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 2009  ottobre 27 Martedì calendario

MIO NIPOTE UN ARROGANTE SPAVENTATO"


Volevamo giocare al ”Far West”, era soltanto un gioco». Così Giovanni ha spiegato alla nonna il tiro a segno di venerdì pomeriggio in Barriera di Milano, che ha fatto finire in ospedale un’insegnante di 54 anni, colpita alla fermata dell’autobus, appena uscita da scuola. Poi, era toccato a un pensionato, preso di mira anche quando aveva incominciato a riprendere il gruppo di ragazzi che aveva sparato contro il vetro della finestra del salotto, all’ottavo piano. Pallini di metallo, usciti dalla canna di una pistola ad aria compressa.
Giovanni, 17 anni, è il giovane immortalato nei pochi secondi di video girato dal pensionato diventato bersaglio. Quelle immagini valgono più di tante parole: il ragazzo solleva un fazzoletto rosso davanti al viso, impugna l’arma a due mani e tende le braccia verso l’ottavo piano. «E’ vero, quello sono io, ma non ho sparato a quella signora in via Bologna» ha raccontato alla nonna. Quel pomeriggio, era con Hamed e Kareem. Spetterà agli agenti della Squadra Mobile chiarire chi abbia premuto il grilletto in via Bologna. Gli investigatori dovranno anche capire se il gruppo era formato soltanto da quei tre ragazzi, oppure se qualcuno si sia allontanato prima dell’intervento della polizia.
«Mio nipote è spaventato, spero che gli serva di lezione» dice nonna Maria, 67 anni, seduta sulla poltrona in cucina. Accanto a lei c’è la figlia Angela, di 37, la mamma di Giovanni. «Lo sa che per la prima volta dopo tanto tempo è tornato in parrocchia? Non voleva più andare all’oratorio, questa storia lo ha spaventato, mi creda» aggiunge la nonna. Giovanni è figlio unico, mamma che non riesce a risollevarsi dalla depressione, padre andato via di casa quando il bimbo era ancora piccolo e nonna a fare da madre e padre nello stesso tempo. «Mio nipote mi rifiuta, avrei voglia di dargli due sganassoni, ma a che servirebbe? Ormai, questa è una generazione schifosa, troppo ribelli e arroganti, non ti considerano» aggiunge.
Venerdì sera, in questura i tre erano strafottenti. Ancora la nonna: «E’ vero, quasi mi insultava davanti ai poliziotti. Era infuriato. Mi ha detto ”Contenta di avermi visto in queste condizioni?”. Da tempo gli dicevo che frequentava brutte compagnie, quel ragazzino nordafricano aveva già avuto problemi con la Giustizia. Ma mio nipote non mi voleva ascoltare. Adesso lo farà».
Lo stesso Giovanni ha ammesso con la nonna: «Quello lì mi ha portato sulla brutta strada». L’idea del tiro a segno, però, è un’altra storia. «Ma sì, era sempre davanti alla ”Playstation”, con quei videogiochi dove si spara in continuazione». Ma da qualche mese, aveva abbandonato anche quelli. «Non andava a scuola, non gli piacciono i libri. Stava fuori tutto il tempo. Lo so, avrei dovuto dirgli qualcosa. Ma non mi ascoltava» dice ancora nonna Maria. Niente scuola, niente oratorio, rifiuto della famiglia. «Guardi, le assicuro che è un bravo ragazzo. Soltanto, si trova a disagio. Vorrebbe un padre, una famiglia come tante altre, senza problemi. Sono certa che vorrebbe anche un genitore un po’ duro, che si facesse rispettare» racconta ancora la nonna. L’altra sera, Giovanni si è confidato con lei: «Sai, voglio tornare a scuola, per imparare un mestiere». La nonna ha sorriso, poi lui ha aggiunto: «Magari, sapendo che sono tornato a scuola, il giudice sarà più indulgente».

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