Maria Elena Vincenzi, la Repubblica 27/10/2009, 27 ottobre 2009
LO SCANDALO FA TREMARE LA ROMA DEI VIP. «QUEI CARABINIERI HANNO FATTO VARI COLPI»
Avvocati, imprenditori, medici, professori universitari, politici, commercialisti, giornalisti, calciatori ed ex piloti di Formula 1. Il caso Marrazzo fa tremare la "Roma che conta". Quella divisa tra una professione prestigiosa, un rapporto coniugale apparentemente normalissimo, e una vita segreta che racconta tutta un´altra realtà, fatta di appartamenti angusti, loculi fatiscenti in cui la televisione col satellite parla portoghese. Odore di fritto, urla da una porta all´altra, lametta e schiuma da barba appoggiate sul lavandino accanto a un reggiseno, spesso enorme.
Abitudini di tanti, tantissimi. Almeno fino a qualche tempo fa. Fino a che non è scoppiato lo scandalo di Marrazzo. Non venerdì scorso, no. Questa storia, nel mondo dei viados e dei loro clienti, era storia conosciuta da mesi ormai. E per loro, per i trans della capitale, da quel giorno la vita è cambiata. Non è più la stessa. Come se la privacy di cui vive la loro professione fosse stata violata, per sempre.
Thaynna, brasiliana di Bahia, 36 anni, è una specie di "capetta" in via Due Ponti. Anche lei, a quanto dice, ha avuto una storia con l´ex governatore («una sola notte»). lei a raccontare il mondo dei viados «come li chiamate voi italiani» e la tensione di questi mesi. «Tutto è iniziato il 30 luglio - spiega - quando Piero Marrazzo è andato con Natalì a casa sua, in via Gradoli. La trans ha prima chiamato lo spacciatore di fiducia e poi i carabinieri. Il pusher non è mai arrivato, forse anche lui sapeva dell´irruzione. Era tutto organizzato, anche la droga che si vede nel filmino ce l´hanno messa i carabinieri. Il governatore viene trovato in atteggiamenti intimi, viene filmato e gli vengono chiesti dei soldi, 50 mila euro a testa».
questo, secondo le trans che siedono e annuiscono al racconto di Thaynna, lo spartiacque, il giorno in cui il loro mondo viene stravolto e sconvolto. «Quando - continua - quei due militari hanno visto che il metodo funzionava, hanno iniziato a farlo sistematicamente, anche perché i nostri clienti sono persone facoltose. A volte filmavano, altre volte no. Entravano nell´appartamento, chiedevano soldi, rubavano quello che trovavano, computer, gioielli, profumi. Erano liberi di fare quello che volevano. Arrivavano anche fino a casa del cliente, non solo qui nei nostri appartamenti. A un ex pilota di Formula 1 hanno scucito 2 mila euro, a un professionista 7.500. Ma non c´erano minacce telefoniche, tutto si svolgeva lì per lì. Se avevi i soldi pagavi oppure facevi assegni, lasciavi il cellulare, il portafogli». Denunce ai carabinieri non ne venivano fatte. «Nessuno ci avrebbe mai creduto, noi siamo solo trans. Ma non ne voglio parlare, ho troppa paura». Il terrore delle divise qui, in via Due Ponti, è ovunque. Troppi permessi di soggiorno non in regola, il passato difficile alle spalle per alcuni, il timore di dover tornare in Brasile o di finire in galera.
E lo stesso è per i clienti, spaventati all´idea di finire sotto ricatto o minaccia. Video, foto (una che mostra Brenda e l´ex governatore era sul computer di Thaynna che giura di averla cancellata), minacce, irruzioni. Quella vita segreta che viene violentata. «I clienti ora ci chiedono di continuo se abbiamo foto o video sul cellulare, ci fanno spegnere i telefonini. Non vogliono più venire a casa. una cosa bella andare con i trans, una cosa normale. Ma ormai è tutto finito, almeno qui a Roma».