Francesco Alberti, Corriere della sera 24/10/2009, 24 ottobre 2009
Il declino e il crac di Cesare Ragazzi «Ma l’idea meravigliosa vale ancora»- «Ho sbagliato ad allargarmi, ma non sono un fallito» BOLOGNA – La cosa che più l’ha imbufalito non sono state le ironie e i giochi di parole sull’«idea meravigliosa » che ha fatto crac, fallita, finita in tribunale sotto il peso di debiti e conti in rosso
Il declino e il crac di Cesare Ragazzi «Ma l’idea meravigliosa vale ancora»- «Ho sbagliato ad allargarmi, ma non sono un fallito» BOLOGNA – La cosa che più l’ha imbufalito non sono state le ironie e i giochi di parole sull’«idea meravigliosa » che ha fatto crac, fallita, finita in tribunale sotto il peso di debiti e conti in rosso. E nemmeno che la notizia del suo tonfo avrebbe fatto il giro del mondo, per la gioia sottile di quei calvi da sempre rimasti orgogliosamente tali, gli stessi che negli anni Ottanta schiumavano bile quando lui, ex pelato, emergeva con chioma fluente dalla piscina di casa, riempiendo la tivù con quel «salve, sono Cesare Ragazzi » passato in pochi anni da spot a tormentone. No, quello che davvero l’ha mandato in bestia, più di qualsiasi libro contabile o curatore fallimentare, è stato sentirsi dare del «re dei capelli finti». A lui. «Eh no, questa non passa – ringhia ”. Ma quali capelli finti! Quelli li vendono i cinesi. Io e la mia azienda ricostruiamo il cuoio capelluto sul quale poi innestiamo capelli provenienti da donatori: in un centimetro quadrato ci stanno dai 120 ai 150 capelli. Tutto registrato, tutto brevettato a mio nome. Perché, questo sia chiaro, io non sono fallito come persona...». Cesare Ragazzi, 68 anni, tre figli, un impero lungo 40 anni e 900 mila clienti dopo, è così: uno spot vivente. Anche adesso che la sua Company è stata dichiarata fallita, che il tribunale di Bologna ha nominato un curatore fallimentare per salvare il salvabile e i 100 dipendenti dello stabilimento di Zola Predosa masticano da diverse settimane il pane duro della cassa integrazione straordinaria, lui e la sua idea meravigliosa continuano a fare coppia. «Ci mancherebbe! – afferma – L’idea è ancora valida. Diciamo che s’è presa il raffreddore. Ora le spiego: pioveva forte, ma le banche non sono state carine con noi, non hanno voluto darci l’ombrello e noi ci siamo bagnati come pulcini, capita... In altre parole: il nostro progetto era quello di espanderci, ma siamo rimasti senza denari, non era il momento giusto. Ma non è il mercato che ci manca: il mondo è pieno di calvi...». Anche i libri contabili della «Cesare Ragazzi Company», se è per questo, sono pieni di buchi. Indebitamento alle stelle, tasse e contributi non pagati, pochissima liquidità: le relazioni del revisore e del collegio sindacale hanno messo impietosamente a nudo le difficoltà dell’azienda. Eppure Ragazzi, elmetto in testa, non si arrende. Un visionario? «No, il suo ottimismo – afferma l’avvocato dell’azienda, Jader Ritrovato – nasce da una considerazione oggettiva: non ci troviamo di fronte ad un’impresa decotta, non è una crisi di mercato, ma di liquidità. Ci sono stati, non c’è dubbio, errori imprenditoriali, ma paradossalmente questo fallimento è frutto soprattutto di un eccesso di mercato...». Si chiamano Cina e Stati Uniti i passi falsi del mai domo Ragazzi: è là, in quelle aree ancora vergini alla sua filosofia del capello, che l’uomo dell’idea meravigliosa ha cercato di ricreare le magiche atmosfere degli anni Ottanta. Senza però fare i conti con lo tsunami della crisi e la conseguente stretta creditizia delle banche. Una lettura condivisa anche dal fronte sindacale: «Errori gestionali a parte, ci sono le condizioni per garantire la continuità della produzione’ dice Giacomo Stagni della Filtea-Cgil ”. Basti pensare che l’azienda ha ancora molti ordini da evadere e per questo abbiamo chiesto al curatore fallimentare Claudio Solferini di prorogare oltre i 3 mesi l’esercizio provvisorio ». La prossima frontiera, ora, è coinvolgere anche altri imprenditori sotto l’ombrello dell’«idea meravigliosa». L’avvocato Ritrovato presenterà a giorni in corte d’Appello un reclamo contro il fallimento con annesso piano di ricapitalizzazione dell’azienda. Si cercano compratori. «E Ragazzi – assicura il legale – resterà: la Company non può prescindere dalla sua faccia». Lui non si fa pregare: «Certo che ci sarò: mica la darò vinta ai calvi: quello, sì, che sarebbe un fallimento...».