Alessandra Mangiarotti, Corriere della sera 27/10/2009, 27 ottobre 2009
Parlò di treni spezzati Il giudice lo reintegra- De Angelis era stato licenziato dalle Ferrovie MILANO – Aveva ricevuto la lettera di licenziamento di Trenitalia il giorno di Ferragosto di un anno fa
Parlò di treni spezzati Il giudice lo reintegra- De Angelis era stato licenziato dalle Ferrovie MILANO – Aveva ricevuto la lettera di licenziamento di Trenitalia il giorno di Ferragosto di un anno fa. Poche settimane dopo aver definito il caso degli Eurostar «spezzati» un campanello d’allarme per la sicurezza dei treni. Ora, dopo quindici mesi, il macchinista Dante De Angelis tornerà ai comandi di un treno: a stabilirlo è stato il Tribunale di Roma che, riconoscendo l’illegittimità del licenziamento, ha ordinato il reintegro del ferroviere- sindacalista. Una sentenza che è stata accolta con applausi e cori da un centinaio di persone. Tra queste anche i rappresentanti dei comitati nati dopo la strage di Viareggio. Il macchinista aveva presentato ricorso contro il licenziamento lo scorso febbraio. Al termine di un braccio di ferro con Ferrovie («mi era stato chiesto di ritrattare ogni parola») e un fallito tentativo di riconciliazione da parte del ministero dei Trasporti. Ieri la sentenza del giudice del lavoro che ha imposto all’azienda anche il pagamento delle retribuzioni perdute e le spese di giudizio. Tra sessanta giorni le motivazioni. «Sono sereno perché resto convinto di aver fatto il mio dovere», commenta De Angelis. «Appena sarà notificata la sentenza tornerò al mio posto di macchinista e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza: la libertà di espressione, sancita dalla Costituzione, non si può fermare fuori dai cancelli delle fabbriche ». Sulla sentenza intervengono anche i suoi avvocati, Piergiovanni Alleva e Pierluigi Panici: « una sentenza molto importante perché restaura il diritto di espressione e critica da parte dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e respinge la pretesa dell’azienda che voleva limitare questa libertà». Ma il legale dell’azienda, Enzo Morrico, ha ribadito: «Trenitalia ritiene di essersi correttamente comportata e di aver utilizzato il proprio potere disciplinare conformemente alle norme legali e ai precedenti giurisprudenziali». Dunque: «Ci riserviamo ogni eventuale valutazione solo al momento in cui saranno depositate le motivazioni » . Per De Angelis si tratta di un secondo ritorno in Ferrovie. Già nel 2006 era stato cacciato dall’azienda (e poi reintegrato) per essersi rifiutato di di guidare un treno dotato del sistema Vacma, il contestatissimo pedale di sicurezza a «uomo morto» abbandonato poi per un sistema più avanzato. Dopo lo «spezzamento » di due Etr 500 – rispettivamente il 14 e il 22 luglio del 2008, mentre i convogli uscivano ed entravano nel deposito di Milano – era tornato a puntare il dito sulla sicurezza. Parlando di «usura o inadeguatezza »: «Con il treno in linea e a carico di viaggiatori sarebbe stata una tragedia». Dichiarazioni che avevano fatto scattare prima un provvedimento disciplinare e poi il licenziamento per giusta causa. Un licenziamento, avevano motivato da Ferrovie, «non per aver diffuso notizie sull’episodio, ma per aver reso dichiarazioni false, infondate e pretestuose » . L’ultima battaglia ha trasformato il macchinista nel simbolo di chi chiede più sicurezza per i treni italiani: sindacalisti, pendolari e, dallo scorso 29 giugno, anche i comitati nati dopo la strage di Viareggio. «Abbiamo accolto la notizia del suo reintegro con un urlo di gioia», ha affermato Emiliano Favilla, assessore provinciale di Lucca alla Protezione civile. «De Angelis è stato anche più volte a Viareggio per chiedere che venga fatta giustizia». Con loro anche i colleghi del sindacato Orsa, che in una nota scrivono: «Non si può essere licenziati quando si denuncia insicurezza, ancor meno quando le denunce sono fondate». E Giorgio Cremaschi, segretario della Fiom-Cgil che un anno fa aveva parlato di «fascismo aziendale»: «Questa sentenza conferma la validità dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ».