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 2009  ottobre 30 Venerdì calendario

La Chiesa: sì a cremazione ma niente ceneri al vento - CITT DEL VATICANO - Cremare si può, ma niente ceneri al vento e meno che mai tenere l´urna sul caminetto di casa

La Chiesa: sì a cremazione ma niente ceneri al vento - CITT DEL VATICANO - Cremare si può, ma niente ceneri al vento e meno che mai tenere l´urna sul caminetto di casa. I vescovi italiani si preparano a varare ad Assisi, nell´assemblea straordinaria del 9 novembre, il regolamento aggiornato dei riti funebri e nel paragrafo dedicato alla cremazione hanno deciso di porre dei paletti. Da Paolo VI in poi i buoni fedeli possono ricorrere alla cremazione ma, nel clima di religiosità e di ritualità fai da te che si sta diffondendo sempre più all´interno del cristianesimo, la Cei ha scelto di vietare le pratiche che sono in contrasto con l´antica tradizione della sepoltura in terra consacrata. All´ultimo Consiglio permanente il dibattito ha mostrato un netto rifiuto nei confronti di riti romantico-pagani come quelli di spargere le ceneri sulla terra o sulle acque. Non tutti i presuli sono d´accordo su norme così rigide, ma si prevede che ad Assisi il nuovo documento sarà approvato senza contrasti. Cremare o non cremare è stato per secoli un segno di riconoscimento della cristianità. I primi seguaci di Cristo si sono in tutto e per tutto uniformati all´usanza ebraica di inumare i morti, ma c´era un motivo in più per farlo. Gesù era stato sepolto e al terzo giorno era «risorto dai morti». La pietra sepolcrale rimossa e il sepolcro vuoto sono stati sin dall´inizio il simbolo più potente di tutti per l´immaginario dei fedeli della nuova religione. Dunque il pio cristiano veniva sepolto e nel riposo eterno attendeva il giorno del Giudizio per risorgere. I primi cristiani sono stati da subito in polemica con le usanze pagane dell´incinerazione. E quando nell´Ottocento il ricorso alla cremazione ha sempre più acquisito i caratteri di una scelta anticlericale e di libero pensiero, la Chiesa è partita al contrattacco. Prima ha richiamato severamente i fedeli alla tradizione, propugnando la «pia consuetudine di seppellire i defunti», poi nel Codice di diritto canonico del 1917 è passata a vietarla solennemente come scelta antireligiosa e soprattutto come «negazione dell´immortalità dell´anima e della resurrezione dei corpi». Sarà, come in altri campi, il concilio Vaticano II ad abbattere le barriere ideologiche finché Paolo VI promulgherà una bolla per sancire la libertà di scelta - inumazione o incinerazione - spiegando che la cremazione «non tocca l´anima» e quindi «non impedisce all´onnipotenza divina di ricostruire il corpo». Nel 1968, con il decreto «Ordo Exsequiarum», la Congregazione per il Culto stabilì definitivamente che le esequie cristiane non erano in contrasto con l´incinerazione. In Italia la nuova usanza non è ancora così diffusa come nel Nord Europa, ma in certe città come Milano sembra che la cremazione sia passata in testa rispetto all´inumazione. Per molti sindaci le piccole urne di ceneri rappresentano comunque una soluzione benvenuta al problema della gestione e dell´ampliamento dei cimiteri. Per i vertici ecclesiastici questi sono, tuttavia, dettagli. I vescovi temono il diffondersi di uno spirito neo-pagano, in cui l´atto di gettare al vento le ceneri rappresenti simbolicamente un´unione dei resti del defunto con la «grande anima» della Madre-Terra. All´opposto la pratica di tenersi in casa l´urna, per molti presuli significa una privatizzazione e in fondo una banalizzazione dell´antico rito di accompagnare il defunto al «camposanto», rito collettivo che esprime il senso di una comunità dei morti unita intorno alla croce come la comunità dei vivi. Un teologo come Enzo Bianchi è ancora più drastico: «feticismo» è a suo parere la voglia di tenersi l´urna in famiglia.