Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 30 Venerdì calendario

CIANCIMINO DA’ AI PM IL PAPELLO ORIGINALE «NEGLI APPUNTI C’E’ IL NOME DI BERLUSCONI»

«Buscemi=Berlusconi», «Dell´Utri, immunità, Strasburgo, Partito del Sud», «Mori Mente», «De Donno non vuole farmi incontrare Di Pietro», «Mori - De Donno mancata perquisizione covo di Riina». Cosa vogliono dire questi appunti, scritti di suo pugno, a matita, dal defunto ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino? Appunti che ieri il figlio don Vito, Massimo, ha consegnato ai magistrati di Palermo insieme all´originale del «papello» che era stato già consegnato alcune settimane fa in fotocopia?
Massimo Ciancimino non ha saputo spiegare quegli inquietanti «accostamenti» e si riserva di farlo nei prossimi giorni perché ieri ha passato la giornata tra l´aula bunker di Pagliarelli, dov´è imputato nel processo d´appello per «riciclaggio» dei soldi del padre, e la procura dove ha consegnato una quarantina di manoscritti del padre che adesso saranno vagliati dai pm, Nino Di Matteo, Antonino Igroia e Paolo Guido. I tre coordinano l´inchiesta sulla «trattativa» che sarebbe stata avviata da carabinieri del Ros, l´allora colonnello Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno, proprio con Vito Ciancimino che faceva finta di «curare» gli interessi di Cosa nostra. La mafia con il papello avrebbe avanzato una serie di richieste allo Stato. Ma chi è questo Buscemi che viene accostato al nome del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi? Buscemi, di nome Antonino, è un grosso personaggio, un imprenditore accusato di mafia, la longa manus della Calcestruzzi di Raul Gardini (suicidatosi il 23 luglio del ”93) in Sicilia. Buscemi era il referente economico di Totò Riina e Bernardo Provenzano e su di lui avevano indagato sia Giovanni Falcone che Paolo Borsellino. Il nome dell´imprenditore mafioso era finito nel famoso rapporto dei Ros, «Mafia ed Appalti» dove c´erano i nomi non soltanto dei mafiosi ma anche di tanti politici che con loro facevano affari.
Ma l´inchiesta non ebbe mai uno sbocco concreto. E quando il 23 luglio del ”93 si suicida Raul Gardini i pm di Caltanissetta, che indagavano sulle stragi di Capaci e via D´Amelio, collegano il fatto agli arresti di due mesi prima che portarono in carcere i vertici della Calcestruzzi in Sicilia. E gli appunti consegnati ieri da Massimo Ciancimino ai magistrati di Palermo probabilmente faranno rileggere le inchieste degli anni scorsi, sempre archiviate, che chiamavano in causa Berlusconi e Dell´Utri come nuovi referenti della seconda trattativa avviata da Cosa Nostra, la quale chiedeva sconti di pena, revisioni di processi e altri vantaggi per interrompere le stragi dopo quelle di Firenze, Roma e Milano. Appunti che adesso vengono collegati anche alle recenti rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza, il quale ha riferito che dopo Capaci e via D´Amelio i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano «avevano agganciato» Berlusconi e Dell´Utri.