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 2009  ottobre 27 Martedì calendario

5 DOMANDE A

Annalisa Pistuddi-

Annalisa Pistuddi, psicoterapeuta a Milano, è autrice con Franco Avenia di Manuale sulla sexual addiction (Franco Angeli).
Dottoressa Annalisa Pistuddi, qual è il profilo psicologico del cliente di un transessuale?
«Nella mia esperienza, si tratta di uomini dai 30 ai 50 anni che patiscono una fortissima distanza emotiva dalle donne e che perciò cercano qualcuno di simile a loro: un uomo, appunto, che prova le loro stesse emozioni e che per di più si presenta con le sembianze iperfemminili di una donna estremamente sexy. I trans, proprio perché hanno sofferto molto nella propria vita, sono particolarmente accoglienti e disponibili. Ed essendo stati spesso rifiutati dalle famiglie d’origine, tendono a creare un focolare alternativo: invitano a cena, magari cucinano le torte. Il risultato è che da loro, inevitabilmente, si ritorna».
Per essere accuditi...
«... come dalla mamma. Già, sempre lì si casca».
C’è qualcosa di vero in quello che inquieta le donne quando si parla di questo tema, e cioè il sospetto che sia un po’ colpa della propria eccessiva virilizzazione?
«Senza dubbio le donne oggi appaiono più aggressive e più frettolose. Ma attenzione: il punto non è tanto se lo siano nella realtà, quanto il modo in cui vengono vissute. E’ una questione di rimandi, di risonanze psichiche».
E c’entra magari anche un fattore tecnico, e cioè il fatto che il trans, avendo un pene, è in grado di capire meglio le esigenze fisiche del proprio cliente?
«Sì, c’entra anche quello. Resta il fatto, incontrovertibile, che il trans ha organi genitali maschili. E che chi va a cercarlo presenta una componente, più o meno latente, per lo meno di bisessualità».
Dottoressa Pistuddi, come reagiscono le mogli?
«Con rabbia. Molto maggiore di quella che proverebbero se scoprissero di avere una rivale femmina. Perché il divario si fa incalcolabile, qualsiasi arma è spuntata, la competizione impossibile».