2009] lo deposita in anticipo, non hanno fretta di massacrarsi dietro a un’idea, all’ennesima invenzione newyorchese

«Nel 1970 basta un dollaro per iscriversi [alla maratona di New York] e nessuno di loro [i tre che parteciparono alla prima Maratona e che sono tornati a correre quella dei 40 anni nel 2009] lo deposita in anticipo, non hanno fretta di massacrarsi dietro a un’idea, all’ennesima invenzione newyorchese. Un club, il New York Road Runner decide che la città merita una corsa degna di questo nome e investe mille dollari per aggiungere una data nel calendario delle 42 km. In pochi catturano l’attenzione di tutti, non subito però. Quel 13 settembre, alle 11 del mattino, non ci sono neanche 100 persone a guardare i disperati che arrancano. Gary Muhrcke, destinato a diventare il vincitore numero 1, è un pompiere e la notte prima ha fatto gli straordinari. Torna all’alba, si butta nel letto e la moglie Jane lo trascina dalla casa di Long Island a Central Park: «Ricordo solo che avevo sonno». Ralph Garfield viene da Londra, vive al Village, è studente universitario, corre «per ossigenare la testa» e finisce al 43° posto sui 55 arrivati in fondo. Lo segue Bill Newkirk, appartamento nell’Upper East Side, giocatore di basket, già protagonista della maratona di Boston e convinto "che girare intorno a un parco fosse più facile, invece tutti quelli che avevo intorno crollavano" [...] per il 40º compleanno ha risposto ai ricordi anche il primo italiano capace di vincere a New York: Orlando Pizzolato. Venticinque anni dopo il trionfo del 1984 (capolavoro replicato l’anno dopo), Pizzolato ci riprova da amatore. «Pizzolato looks good» è quel che resta della telecronaca d’epoca. Lui stacca tutti al 15° km e se ne va drogato da New York: «L’euforia si prende tutto, ti sembra di non fare fatica, di stare sollevato da terra e già lo sai che stai per pagare». Si ferma 8 volte, scosse più che soste: inchioda, si gira, guarda il gruppo che avanza e riparte, quando il telecronista capisce che per quanto stravolto l’italiano non si farà superare parte la dedica: «Nessuno sa il suo nome. E’ uno straniero. Ma siamo tutti stranieri a New York». I 100 spettatori del 1970 sono diventati la città intera visto che oltre a chi riempie le strade ci sono 2 milioni di newyorchesi che si specchiano nella tv. Non è mai questione di guardare chi vince, si celebra New York. Lo fa anche chi corre e in cambio riceve una tale energia che è costretto a tornare. Persino oltre i settant’anni.».