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 2009  ottobre 24 Sabato calendario

Un chip nelle ruote L’ingorgo si evita copiando le formiche- File più snelle con le auto che si «parlano» Un sensore elettronico, gran­de come un dado da poker, in­serito nei pneumatici dell’auto­mobile

Un chip nelle ruote L’ingorgo si evita copiando le formiche- File più snelle con le auto che si «parlano» Un sensore elettronico, gran­de come un dado da poker, in­serito nei pneumatici dell’auto­mobile. Sarà lui a garantire alla nostra auto la sicurezza sulle strade e comunicare ai veicoli che seguono situazione della viabilità e condizioni del traffi­co. Benvenuti nel mondo delle auto «parlanti» e dei semafori «intelligenti», che renderanno più sicuri i nostri viaggi. Da ot­to anni al dipartimento di mec­canica del Politecnico di Mila­no stanno portando avanti il progetto Cybertyre, con tre vet­ture pronte per i test di collau­do. Il sensore ha la forma di un cubo con lato 15 millimetri. Es­sendo collocato all’interno del­lo pneumatico, si è posto il pro­blema di come alimentarlo. «L’ energia elettrica viene origina­ta dalla deformazione meccani­ca del pneumatico durante il rotolamento - spiega France­sco Braghin uno dei ricercato­re che partecipa al progetto ­abbiamo sviluppato un siste­ma a recupero energetico basa­to su materiali piezoelettrici e magnetostrittivi». Le informa­zioni del sensore riguardano le forze sviluppate tra pneumati­co e asfalto, le condizioni di usura della gomma nonché lo stato di aderenza (grip) del manto stradale. Duplice l’utiliz­zo dei dati raccolti. In primo luogo servono al veicolo stes­so per garantire sicurezza di marcia e frenata, visto che il computer di bordo le può asso­ciare al controllo del sistema frenante Abs. Il secondo aspet­to, non meno importate, ri­guarda lo scambio di informa­zioni in modalità wireless (sen­za fili) con i veicoli che seguo­no. «Abbiamo progettato un in­sieme di reti informative tra ve­icolo e veicolo (V2v), tenendo conto della velocità e affidabili­tà dei dati trasmessi - spiega ancora il professor Braghin - e del fatto che le informazioni si­ano scambiate solo con i veico­li che seguono, non con quelli in transito sulla carreggiata op­posta ». Ecco perché la rete è dotata di capacità selettiva del­le informazioni. Questo si rea­lizza trasmettendo dati aggiun­tivi quali posizione del ve­icolo, velocità e dire­zione. Insomma al «Poli» hanno la­vorato con la stessa logica che in natu­ra spinge le formiche a trasmette­re infor­m azioni di interes­se solo a quelle ap­partenenti al gruppo del­le stessa fila. Anche il Poli­tecnico di Torino con il Crf (Centro ri­cerche Fiat) e Csp Piemon­te, hanno messo a punto Vic­sum. Un progetto per la tra­smissione di dati wireless tra veicoli in movimento e una centrale di controllo traffico. Molteplici gli scenari proposti: dalla gestione traffico al con­trollo «intelligente» dei sema­fori. Ma anche l’invio di avvisi di emergenza per incidenti. «La segnalazione è affidata alle auto in transito, e trasmessa di veicolo in veicolo - spiega Clau­dio Casetti, docente di teleco­municazioni al Politecnico di Torino - selezionando tramite Gps solo i mezzi nell’area del disastro». I risultati del proget­to verranno presentati a Tori­no il prossimo 11 novembre. Già adesso alcuni navigatori di fascia alta integrano un siste­ma di controllo live della circo­lazione. «HD traffic», così si chiama il servizio sfruttando il segnale Gsm del cellulare, rile­va la posizione della singola au­to. Una centrale di controllo raccoglie le informazioni e ag­giorna in tempo reale la viabili­tà, trasmessa poi in tempo rea­le sul navigatore satellitare di bordo. Il sistema arriverà in Ita­lia a primavera del prossimo anno. Originale e volta al ri­sparmio è invece l’idea messa punto dal team dei Computer Labs dell’Università di Cambri­dge (Usa), per installare i rile­vatori wireless di transito di­rettamente sui lampioni della luce.