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 2009  ottobre 24 Sabato calendario

Il declino e il crac di Cesare Ragazzi «Ma l’idea meravigliosa vale ancora»- «Ho sbagliato ad allargarmi, ma non sono un fallito» BOLOGNA – La cosa che più l’ha imbufalito non sono state le ironie e i giochi di parole sull’«idea meraviglio­sa » che ha fatto crac, fallita, finita in tribunale sotto il peso di debiti e con­ti in rosso

Il declino e il crac di Cesare Ragazzi «Ma l’idea meravigliosa vale ancora»- «Ho sbagliato ad allargarmi, ma non sono un fallito» BOLOGNA – La cosa che più l’ha imbufalito non sono state le ironie e i giochi di parole sull’«idea meraviglio­sa » che ha fatto crac, fallita, finita in tribunale sotto il peso di debiti e con­ti in rosso. E nemmeno che la notizia del suo tonfo avrebbe fatto il giro del mondo, per la gioia sottile di quei cal­vi da sempre rimasti orgogliosamen­te tali, gli stessi che negli anni Ottan­ta schiumavano bile quando lui, ex pelato, emergeva con chioma fluente dalla piscina di casa, riempiendo la ti­vù con quel «salve, sono Cesare Ra­gazzi » passato in pochi anni da spot a tormentone. No, quello che davvero l’ha mandato in bestia, più di qualsia­si libro contabile o curatore fallimen­tare, è stato sentirsi dare del «re dei capelli finti». A lui. «Eh no, questa non passa – ringhia ”. Ma quali ca­pelli finti! Quelli li vendono i cinesi. Io e la mia azienda ricostruiamo il cuoio capelluto sul quale poi innestia­mo capelli provenienti da donatori: in un centimetro quadrato ci stanno dai 120 ai 150 capelli. Tutto registra­to, tutto brevettato a mio nome. Per­ché, questo sia chiaro, io non sono fal­lito come persona...». Cesare Ragazzi, 68 anni, tre figli, un impero lungo 40 anni e 900 mila clienti dopo, è così: uno spot vivente. Anche adesso che la sua Company è stata dichiarata fallita, che il tribuna­le di Bologna ha nominato un curato­re fallimentare per salvare il salvabile e i 100 dipendenti dello stabilimento di Zola Predosa masticano da diverse settimane il pane duro della cassa in­tegrazione straordinaria, lui e la sua idea meravigliosa continuano a fare coppia. «Ci mancherebbe! – afferma – L’idea è ancora valida. Diciamo che s’è presa il raffreddore. Ora le spiego: pioveva forte, ma le banche non sono state carine con noi, non hanno volu­to darci l’ombrello e noi ci siamo ba­gnati come pulcini, capita... In altre parole: il nostro progetto era quello di espanderci, ma siamo rimasti sen­za denari, non era il momento giusto. Ma non è il mercato che ci manca: il mondo è pieno di calvi...». Anche i libri contabili della «Cesa­re Ragazzi Company», se è per que­sto, sono pieni di buchi. Indebita­mento alle stelle, tasse e contributi non pagati, pochissima liquidità: le relazioni del reviso­re e del collegio sin­dacale hanno mes­so impietosamente a nudo le difficoltà dell’azienda. Eppu­re Ragazzi, elmet­to in testa, non si arrende. Un visio­nario? «No, il suo ottimismo – afferma l’avvocato dell’azienda, Jader Ritrova­to – nasce da una considerazione og­gettiva: non ci troviamo di fronte ad un’impresa decotta, non è una crisi di mercato, ma di liquidità. Ci sono stati, non c’è dubbio, errori imprendi­toriali, ma paradossalmente questo fallimento è frutto soprattutto di un eccesso di mercato...». Si chiamano Cina e Stati Uniti i pas­si falsi del mai domo Ragazzi: è là, in quelle aree ancora vergini alla sua fi­losofia del capello, che l’uomo del­l’idea meravigliosa ha cercato di ri­creare le magiche atmosfere degli an­ni Ottanta. Senza però fare i conti con lo tsunami della crisi e la conse­guente stretta creditizia delle ban­che. Una lettura condivisa anche dal fronte sindacale: «Errori gestionali a parte, ci sono le condizioni per garan­tire la continuità della produzione’ dice Giacomo Stagni della Filtea-Cgil ”. Basti pensare che l’azienda ha an­cora molti ordini da evadere e per questo abbiamo chiesto al curatore fallimentare Claudio Solferini di pro­rogare oltre i 3 mesi l’esercizio prov­visorio ». La prossima frontiera, ora, è coin­volgere anche altri imprenditori sotto l’ombrello dell’«idea meravigliosa». L’avvocato Ritrovato presenterà a giorni in corte d’Appello un reclamo contro il fallimento con annesso pia­no di ricapitalizzazione dell’azienda. Si cercano compratori. «E Ragazzi – assicura il legale – resterà: la Com­pany non può prescindere dalla sua faccia». Lui non si fa pregare: «Certo che ci sarò: mica la darò vinta ai calvi: quello, sì, che sarebbe un fallimen­to...».