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 2009  ottobre 28 Mercoledì calendario

«Noi trans, rimaste senza clienti»- Marcela: dopo il caso Marrazzo lavoriamo solo in strada « sempre stata perfida quella Natalie», ruggisce la fanciulla, lungo il curvone dell’Acqua Ace­tosa

«Noi trans, rimaste senza clienti»- Marcela: dopo il caso Marrazzo lavoriamo solo in strada « sempre stata perfida quella Natalie», ruggisce la fanciulla, lungo il curvone dell’Acqua Ace­tosa. «In casa? I clienti hanno paura, non ci vengono più. Ci tocca bat­tere in strada, al freddo. Lo vedi? Sono costretta a fare pipì lì die­tro... », si sfoga Marcela «La pante­ra » . Tra gli effetti collaterali minori del caso Marrazzo c’è anche la fu­ga da via Gradoli e gli altri appar­tamenti della Roma nord. Viale della Moschea, via dell’Acqua Acetosa, le stradine alle pendici dei Parioli si ripopolano: clienti che preferiscono l’abitacolo al monolocale a rischio incursione. Marcela, 34 anni, un metro e 74 d’altezza, ha tette simmetri­che, glutei svettanti e un princi­pio di osteoporosi: «Cambiare sesso indebolisce le ossa, che non lo sai? Ma tanto io mi sarei operata lo stesso». Operata nel ”97 a Londra: «Quarantacinque milioni di lire: il regalo di un cliente». Fianchi e fondoschiena, cele­bratissimi dai fari di Suv, Por­sche e Mercedes che curvano nei pressi dello stadio «Paolo Rosi», sono, per lei, un cruccio conti­nuo: «Oddio, sono in­grassata, non ho il corag­gio di pesarmi». Il nasi­no all’insù, le labbra car­nose, il gemito brasilia­no nella parlata in roma­nesco. Tutta colpa di Natalie giura Marcela, al centro della carreggiata, con un occhio alle vetture che rallentano: «Lei e il suo amico del piano di sotto, in via Gradoli 96. Uno con la licenza di taxi. Col­pa loro. Lo scriva, mica ho paura, me ne hanno fatte tante... Ciao bello, sei solo? A te faccio 100 euro». A cento metri, in viale della Moschea, c’è un altro gruppetto transex. Marcela le chiama le ’fi­glie’ di Natalie. E racconta la sua storia: «Robi, Saura, Camila, So­nia, Morgan. Fino a sette anni fa erano loro i protettori, le ’anzia­ne’ di Roma nord. Natalie, anzi, veramente il suo vero nome è Jo­sè Alexandre Vidal Silva - e scriva pure che ha un anno più di me ­e il suo amico del piano di sotto sono riusciti a farle arrestare. Una volta espulse hanno preso il loro posto». Marcela si prostitui­sce in Italia da 16 anni, sposata a una guardia giurata per un paio d’anni, separata, una condanna a tre mesi per resistenza a pubbli­co ufficiale: « entrato in casa mia, io mi sono rifiutata di uscire e lui mi ha arrestato». Dice «La Pantera» che tutte pa­gavano il pizzo a Natalie: «Ho fat­to le superiori con lei. lei che mi ha dato il mio primo abito ’trans’. sempre stata maligna e invidiosa». Anche di lei: «Chi non paga viene sputtanato. Scri­vono al proprietario di casa, riga­no l’auto dei clienti. Minacciano ritorsioni sulle nostre famiglie in Brasile». Denunce? «Qualcuna di noi ha denunciato ma ’puff!’ I verbali spariscono per magia». La «cupola» descritta da Marcela è una rete di complicità che coin­volge carabinieri infedeli della Roma nord. Con delle eccezioni: «Quelli dei Parioli mi hanno aiu­tata: ero stata pestata, violentata e ferita con un coltello. Ho denun­ciato e loro mi hanno anche dato un numero da chiamare per le emergenze». Un Suv argentato si ferma a contrattare con una sua «colle­ga ». Quella sale, l’auto si allonta­na. Marcela è quotata, le sue foto appaiono su un cliccatissimo sito erotico, il cellulare squilla di con­tinuo. E via Gradoli? E la coca? «Non esiste questo lavoro senza la coca. Puoi farlo senza il preser­vativo, magari, ma non senza la coca. Ho avuto gli stessi clienti di Natalie». Tranne lui? «Compreso lui. Ma non era il sesso la cosa che gli interessava di più».