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 2009  ottobre 30 Venerdì calendario

TRE DONNE MANAGER SU QUATTRO NON HANNO FIGLI


Conciliare carriera e fami­glia? Riuscire a crescere in ufficio e a salire i gradini del mondo del lavoro, e contem­poraneamente ad avere una vita familiare completa e soddisfacente? E’ un obietti­vo sempre più difficile, se­condo quanto rivela una re­cente indagine della Cambri­dge University, il prestigio­so ateneo del Regno Unito. I numeri parlano chiaro: se nel 1994 il 50% delle donne e il 51% degli uomini inglesi ritenevano che il ruolo di madre e lavoratrice fossero compatibili, oltre 10 anni do­po lo crede solo il 46% delle donne e il 42% degli uomini. Il medesimo trend si ritrova al di là dell’Oceano Atlanti­co, negli Stati Uniti. La quo­ta di americani convinti che lei possa lavorare e, nel con­tempo, seguire casa e figli crolla dal 51% al 38%.

All’origine del fenomeno vi è un mix di fattori. Si va dal­­l’intensificarsi dei ritmi di vi­ta e di lavoro ai problemi le­gati alla mobilità, più marca­ti nei grandi centri. Vi è, poi, anche una motivazione di carattere storico. In paesi co­me la Gran Bretagna e gli Stati Uniti l’occupazione femminile è un dato di fatto da decenni. , pertanto, pro­babile che l’esperienza ab­bia favorito lo sviluppo di un nuovo orientamento. Si potrebbe trattare, insomma, di una sorta di reazione an­ti- working mother.

In Italia la situa­zione non è tanto differente, come dichiara Simona Scar­paleggia, presidente di Valo­re D (associazione di impre­se creata per sostenere la lea­dership femminile in azien­da) e Deputy Country Mana­ger di Ikea Italia: «In effetti l’andamento delle statisti­che inglesi corrisponde ai dati in nostro possesso. Nel­le società aderenti all’asso­ciazione ben il 73% delle ma­nager intervistate non ha fi­gli e il 70% ritiene che la ma­ternità sia di ostacolo alla carriera».

Si prospetta, forse, un ritorno di massa al focolare? Probabilmente no. Le donne sembrano, piutto­sto, alla ricerca di nuovi mo­delli che permettano di af­frontare più serenamente il così detto doppio ruolo. «Proprio per questo», spie­ga Scarpaleggia, «occorre rinforzare tutti quegli stru­menti (come gli orari flessi­bili oppure l’attività in remo­to) che semplificano il quoti­diano ».

«La flessi­bilità - continua la presiden­te di Valore D - costituisce una vera opportunità di con­ciliare famiglia e carriera per le persone ma è anche un’occasione per le aziende di ottimizzare le risorse, po­tendo comunque contare su professionalità di alto livel­lo».