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 2009  ottobre 28 Mercoledì calendario

AIUTI PI SELETTIVI PER LA STAMPA

Riduzione dei contributi ai giornali di partito e assimilati, semplificazione delle procedure per i finanziamenti alla carta stampata e alle emittenti radiofoniche e televisive. Quelli diretti, in particolare, saranno basati non più sulle tirature ma sulla percentuale tra distribuzione e copie vendute.
Sono le maggiori novità del nuovo Regolamento intitolato "Misure di semplificazione e riordino della disciplina di erogazione dei contributi all’editoria", che deve ora passare al vaglio del Consiglio dei ministri.
Per i contributi alle imprese editoriali, si abolisce il rapporto tra tiratura e diffusione con quello tra distribuzione e vendita effettiva. L’obiettivo è di scoraggiare la stampa eccessiva di copie finalizzata a ottenere più soldi dallo Stato. Si eliminano dal calcolo dei contributi le "vendite in blocco", definite come «vendita di una pluralità di copie a un soggetto a un prezzo inferiore a quello indicato sulla testata». Questa norma consentirà risparmi per due milioni e 400mila euro, di cui un milione e 850mila euro per i quotidianie 550mila per i periodici. Il rapporto tra distribuzione e vendita non è elevato né proibitivo: per accedere ai contributi basta che una testata nazionale venda il 15% delle copie distribuite in edicola (il 30% per le testate locali). Per i finanziamenti alle testate edite da cooperative, un’altra novità sta nel fatto che la maggioranza dei soci dovrà essere composta da dipendenti della stessa cooperativa.
Il comma 3 è destinato a suscitare discussioni. Le imprese editrici di giornali di partito costituite in cooperative speciali prima del novembre 2001 confluiscono tra le cooperative vere e proprie. Lo schema di decreto comprende una simulazione degli effetti del nuovo provvedimento rispetto a quanto riscosso nel 2007 da un campione di testate.
Tali stime prevedono una forte riduzione per Libero, che perderebbe quasi un milione e mezzo di euro rispetto ai 7,9 milioni riscossi nel 2007. Contenute le perdite per altre testate di questo comparto: tra i giornali di partito,L’Unità avrebbe un contributo ridotto di 23mila euro rispetto ai sei milioni e mezzo riscossi due anni fa. La Padania perderebbe poco meno di 6mila e 500 euro, con tre milioni e 712mila euro di finanziamento. Tra i quotidiani "senza scopo di lucro" l’Avvenire perderebbe 142mila euro, percependo un contributo di sei milioni e 158mila euro con il nuovo Regolamento.
Proiettando tali risparmi a tutte le testate che richiedono i contributi si stimano 12 milioni di risparmio per lo Stato.
Lo schema di Regolamento, inoltre, disincentiva l’acquisto "chiavi in mano" di pagine o parti del giornale e introduce tetti di spesa per le radio nazionali, per le radio e le tv locali e per le imprese comunitarie, non previsti attualmente. Le radio e le tv organi di partito continueranno a percepire il contributo maturato ma senza il raddoppio previsto da una legge del 1991.
Nuove procedure sono previste per il credito agevolato, con lo snellimento della documentazione richiesta e la riduzione da due a un anno del termine per completare il progetto per il quale si chiede il finanziamento: il contributo è pari al 50% degli interessi sull’importo delle spese finanziate, rispetto all’attuale 90 per cento.