Teodoro Chiarelli, La Stampa 31/10/2009, 31 ottobre 2009
LA RESISTIBILE ASCESA DEL SIGNOR SIMEON
Per uno come lui tutto riservatezza e low profile, abituato a fendere i corridoi dei sacri palazzi vaticani e a frequentare le felpate stanze di piazzetta Cuccia suona un po’ paradossale: una bufera politica e i riflettori puntati addosso per un incarico da dirigente. Lui che di poltrone ne occupa più d’una e tutte di notevole prestigio. Ma, si sa, quando si cede al fascino seducente di Mamma Rai è impossibile non richiamare l’attenzione. E così la nomina a direttore alle relazioni istituzionali e internazionali di viale Mazzini ha finito per attirare su Marco Simeon, 32 anni, da Sanremo, una vera e propria bufera politica. Sì perché la sua designazione, su proposta del direttore generale Mauro Masi, è passata giovedì scorso a maggioranza in consiglio di amministrazione col voto contrario del presidente Galimberti e dei consiglieri di opposizione Giorgio Van Straten e Nino Rizzo Nervo. Ieri proprio Rizzo Nervo ha presentato un esposto alla Corte dei Conti, con contorno di interpellanze in Parlamento.
Polemiche, come spesso accade, destinate a lasciare il tempo che trovano. Anche perché lo sponsor di Simeon viene dalle impenetrabili stanze vaticane: quel Tarcisio cardinal Bertone, oggi segretario di Stato, che lo scoprì e lanciò durante la sua permanenza nella diocesi di Genova. Bertone, narrano a Sanremo, appena arrivato in Liguria nel 2002, rimase folgorato da quel giovane laureato con una tesi su ”Il ruolo della segreteria di Stato nella Città del Vaticano”. Così giovane eppure già così abile a muoversi fra sacrestie e organizzazioni cattoliche. Qualcuno lo ha accreditato anche di simpatie, se non di vera e propria affiliazione, all’Opus Dei, ma i vertici liguri dell’organizzazione fondata da Josè Maria Escrivà hanno più volte negato.
Fatto sta che in rapida successione arrivano l’incarico di Priore del Magistero di Misericordia, un’istituzione della Curia genovese fondata nel 1419 per occuparsi degli indigenti della città e proprietaria di 130 appartamenti tutti regolarmente locati; il posto di consigliere della Fondazione Carige e quello di segretario generale della Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa che fa capo alla Pontificia Commissione per i Beni culturali della Chiesa. Ma Bertone non è il solo a notare Simeon. C’è anche Cesare Geronzi: il potente presidente di Capitalia lo nomina ”ambasciatore” della banca con il Vaticano. Incarico che Geronzi gli rinnova quando si trasferisce al vertice di Mediobanca. Per il poco più che trentenne dottore in legge si dipana una rete di contatti e di rapporti estesa e delicata. Che lo porterà, ad esempio, al centro di importanti business. Come la vendita da parte delle suore dell’Assunzione alla Lamaro dei fratelli Toti di un complesso in viale Romania. Consulenza puntualmente retribuita con una parcella di un milione e 300 mila euro. A Simeon riesce anche un altro capolavoro: rimanere in equilibrio fra Bertone e il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco che lo ha sostituito a Genova.
Sì, perché anche Bagnasco stima il giovane sanremese (politicamente vicino al centrodestra e, non poteva essere altrimenti in provincia di Imperia, al ministro Claudio Scajola). Simeon ha inventato in suo nome il ”Cardinal dinner”: evento mondano a scopo benefico capace di raccogliere in una serata 100 mila euro.