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 2009  ottobre 31 Sabato calendario

LA LEZIONE DELLE BALENE


Si dice che il Re Salomone aves­se un anello che gli permetteva di parlare con gli animali e di capirne il linguaggio. Com’è noto, gli animali in li­bertà hanno rivelato a Konrad Lorenz gli istinti, le cerimonie e i rituali di cui si servono: scoperte stupefacenti in rac­conti di luminosa saggezza. I più recenti studi di etologia non fanno che confer­mare le tesi di Lorenz: il mondo degli animali è un mondo very polite , governato dalla buona educazione, dalla cortesia, dall’attenzione per gli altri. Le balene, ad esempio, non si danno mai sulla voce, non s’inter­rompono, non urlano: evi­tando la confusione, esplo­rano con più sicurezza il territorio e si aiutano reci­procamente.

Le bestie siamo noi, che non sappia­mo più cosa sia la civiltà delle belle ma­niere, che alziamo la voce, che gridia­mo. Se gli animali potessero seguire un talk show della nostra tv (chissà che non lo facciano) resterebbero allibiti per il grado di cafonaggine, per la volga­rità dei comportamenti, per la villania delle discussioni. Se i capodogli salisse­ro su un treno italiano, tirerebbero subi­to il segnale d’allarme: ormai è tutto un trillare di telefonini. Fra le moderne for­me di maleducazione, questa è la più moderna, cioè la più progredita e lanci­nante. Avessero poi qualcosa da dirsi. Le urla dei fonanti si risolvono in gene­re in uno sbullonamento di insulsaggi­ni, di riunioni di condominio.

Le storie di animali ci parlano della ca­valleria dei medesimi (un lupo non azzanna più un altro lupo quando questi gli porge la gola, la sua parte più indifesa), di mammiferi e di uccelli che non sono solo condi­zionati dall’istinto, ma usa­no la mente per trovare so­luzioni di convivenza, di cetacei rispettosi nel rivol­gersi la «parola». Una vec­chia leggenda narra che Salomone gettò via l’anello magico in un eccesso d’ira, dopo che un usignolo gli aveva svelato che una delle sue 999 mogli amava un uomo più giovane. Da lì, forse, nasce la nostra maledizione, la nostra maleduca­zione.