Irene Maria Scalise, la Repubblica 27/10/2009, 27 ottobre 2009
ZEPPE, STIVALI E BALLERINE. ECCO I NEMICI DI TENDINI E ANCHE
Ogni mattina lo stesso dilemma. La scarpa altissima o la ballerina? La sneakers o lo stivale? Tra alti e bassi la moda prevede sempre meno vie di mezzo. Ad interrogarsi su cosa indossare sono le donne di tutto il mondo e, secondo una ricerca dell´Institute for Aging Research at Hebrew SeniorLife e della Boston University School of Public Health, molte sbagliano. Il desiderio di sedurre, con un tacco 12 o con uno stivale da gatta, spesso mortifica il tendine. Ma attenzione all´utilizzo nel corso degli anni. Se oggi infatti volteggiare sui trampoli non crea difficoltà, un giorno potrebbe mettere le estremità (ma anche schiena e ginocchia) in crisi.
Una scelta oculata ma meno sexy invece, a lungo termine, paga: chi indossa scarpe basse, soprattutto le sneakers, corre la metà dei rischi di incappare in dolori cronici in futuro. Le calzature sono state così classificate in tre categorie: buone (scarpe da ginnastica o casual), medie (scarpe speciali o scarpe da lavoro), scarse (quelle ad alto rischio e che non offrono sostegno al piede, come sandali, scarpe con il tacco alto, ciabatte). I ricercatori, in un campione di più di tremila persone, hanno osservato che chi indossa i tacchi alti corre il pericolo di dover fare i conti con dolori alle anche, al tendine d´Achille e alla pianta del piede. Soprattutto se si tratta delle altezze imposte dalle passerelle: quelle che superano gli otto centimetri.
Bocciati anche gli stivali, specie se molto stretti perché bloccano la circolazione. Idem per le zeppe, di gran moda da qualche anno, che impediscono il movimento naturale del piede. E, a sorpresa, anche le scarpe modello ballerina non piacciono agli ortopedici. Le suole rasoterra mettono in tensione il tendine di Achille e non hanno capacità di assorbire i contraccolpi. Promosso il tacco intermedio, quello tra i tre e i cinque centimetri: purtroppo sempre più difficile da trovare. Molti meno errori tra gli uomini: solo il due per cento compromette la salute futura.