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 2009  ottobre 27 Martedì calendario

DALLA GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO

(già GAZZETTA PIEMONTESE)

7 gennaio 1861

Ecco in quali termini lo Staatsanzeiger annunzia la morte del re Federico Guglielmo IV e l’esaltazione del re Guglielmo:
«[omissis] Pel corso di 3 anni, S.M. il re ha resistito con una rara forza agli effetti di una malattia organica del cervello, complicata con accessi poco intensi, ma replicati d’apoplessia. Sintomi d’irritazione cerebrale si presentarono ad intervalli più o men lunghi, indicanti i progressi continui della malattia e seguiti ciascuna volta da una permanente perturbazione delle funzioni della sensibilità, del movimento e della memoria.
«Il 24 dello scorso mese, alle 8 di sera, dopo che S.M. aveva già da più settimane mostrato una indifferenza inquietante per le persone che lo assistevano e provato una una prostrazione e debolezza, maggiori del solito, ebbe un accesso di vomito violento che si ripetè la notte e il giorno seguente per ben tre volte; poi S.M. cadde in uno stato letargico da cui non doveva più risvegliarsi. La sera del 31 sopravvennero sintomi della paralisi de’ polmoni, e precedettero l’agonia, che durò sino alla mattina del 1° gennaio, 12 ore e 40 minuti, senza dolore e senza cognizione […]
«Il Paese vede sorgere con isperanza e fiducia il regno di S.M. il re Guglielmo che Dio ha chiamato eccetera»

Gazzetta 21 gennaio
Napoli 19 gennaio. Oggi parte l’ultimo legno francese da Gaeta. La flotta italiana, sotto gli ordini del viceammiraglio Persano, è partita per Gaeta.

Gazzetta 8 febbraio
Con atto 22 gennaio 1861, rog. Audenino, notaio a Chieri, Antonio Bertolino fu Battista, residente a Pecetto, prestò il suo consenso perché la di lui moglie Angela Maria Cassardo fu Giuseppe Antonio, eserciti il commercio negoziando in bestie bovine.

Gazzetta 27 febbraio 1861
Bersezio commemora Gustavo Modena e Eugenio Scribe. Modena è stato il Talma d’Italia («Mentre gli antichi metodi rappresentativi dell’esagerazione continua, dell’enfatica declamazione erano in Francia stati corretti fin dallo scorcio dello scorso secolo per introdurvi primamente la veracità e la naturalezza negli abbigliamenti, nelle decorazioni sceniche, come nel porgere, movimento riformativo che doveva mandar poi a perfezione il genio del Talma, da questo lato dell’Alpi si continuava tuttavia colla più deplorevole ostinazione, nella scuola ampollosa e manierata del Marocchesi, guasta ancora ed esagerata dalla insufficienza degli artisti.
Gustavo Modena fu il Talma dell’Italia […] il grande artista sapeva evocare alla mente il personaggio ch’egli aveva da raffigurare, e quella personalità fittizia sapeva così bene innestare nella propria da riuscirne un individuo vero ed effettivo e sempre diverso, e tanto che non di rado riusciva a formare più preciso e spiccato, con più sicuri costumi, quell’eroe che l’autore medesimo non aveva fatto che travedere».
Nato nel 1804 in Treviso, il padre, Giacomo «attore che aveva meritate le più alte lodi del Monti e […] presentita quella riforma nell’arte che il figliuolo doveva si gloriosamente compire». Questo padre tenta di farlo diventare avvocato a Bologna, lui patrocina effettivamente per un po’, poi «gittata la toga curiale, si ascrisse in qualità di primo attore alla compagnia Fabbrichesi e cominciò la gloriosa sua carriera». Partecipa ai moti del 1831 e del 1832, deve perciò emigrare prima in Svizzera, poi a Londra, dove recita nel teatro della Regina alcune cantiche di Dante. Rientra in Italia nel 1839 e forma a Milano una compagnia-modello. Confronti e apprendimenti dagli stranieri. Nel ”48 combatte a Roma e a Venezia, gli austriaci gli sequestrano tutti i beni che ha a Treviso, recita ancora a Torino e di recente a Napoli e in Sicilia. «Ma dopo breve soggiorno se ne tornava a Torino portando seco quel morbo funesto che nella notte dal 20 al 21 febbraio lo trasse a morire».
Sulla morte di Scribe: «I critici lo appuntarono in fatto alla lingua ed allo stile, e gli rimproverarono d’aver disegnato delle ombre, dei profili, e non creato dei caratteri, e d’aver sostituito all’azione drammatica un certo convenzionalismo specioso d’intrigo in cui provavano lo spirito e l’arguzia, non mai la verità ed il cuore; ciò che è certificato dal fatto si è che la vena inesauribile dello Scribe ha divertito ha divertito durante quarant’anni tutto il mondo civile; vuol dire che, qualunque siasi la commedia ch’esso ha scritto, le è quella che conveniva alla società ed all’epoca per le quali scriveva».
Poi: «Ricco oramai, glorioso, onorato ed amato, era egli giunto ai settant’anni senza che il suo corpo perdesso il vigore giovanile, e la sua mente quella alacrità operosa a cui dovevavno le scene francesi tante loro ricchezze; quando il mattino del 20, sentendosi un po’ in disagio, uscì ad una passeggiata, e salito in una carrozza da nolo si fece condurre ad una casa non molto distante dalla sua abitazione. Giunti al luogo indicato, il cocchiere vedendo che nessuno movevasi nella carrozza, scende, apre lo sportello e trova lo Scribe già fatto cadavere. Siccome conosceva chi fosse, lo riconduce a casa sua, dove il decesso fu in ogni modo certificato».

Gazzetta, lunedì 18 marzo
Torino, 19 marzo. Oggi a mezzogiorno il cannone del Monte ha annunciato con 101 colpi la proclamazione del Regno d’Italia.

Gazzetta 11 aprile
Napoli 10 aprile
Sono richiamati i soldati del disciolto esercito delle Due Sicilie, a qualunque categoria appartengano, che trovansi fuori del proprio Comune, o ne minacciano la tranquillità.
Gli arresti continuano, la città è tranquilla.
Il signor Talabot è autorizzato a costruire in Napoli una grande stazione per la ferrovia degli Abbruzzi.
Rendita napoletana 76 3/8
Rendita siciliana 76 ?
Rendita piemontese 75 5/8

Gazzetta, Torino 13 aprile
Regolamento generale per le carceri giudiziarie del Regno 1° Supplemento, firmato Minghetti 340 articoli [vedi scheda]

Gazzetta del 2 maggio
America. In risposta ai signori Prestor, Stuart e Randolph, commissari della Convenzione della Virginia, che gli chiedevano quale «politica il potere esecutivo si propone di adottare riguardo gli Stati separati» il Presidente rinvia al suo discorso d’insediamento e precisa: «Se, come sembra al presente, ha avuto luogo un attacco senza provocazione di sorta contro il Forte Sumter nello scopo di cacciarne le autorità degli Stati Uniti, io mi crederò libero di rimettermi in possesso, se posso, di quei posti ch’erano stati presi prima che il governo fosse rimesso nelle mie mani, e in ogni caso crederò poter fare quanto è in me per respingere la forza colla forza […] Non m’occorre dire che io considero le autorità e i posti militari situati negli Stati separati come appartenenti ancora al governo degli Stati Uniti».

Gazzetta lunedì 27 maggio
La Giunta Municipale notifica:
Che il prezzo delle carni di vitello da vendersi nelle botteghe tenute dalla Città, cioè:
Nella sezione Dora, sulla piazza Emanuele Filiberto, sull’angolo della via tendente al palazzo delle Torri, casa della Città n. 3
Nella sezione Monviso, sull’angolo delle vie dei Carrozzai e della Provvidenza, casa Rorà:
Nella sezione Po, nella via dell’Accademia Albertina, casa Casana n. 9, vicino al caffè Nazionale, rimane dal giorno 25 maggio stabilito per ogni chil. A L. 1 13.
Torino, dal civico palazzo, addì 24 maggio 1861
Per la Giunta
Il sindaco
A. Di Cossilla
Il segretario
G. Fava

6 giugno

D’apertura
«S.M., ieri sera 5, si recò alla casa di S.E. il Conte di Cavour, presidente del Consiglio, e s’intrattenne con lui con grandissimo affetto»

Segue filo con ispessimento al centro. Poi in un riquadrato di fili grossi e neri:

«Un’immensa sventura ha colpito il paese! S.E. il Conte Camillo Benso di Cavour, Cavaliere dell’Ordine Supremo della SS. Annunziata, Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro degli Affari Esteri e Ministro della Marina, spirava questa mattina, 6 corrente, alle 7, munito di tutti i conforti della Religione, assistito dalla Sua famiglia e da’ Suoi amici. I suoi ultimi momenti furono interamente calmi. Egli morì colla serenità dell’uomo giusto ed esprimendo la più viva fede nei destini d’Italia».

Il Re provvide a sostituirlo temporaneamente agli esteri con Minghetti, con Fanti alla marina.
Il Senato, su proposta del senatore Pareto, sospende i suoi lavori per tre giorni, veste a lutto per venti giorni la bandiera del Senato. La Camera approvò lo stesso e in più un lutto di venti giorni da significarsi coll’abbrunare il seggio della Presidenza e la tribuna.
«Questa sera (7 giugno) gli onori estremi.

Truppa
Guardia Nazionale
Ufficialità
Corporazioni religiose
Ministro •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Ministro



Pres. Presid.
Del Senato
Camera
Deputati


Cav. Cav.
Dell’ordine supremo dell’ord.sup.


Araldo portante sopra un cuscino il Collare supremo del defunto
Cavalieri dell’Ordine supremo
Aiutanti di campo del Re e dei regi principi
Ministero della Marina su una sola riga a sinistra
Ministero degli Esteri su di una sola riga a destra
In mezzo: Ministri, Grandi Ufficiali dello Stato, Senatori e Deputati, Consiglio di Stato, Corte dei Conti, Corte d’Appello, Municipio, Corpo universitario, Corporazioni diverse di arti e mestieri.

Il convoglio muoverà alle 6 di sera del 7 corr. Percorrendo la via Cavour fino a via Nuova (via Porta Nuova), piazza San Carlo, via Nuova, piazza Castello dal lato dei Ministeri, via Po fino a San Francesco di Paola, la detta via fino a via Cavour, quindi per via Cavour si fermerà avanti alla Chiesa dell B.V. degli Angeli.

«Il subito annunzio della morte del Conte di Cavour gittò nella costernazione la città. Chiusi i negozi, chiusi i teatri, e dappertutto luttuoso silenzio […] Ieri e stamane una folla che si avvicenda continuo alle porte del palazzo Cavour è ammessa a contemplare ancora una volta le care sembianze […] eccetera

Gazzetta, sabato 8 giugno

«Tutta la città ha continuato ieri con religioso raccoglimento a visitare nel palazzo Cavour la salma del Grande suo concittadino. Ma finalmente venne l’ora della dipartita e con profondo rammarico della sottostante folla che aspettava desiosa la sua volta fu dovuto chiudere l’accesso alla camera ardente per gli apparecchi degli onori funebri.
«Entrato il Clero regolare della Madonna degli Angeli, parrocchia del defunto, fece le abluzioni. Poscia, mentre i sacerdoti scendevano le scale e vi salivano i grandi corpi dello Stato per contemplare l’ultima volta quel venerando volto, la salma fu calata e posta sul carro funebre offerto dal Re.
«Alle 6 14 venne dato il segnale della partenza.
Aprivano il corteo due squadroni di Usseri.
Quindi venivano
Un reggimento della brigata Reggio
Una batteria d’artiglieria a cavallo
Un drappello di cento marinai e una compagnia di fanteria di marina sotto gli ordini di un capitano di fregata
Due legioni della Guardia nazionale di Torino
Ufficialità senza comando della guarnigione, della marina, del Corpo dei volontari dell’esercito meridionale, della Guardia Nazionale
Le Figlie del ritiro della Sacra Famiglia in Borgo S.Donato
La Compagnia di Donne della parrocchia della Madonna degli Angeli
La Compagnia della Basilica di Santa Croce
Un drappello di signore in corrotto col capo coperto di velo nero
Tre corporazioni di religiosi regolari.
Uscì quindi di palazzo il carro funereo tratto da sei cavalli neri […] il feretro moveva tacito e lento e la moltitudine […] udita la salmodia dei morti, chinò la fronte e sciolse in lagrime.
Ai lembi della coltre stavano:
A destra il cav. Cassinis, ministro di grazie e giustizia e affari ecclesiastici; S. Ecc. il conte Sclopis, primo vice-presidente degli affari del Regno; e S.E. il cav. Crotti di Costigliole, cavaliere dell’Ordine supremo della SS. Annunziata.
A sinistra S. Ecc. il generale d’armata cav. Fanti, ministro della guerra e della marina; il cav. Rattazzi, presidente della Camera dei deputati; S. Ecc. il generale d’armata cav. Ettore di Sonnaz, cavaliere dell’ordine supremo della SS. Annunziata.
Dopo l’araldo portante sopra un cuscino il Collare supremo del defunto, venivano dietro al feretro
I Cavalieri dell’Ordine supremo
Gli Aiutanti di campo del Re e dei regi principi
I Ministri, I Grandi Ufficiali dello Stato, I Senatori del Regno e i Deputati, il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti, la Corte d’Appello, il Municipio di Torino, il Municipio di Alessandria, e altri Municipi, Tutti i Ministeri, il Corpo universitario, Gli studenti, Il consiglio israelitico col rabbino, i giornalisti, l’Emigrazione Veneta, Romana, Ungherese e Polacca, condotta da Kossuth e da Klapka; le Camere di Commercio di Torino e Genova; la Borsa; tutte le corporazioni operaie di arti e mestieri: tutti i contadini e le contadine del podere di Leri, caro al defunto, in veste di lutto; tutta la casa e i famigli. Chiudeva il triste corteo un drappello di Usseri […] Deposta la bara in mezzo al tempio, il parroco, prete regolare, intuonò l’ultima prece dei defunti e consegnò a Dio quel corpo».

Alla Camera di Londra, dopo la commemorazione di Peel, l’on Donaughy attacca la memoria del conte di Cavour che «cagionò al Papa la perdita dei suoi dominii», «sollevando una tempesta di disapprovazioni».

Giovedì 29 agosto. «Un violento incendio scoppiato in Torino la scorsa notte, come abbiamo già annunziato, ha rattristato tutta la città.
«Il fuoco si apprese nella manifattura di mobili del signor Bertinetti in casa Tarino, in via di Po, all’angolo della via Montebello. Dal magazzino dei mobili il fuoco invadeva l’attigua fabbrica di cera e le case vicine e minacciava pur anco la fabbrica dei tabacchi.
«Accorsero immediatamente sul luogo dell’incendio i pompieri, preceduti dagli usseri di Piacenza, che primi si trovarono sul luogo e dai soldati del Treno. Poscia giunsero carabinieri, artiglieria, alcuni distaccamenti del 45 e del 46 di linea
«Accorsero pure colla massima celerità il signor Ministro dell’interno, il Sindaco, il Questore della città, e il generale dei carabinieri. Fu presa ogni misura necessaria per circoscrivere l’incendio e per salvar le attigue case e la limitrofa fabbrica di tabacchi.
«Vi fu un momento terribile verso le 5. Alcuni volti minacciando di crollare, il colonnello Trotti dei Carabinieri, e il maggiore Beaufort, comandante del 46 di linea, penetrarono nell’officina dell’oriuolaio Sola per ordinare lo sgombero ai soldati, quando cadde una trave e poscia si distaccò il volto che precipitando schiacciò que’ generosi. Oltre il colonnello ed il maggiore, rimasero morti 8 soldati; altri quattordici sono feriti ed alcuni gravemente.
«Ai nomi delle vittime della giornata di ieri, altre sono sventuratamente da aggiungersi colpite in questa notte. L’orologiaio insieme al di lui figlio e la donna di servizio, vollero dormire nel loro appartamento; ma verso le due del mattino, crollate improvvisamente su di essi le volte dei piani superiori, rimasero tutti tre seppelliti sotto un mucchio di macerie.
«Il Ministero dell’Interno ha messo a disposizione del Sindaco L. 1500 per sussidi alle famiglie più povere fra i danneggiati»

4 settembre, criteri per l’ammissione al Regio Collegio delle Fanciulle di Milano.

5 settembre, dentista che non vuol pagar debiti di moglie e figli, oculista di passaggio a Torino.

6 settembre corse di cavalli

Esposizione universale del 15/9. Il re sbarca a Livorno il giorno 14. Dispaccio elettrico di Ricasoli.

Esposizione come risulta dal Monitore toscano. Città festante, splendida bellezza del cielo. Entrato il Re nella sala del trono è stato eseguito l’inno popolare al Re d’Italia musicato dal celebre flautista Cesare Ciardi. Poi discorso del marchese Cosimo Ridolfi, senatore del Regno e presidente effettivo della commissione reale, quindi «la rinomata signora Piccolomini Clementini ha magistralmente cantato La croce di Savoia, musicato dal maestro Carlo Romani […] Partito il Re col suo seguito, tutta l’infinita gente raccolta nel palazzo dell’Esposizione spargevasi da ogni parte per esaminare i prodotti del suolo e dell’ingegno italiano, e spesso udivasi esprimere in varie forme questo concetto: Se l’Italia divisa e oppressa da secoli ha potuto far tanto, che cosa non farà ella libera e unita?» (Gazzetta 17/9)

Continuano le sottoscrizioni per il monumento al conte di Cavour (18/9)

5 settembre. «Il sottoscritto diffida il Pubblico, che egli non pagherà mai alcun debito contratto o che venissero a contrattare sì la di lui moglie Giuseppina Hostellare (maritata Caribon), che i suoi propri figli; ed avverte gli aventi con lui interessi, che non sarà valido qualsiasi pagamento da essi fatto se non nelle proprie mani di detto
Caribon Giuseppe, Dentista, domiciliato in Como ed in Vercelli.



18 settembre. Il Baruffi (G.F.), recensendo sulla Gazzetta opere varie del cav. Francesco Del Giudice, direttore del corpo degli artigiani pompieri in Napoli, ricorda che «fu detto da taluno che le città sono le voragini del genere umano». Egli era lontano da Torino «quando nella notte tristissima del 28 passato agosto scoppiò in via Po l’incendio che riempì di lutto tante buone famiglie torinesi». Però «essendomi trovato imprigionato per parecchie ore mortali nel centro stesso del grande incendio che distrusse in Costantinopoli il quartiere di Pera detto Balouk-Bazar nell’autunno dell’anno 1847, inorridisco al solo ripensare a sì spavenetevoli catastrofi. Ma l’Oriente è la sede degl’incendi: la sola gran metropoli dell’impero turco contava ancora in media quattro incendi per giorno nell’anno 1847! Quindi si dice che i chiodi delle case di Costantinopoli sono d’oro, accennandosi così alle tante spese volute dalla continua ricostruzione degli edifizi in legno che formano la sterminata Stamboul […] In parecchie città del Settentrione abbiamo veduto più volte sempre pronti immensi tini ripieni d’acqua ed una gran quantità di secchie in cuoio appese lì presso, e sono tuttora in piedi guardie notturne nelle vie e nelle torri, al doppio scopo d’impedire i furti e d’impedire e di tenere i cittadini all’erta pel fuoco. Mercè il telegrafo elettrico, che comunica coi varii quartieri dei pompieri, gli aiuti sono istantanei e sicuri». Elogio di Parigi dove «oggi si vanno edificando in modo da rendere più rari gl’incendi o più facili a spegnersi, benché l’interno delle case sia tutto in gran parte in legno». «Son noti i varii metodi per rendere il legno quasi incombustibile, e si sa che nel Belgio si erano fabbricate a prezzi discreti intiere case portatili tutte in ferro. D’altra parte poi l’uso crescente del fumare, la prodigiosa quantità di zolfanelli fosforici che si accende giornalmente (la sola Torino consumandone forse un mezzo milione per giorno) non essendo ancora generale l’uso dei fosfori amorfi i quali non s’accendono che su una carta speciale, l’incuria deplorable di molti nel trascurare i pericoli del fuoco, l’abitudine pericolosa di tenere in parecchi cortilhji balconi ingombri di combustibili d’ogni maniera […] ci trasportano col pensiero e col desiderio ai soppressi rivi (Doire) delle vie di Torino, alle molte precauzioni dei nostri buoni padri e perfino al suono della campana di notte che avvisava gli abitanti di badare al fuoco». Il Baruffi raccomanda l’amministrazione superiore e la comunale di pensare ai mezzi preventivi oltre che a quelli repressivi.


19 settembre. «Il Giornale di Roma del 14 pubblica il seguente editto del Segretario di Stato:
«La Santità di Nostro Signore, nel fine di tutelare ognor più i bisogni dell’interno consumo, inteso il Consiglio dei Ministri, ci ha ordinato di pubblicare, siccome pubblichiamo nel sovrano suo nome quanto segue:
1. Il permesso d’introdurre senza dazio i grani, granturchi e loro farine è confermato, e si estende a tutti gli altri generi annonari, escluse la paste lavorate;
2.  egualmente confermato il divieto alla estrazione di tutti i generi annonari, ad eccezione dei lupini, i quali potranno estrarsi esenti da dazio.
3. Si permette l’introduzione senza dazio degli olii d’olive ed è vietata la loro estrazione

Dalla segreteria di Stato G. Card. Antonelli.

Ricasoli s’è trattenuto all’Esposizione di Firenze dalle 6 alle 8 del 17 cm

Dalla Gazzetta del 21/9. (tratto dalla Nazione) «Nel percorrere, il 19 corrente, le gallerie pensili, si è fatto incontro a S.M. Bartolomeo Terzano fabbricante di lavori in acciaio di Campobasso provincia di Molise, e gli ha offerto in dono un suo lavoro con queste semplici ma affettuose parole: «Sagra Maestà! Poiché la M.V. se deletta de caccia, aggio penzato de offrirle o mio lavoro consistente in una posata da caccia ed un astuccio con tutto o necessario per farsi a barba. Aggio tutto lavorato con le mie brobrie mani penzando sempre a Sagra Maestà così buona e affabile. Se degni accettarla e compatire l’umile dono che proviene da un umilissimo suddito ed artefice di Campobasso, provincia di Molise. La posata se compone di 18 pezzi, che adesso adesso vado a mostrarle.» E qui l’artefice si è messo a spiegare davanti al Re i suoi 18 pezzi e a descriverli minutamente. S.M. ha tutto benignamente ascoltato ed ascoltato, e poi ha gradito il dono e ringraziato l’artefice.
E per verità i lavori in acciaio del signor Terzano sono tali da meritare l’ammirazione di tutti e da vincere al paragone i più fini lavori inglesi».

La Gazzetta raccolse quasi ventimila lire per soccorrere i danneggiati poveri dell’incendio (tra questi i Fattorini del caffè Londra che versarono 20 lire).

Il 22 corrente 21 mila visitatori. Ingresso gratuito. S.M. «ha in animo di visitare alcuni luoghi di queste provincie» toscane e prega «che assolutamente si astengano da ogni specie di pubblica festa».

I fabbricatori di panni di Salerno chiedono al gen. Cialdini che siano date ordinazioni per l’armata altrimenti essi dovranno licenziare 10 mila operai (in Gazzetta dal popolo d’Italia, 24/9)

La Nazione 25 settembre. «Giacomo Castrucci, emigrato romano, si presentava l’altro giorno al procuratore del Re a Firenze, si dichiarava autore dell’omicidio commesso in rissa per propria difesa nella sera del 29 giugno contro il gendarme pontificio. Si diceva spinto a tale dichiarazione dal proposito d’impedire l’esecuzione capitale del Locatelli. Il Castrucci fu tradotto al carcere delle Muratte. La notizia giunse a Roma troppo tardi, quando la sentenza capitale era già stata eseguita».

A San Martiniano ore 7 1]2 si rappresenta colle marionette Bombardamento e presa di Gaeta, al Rossini ore 8 L’emigrazione veneta dopo la pace di Villafranca (27/9)

La Nazione giudica l’esposizione delle lane (Gazzetta 27/9)

La Nazione giudica l’esposizione delle sete (Gazzetta 28/9 e 30/9)

(sempre il 28) Firenzem 27 settembre. Il congresso degli operai venne inaugurato questa mattina. Vennero eletti: presdidente Giuseppe Mazzoni (sic?), vicepresidenti Dolfi e Parola, segretari Savi e Boldrini Stefano. L’adunanza di questa sera fu tempestosissima. Mordini propose la dichiarazione doversi il congresso occupare di politica per acquistar forza e porsi in grado di resistere al governo quando tentasse cosa contraria al bene della nazione, come la cessione della Sardegna. Rumori universali; la maggioranza dei deputati protestò; il presidente richiamò all’ordine. La popolazione non si preoccupa in guisa alcuna di tale discussione».

4 ottobre. «Essendo prossima la riapertura delle scuole, potrà tornar utile ai padri di famiglia il seguente annunzio:
Un maestro approvato tiene pensione per alunni delle scuole pubbliche elementari colla più scrupolosa cura dell’igiene. Per la sua esperienza più lungamente ed utilmente acquistata nell’educazione e nell’istruzione dei giovanetti, egli confida di potere, colla scorta della religione, restituire alle famiglie che giudicassero di valersi della sollecita sua opera, giovani colti e gentili


Gazzetta del 5/10.
Roma, 3 ottobre. Il Papa riceve Francesco II e l’ex regina di Napoli, ed ha assistito al servizio funebre in onore dei soldatui borbonici uccisi nei combattimenti contro Garibaldi e l’armata italiana.

Decreto per viveri della truppa il 7 ottobre. In particolare:

«Affinché le masse d’economia dei Corpi possano sopperire alle spese di bucato e del barbiere, non che a quelle di cancelleria e per la illuminazione delle caserme, è fatto ai Corpi il giornaliero assegnamento di centesimi 5 per ciascun sott’uffiziale, caporale e soldato».

Composizione della razione di viveri.

La razione di viveri in natura per i caporali e soldati fornita dall’Amministrazione militare sarà composta di:

Carne grammi 200
Pasta grammi 150
Riso grammi 150 (a giorni altermi)
Vino centilitri 25 ogni giorno.

Alla razione di vino si potrà sostituire quella del caffè e dello zucchero in ragione di grammi 15 di caffè e 20 di zucchero.
Una o due volte per settimana all’ordinaria razione di pane da munizione e da zuppa si potrà sostituire galletta in ragione di grammi 135 per razione.

Agl’individui ditinuti a pane ed acqua sarà eziandio distribuito il pane da zuppa; salvochè di tale distribuzione verrà esser fatto conto quando accada valersi della facoltà accordata dal Regolamento di disciplina.

Gazzetta del 7/10

Si procede all’incanto delle schede ed altri stampati per il Censimento generale della popolazione del Regno d’Italia. Otto milioni di fogli stampati. Cinque lotti da deliberarsi per incanto nelle città di Torino, Milano, Firenze, Napoli e Palermo.

Roma, 5 ottobre. Fu pubblicata l’allocuzione papale del 30 settembre. In essa il Papa deplora i grandi mali cagionati alla Chiesa dal Governo Sardo. Rammenta la violenta espulsione dell’arcivescovo di Napoli; l’esilio e la prigionia di vescovi e di preti; la soppressione di conventi; gli spogliati religiosi ridotti alla miseria; le chiese profanate; le scuole senza istruzione religiosa: la licenza della stampa. Compiange lo stato del regno di Napoli, in cui città e villaggi furono incendiati, onesti ecclesiastici massacrati, ad onta che si fosse dichiarata libera la Chiesa.
Parla in seguito il Pontefice delle violenze commesse nel Messico e nella Nuova Guinea contro la Chiesa;

Venerdì 11 ottobre
Fatti singolari tratti dalla Nazione
«Una mattina di buon’ora Vittorio Emanuele in compagnia di un suo aiutante si recò a visitare la Esposizione. Il Re entrò nel Palazzo col sigaro in bocca. Una guardaia gli si avvicina e rispettosamente gli dice: ”Maestà, qui non è permesso di fumare”. ”Sta bene, risponde il Re, rispetterò la consegna” e gettò via il sigaro.
«Ad un prete d’una delle nostre parrocchie suburbane assai vicina alla R. Villa della Petraia, che spiegando il Vangelo in una delle domeniche avea parlato contro l’attuale ordinamento politico, il Re d’Italia rispose inviandogli una vistosa somma affinchè la distribuisse ai poveri della parrocchia».

Viaggio per mare Plon-Plon Maria Clotlde (dall’America) il 12/10

Gazzetta del 12/10
La Nazione ha in data di Roma 8:
Hanno luogo continue partenze di nuovi arruolati per il brigantaggio. Dicesi che alla metà di ottobre i briganti eseguiranno un attacco generale su varii punti delle provincie napolitane. Preparansi operazioni anche nella Sabina. I comitati borbonici di Marsiglia e Trieste spiegano grande attività.

Regole per l’esposizione di Londra del 1862, presidente del Reale comitato centrale italiano Gustavo di Cavour

Gazzetta del 16/10
Al banchetto di Newcastle, lord John Russell disse che tanto il Nord come il Sud (degli Usa – ndr) si battono non a motivo della schiavitù o del libero cambio, ma per avidità di territori e di potere.

Gazzetta del 17/10
Parigi, 16 ottobre. Il commendator Rattazzi è arrivato a Parigi

Gazzetta 19/10
Lettere sull’esposizione italiana a Firenze

«…A dirla in breve , tutte le cose più forti e più utilmente fatte ci vengono dall’Italia superiore, e specialmente dal Piemonte; tutte quelle più aggraziate e leggiadre sono prodotto dell’Italia media e massimamente della Toscana; nella scarsità dei prodotti mandati dall’Italia bassa – tolte, come ho già notato, alcune eccezioni – non si scorgono che gli esperimenti d’un’industria incipiente, debole tuttavia, mal consigliata e inerte…» (O. Zanobi)

Gazzetta di sabato 19/10
Londra, 19 ottobre. Il frumento e la farina sono in rialzo.

Gazzetta del 22/10
Regole dello stato d’assedio in Polonia
Miscellanea dell’agenzia dei forestieri (annunci economici(.



Gazzetta giovedì 24 ottobre
Stronca due rappresentazioni francesi (Bersezio)

Gazzetta venerdì 25 ottobre
Reclame per combattere le malattie segrete. «L’accreditata iniezione balsamica e promatica guarisce in uno o due giorni gli scoli incipienti; cronici; goccette e fiori bianchi senza la menoma alterazione al fisico, per la invidiabile qualità balsamica e per l’altra profilatica evita il contagio perché neutralizza il virus, da ciò un sicuro preservativo, per cui le persone prudenti dovrebbero provvedersi»


Gazzetta del 29 ottobre
O. Zanobi sul ferro, miniere, estrazioni, prezzi (molto dettagliato). 17 miniere in Piemonte, 10-12 in Lombardia; tre importantissime nell’isola d’Elba; tre o quattro nella Lunigiana e nella Garfagnana, sette nella provincia di Modena, una mezza dozzina nelle Calabrie e nella Terra di Lavoro.


Totale della sottoscrizione per il monumento a Cavour del 18/10 182.296, 25 (Ruà tesoriere) (Gazzetta del 1°/11)

Gazzetta 1° novembre.
Napoli, 31 ottobre sera.
Nel suo proclama ai napoletani Cialdini dice: la luogotenenza cessa, ed io ritorno sulla linea del Po. Comprendendo le mie intenzioni, gradiste il poco che feci e perdonaste all’umana insufficienza se molto non seppi fare. Io parto tranquillo perché il generale La Marmora resta tra voi; il suo nome è troppo grande perché possa guadagnare dai miei elogi».

Appalto delle lane

Sabato 2 novembre
Napoli, 1° novembre. Tre ufficiali dei lancieri Milano, mentre passeggiavano furono assassinati vicino a Foggia dai briganti.

Pillole di salsapariglia del dottor Smith, deposito nella Regia Farmacia Masino, presso la chiesa di S.Filippo. In detto deposito si tiene pure la scolorina ridotta in pillole per la gotto ed il reumatismo, dello stesso dottor Smith.

Gazzetta del 4 novembre
Diffidamento. Il sottoscritto dichiara e protesta, che non intende pagare i debiti contratti o che venisse a contrarre, sotto qualsiasi titolo e causa, il suo figlio Francesco. Cav. Casetti Casimiro.

Gazzetta del 5 novrmbre
In Venezia possono essere esentati dalla leva i coscritti di statura inferiore ai 56 pollici (misura di Vienna). Prima chi aveva il padre di 70 anni, ora bastano 60 ecc.

Gazzetta del 6/11
Condizioni metereologiche

Gazzetta del 7/11
Plon Plon e Clotilde danno 5000 e 2000 franchi per il monumento a Cavour

Gazzetta del 9 novembre
Porta Domenico negoziante da cavalli
Fa noto che gli arriva una Condotta di Cavalli del Meklemburgo croisés, da sella e da tiro, questi in varie pariglie, visibili dal 13 corrente nella scuderia, in piazza Solferino, accanto al Peso pubblico.

Gazzetta dell’11 dicembre
La Giunta municipale di Torino, relativamente al censimento della popolazione, notifica «che dal giorno 15 corrente dicembre verranno per mezzo de’ Commessi comunitativi del Censimento distribuite a domicilio le relative schede a tutti i capi di famiglia, perché vogliano curare l’esatto riempimento, da operarsi nella notte del 31 stesso mese al 1° gennaio 1862, delle colonne di cui si compone la scheda, l’intestazione delle quali ne spiega chiaramente l’oggetto.
Nei primi di giorni di gennaio prossimo ritorneranno gli stessi Commessi collettori a ritirare le schede riempite, che ciascun capo famiglia è invitato a riconsegnare».

Gazzetta del 13 dicembre
Il re ha comprato mobili allo stan dei Martinotti padre e figlio (inventori di un metodo per cui i mobili possono «restringersi e raccorciarsi, quasi direi ripiegarsi»). Da sfruttare al momento del trasloco a Firenze 1864

Gazzetta di martedì 17 dicembre
Londra, 16 dicembre. Duolo in occasione della morte del principe Alberto.

Gazzetta di mercoledì 18 dicembre
«Abbiamo già dato il triste annunzio della sì pronta e inaspettata morte del Principe-Consorte. Il mattino di questo stesso luttuoso giorno il Court Journal spiegava l’origine della malattia di S.A.R. nei seguenti termini:
«’Il principe, dice quel foglio, ha assistito in questi ultimi giorni alla rivista del corpo dei volontari degli allievi di Eton e fu generalmente notato ch’egli sembrava malaticcio. Non v’ha dubbio alcuno che in quella circostanza S.A.R. avrà preso un nuovo raffreddore che si è convertito in febbre lenta accompagnata da dolori ai lombi. Un intenso raffreddore, quando l’ammalato si confina ermeticamente in un appartamento, deve sino a un certo punto alterar la salute e indebolirla; si è dovuto dare al principe la speranza, poco tempo dopo la febbre di raffreddore, di poter riprendere le sue abitudini ordinarie”».

La Gazzetta, Torino, sabato 21 dicembre
Leggesi nel Morning Post sotto la data di Windsor 16 dicembre:
«S.M. la Regina continua a sopportare la travagliosa sua prova con una forza d’animo che non si smentisce giammai. S.M. ricevette dai medici il consiglio di abbandonare il castello subitochè potesse dopo la morte del principe-comsorte. La partenza era stata prima aggiornata a lunedì e fu quindi differita al domani. La Regina non si è ancora potuta risolvere a partire, e mercoledì è il giorno stabilito, ma s’ignora se S.M. non si recherà presso il principe di Galles a Frogmore sin dopo le esequie. Il principe consorte spirò nell’appartamento conosciuto col nome di Camera del Re, ove morirono Giorgio IV e Guglielmo IV […] S.A.R. sarà seppellita nelle tombe reali della Cappella di San Giorgio […] Gli operai cominciarono a disfare il pavimento che copre l’entrata della sepoltura reale, e si dà opera all’innalzamento del palco che, come al solito, occuperà la navata ed i bassi lati, e sarà coperto di panno nero».

La Gazzetta, Torino 23 dicembre
Leggesi nel Moniteur Universal sotto la data di Londra, 17 dicembre:
«Le provincie si associano al dolore di Londra per la morte del principe consorte […] La Regina sopporta nobilmente il suo dolore e restringe intorno a sé la sua famiglia […] Londra è immersa nel dolore, i magazzini chiusi a metà; il bruno predomina in tutti gli abbigliamenti; sono deserti i teatri, sospesi i ritrovi privati e i pubblici differiti sin dopo le esequie.
La Regina e le principesse stanno per recarsi ad Osborne. Tosto dopo il fatale avvenimento fu inviato un corriere a Brusselle a re Leopoldo, che s’attende oggi giorno. Verrà altresì il principe di Prussia, ma la principessa soffre tanto che non può sopportare il viaggio. Alla Regina dorrà assai tale assenza. Il Paese ammira la condotta della principessa Alice. Lo scorso mercoledì, nel mattino, suo padre se la fece venire presso il letto e non le nascose che sentivasi mortalmente aggravato, al tempo stesso la pregò a vegliare sulla madre di lei, ma senza sgomentarla. Cominciando da tale momento la giovane principessa compiè con ammirabile devozione il doloroso assunto statole affidato dal padre. E quando al mercoledì si annunziò a S.M. che lo stato del principe non lasciava più speranza, negò essa di prestar fede. Tutta la notte del venerdì e la giornata del sabato la Regina e la principessa Alice non abbandonarono più l’ammalato.
Cagionò molta sorpresa la rapidità con cui il principe Alberto ci fu tolto. Bisogna sapere che il principe soffriva da due anni di una malattia organica, che ne aveva rovinato la costituzione. Si attribuisce altresì all’aria di Windsor una certa influenza su tale accidente. Il castello, collocato sopra una collina, è sano, è vero, ma la città è sovente desolata da pericolose febbri, che hanno qualche analogia con quella onde fu colpito il principe Alberto.
La morte del padre imporrà al principe reale nuovi e gravi doveri»

La Gazzetta, Torino 26 dicembre.
Leggesi nel Moniteur Univ. Sotto la data di Londra 20 dicembre:
«La Regina lasciò Londra per recarsi a Osborne, con gran pena e dopo le più dolorose dimostrazioni. Il principe di Galles accompagnò S.M. sino a Gosport e andrà a raggiungerla dopo le esequie. La principessa Alice rimane presso sua madre […] S.M. assunse incontanente le più rigorose gramaglie». Guerra intorno alla carica di cancelliere dell’università di Cambridge «lasciata vacante per la morte del principe». I liberali portano Palmerston, i loro avversari dicono che il cancelliere venne sempre scelto nella camera dei Pari, i conservatori non volendo a nissun patto lord Buccleugh, si rivolgeranno al principe di Galles.