Renato Pezzini, il Messaggero 28/10/2009, 28 ottobre 2009
Rutelli verso l’addio: inizio un percorso diverso- Più che il titolo del suo libro - ”La Svolta” - conta il sottotitolo: ”Lettera a un partito mai nato”
Rutelli verso l’addio: inizio un percorso diverso- Più che il titolo del suo libro - ”La Svolta” - conta il sottotitolo: ”Lettera a un partito mai nato”. Autore: Francesco Rutelli, che la sua lettera d’addio al Pd la imbuca a Milano. Ora di pranzo, Teatro Pier Lombardo, in platea pure Barbara Palombelli, sempre presente nei momenti topici della carriera politica del marito: «Voglio iniziare un tragitto differente, con persone differenti» dice l’ex sindaco di Roma durante la presentazione del suo libro. Suo era anche il Partito Democratico, visto che risulta tra i fondatori. Ora non lo è più, e tanti saluti. In vista dell’annunciato addio al partito mai nato, c’è chi ha ironizzato sui cambi di casacca di Rutelli: dai Radicali, ai Verdi, alla Margherita, al Pd. In realtà, dal ”dico non dico” che ne caratterizza l’eloquio odierno verrebbe da credere che un passaggio l’abbia fatto anche nella vecchia Dc. Perché il suo non è un saluto netto, inequivocabile. E’ semmai un equilibrismo di sfumature e di chiaroscuri, un ricorso continuo al linguaggio cifrato della politica, al punto da disorientare la platea non specializzata: «Ma alla fine lascia o non lascia il Pd?». Lo lascia, ma con l’aria di chi vuole in qualche modo tenere aperta ancora una porta. Se da un parte annuncia di volersi mettere «al servizio di una nuova offerta politica», dall’altra sostiene di essere in attesa «di una sorpresa positiva da Bersani, come del resto tutti coloro che, come me, sono andati a votare alle primarie». L’aspetta anche lui la ”sorpresa positiva”? E se dovesse arrivare? E’ un abbandono definitivo, o è possibile un ripensamento? C’è chi prova a domandarglielo mentre si allontana dal Teatro, ma lui tira dritto a bocca chiusa. Non è che non gli piaccia Bersani in sé. Non gli piace quello che, a suo dire, rappresenta: «Un ritorno al passato, un binario che si sa già dove andrà a finire». In poche parole: il vecchio Pci, o il vecchio Pds a esser benevoli. Che se quella fosse la strada, dice ancora Rutelli, si andrebbe verso disfatta sicura: «In Italia potrebbe presto nascere un Partito del sud tutto interno alla destra, in opposizione allo strapotere della Lega. In questo caso un centrosinistra orientato a sinistra non avrebbe parole per il Paese, e diventerebbe minoranza». Meglio togliere il disturbo in tempo, dunque. Meglio provare con una «nuova offerta politica» che però non sia «il partitino di Rutelli». Meglio provare «con altre persone». Pezzotta (presente in sala)? Casini che è assente, ma ugualmente molto interessato? Assai probabile, anche se il leader dell’Udc temporeggia: «Ho grande rispetto per le scelte altrui e per le persone come Rutelli che fanno una scelta politica in base a valori affini ai nostri. Ma adesso che sta facendo una battaglia nel suo partito non serve il gossip sulle sue prossime destinazioni». Anche perché la prossima destinazione è un cantiere ancora in costruzione. Lo dice sempre Casini, parlando di quello che accadrà nel 2010: «Alle regionali ci presenteremo con il simbolo dell’Udc, ma poi nascerà un partito nuovo in grado di fare la differenza e aggregare in base a valori comuni». Un ”partito nuovo” che potrebbe avere in Rutelli uno dei suoi fondatori così come ipotizza il capogruppo alla Camera Vietti: «Da parte nostra c’è l’impegno a costruire un soggetto che vada oltre l’Udc. Se Rutelli deciderà di incrociare la nostra strada sarà benvenuto». Grande centro o piccolo centro, la sostanza non cambia. Che la strada sia segnata lo fa capire Lorenzo Dallai, presidente della provincia di Trento e grande sponsor dell’operazione Rutelli. Oggi, a Roma, Dallai presenterà una sorta di documento programmatico della «nuova offerta» ipotizzata dall’ex sindaco di Roma. Un nuovo soggetto politico? «Penso di sì» risponde Dallai «O almeno: io lo intendo così».