Elisabetta Rosaspina, Corriere della sera 24/10/2009, 24 ottobre 2009
Spagna, i braccialetti anti-maltrattamenti non funzionano- Dovevano impedire che l’ex partner violento si avvicinasse alla vittima
Spagna, i braccialetti anti-maltrattamenti non funzionano- Dovevano impedire che l’ex partner violento si avvicinasse alla vittima. L’esperimento sospeso MADRID – Era l’ultimo legame delle coppie disfatte dal disamore e, peggio ancora, dalle botte: un braccialetto, pegno di separazione eterna, che marcava le distanze obbligatorie stabilite dal giudice tra l’(ex) partner violento e la sua vittima. Mezzo chilometro. Se il braccialetto elettronico al polso di uno inviava segnali troppo ravvicinati all’apparecchio ricevente dell’altro, scattava l’allarme al centro di sorveglianza. O meglio: sarebbe dovuto scattare l’allarme. Ma il pionieristico esperimento è stato dato per fallito a Madrid, dove erano in circolazione 186 dei nuovissimi congegni anti molestie, presentati prima dell’estate come il meglio del settore. Basati su modelli israeliani, i braccialetti incorporano un sistema gps e, come per i detenuti agli arresti domiciliari, sono sensibili a qualunque tentativo di essere neutralizzati da chi deve indossarli. Assomigliano, a prima vista, a un orologio e sono in grado di avvertire la vittima e la centrale di controllo quando il suo portatore è a 500 metri dal «bersaglio » e sta per entrare nella zona proibita. A quel punto la vittima ha il tempo di nascondersi e la centrale di intimare all’incursore di allontanarsi. Se ciò non avviene, interviene la polizia. O perlomeno questa sarebbe la procedura prevista fin dal 2006. Ieri però la Comunità autonoma di Madrid ha deciso di sospendere definitivamente il programma di protezione telematica e di rescindere il contratto con la ditta privata, «Ero & Staff», che lo aveva in appalto da due anni. Risulta, da denunce in procura, che i segnali di sconfinamento dei maltrattatori venivano troppo spesso ignorati, vanificando il sistema studiato per evitare agguati, pedinamenti, ritorsioni e altre brutali attenzioni da parte di chi era già stato riconosciuto colpevole di maltrattamenti in famiglia o preda di fatali attrazioni non più corrisposte. L’assessore della presidenza della Comunità, per Interni e Giustizia, Francisco Granados ha confermato che quattro dipendenti dell’azienda responsabile dei controlli erano stati denunciati per aver lasciato penetrare gli aggressori nell’ area off limits, senza segnalare alle autorità la violazione delle sentenze di allontanamento. Le conversazioni, registrate, tra gli impiegati della centrale e i sorvegliati sono ora all’esame dei giudici per stabilire se ci fu davvero eccessiva tolleranza da parte dei controllori. Ma Granados ha escluso anche che l’incarico possa essere affidato a un’altra società. La gestione dei braccialetti anti-maltrattamenti passerà invece al ministero dell’ Uguaglianza, retto da Bibiana Aido, che nel luglio scorso aveva già messo a disposizione dei giudici 3.000 braccialetti elettronici. L’aggressività «machista», secondo gli ultimi dati presentati al terzo congresso dell’Osservatorio sulla violenza domestica e di genere, è la terza causa di arresto e detenzione in Spagna, dove sono attualmente recluse 3.784 persone per soprusi e maltrattamenti fisici al partner, ossia il 5,7% del totale di 66.138 detenuti. Altri duemila sono in libertà condizionata o vigilata, e devono rispettare limitazioni di movimento e ordini di allontanamento. Tenere tutti d’occhio, per le forze di sicurezza, è praticamente impossibile e il sistema di protezione pareva la soluzione ideale.