ItaliaOggi 27/10/2009, 27 ottobre 2009
GIAPPONE, UN PAESE DI VECCHI
Ormai è il paese più vecchio del mondo. In Giappone il 21% della popolazione è fatta di persone oltre i 65 anni. Non solo. Le ultime cifre fornite dal governo dicono che è stata superata la barriera dei 40 mila centenari: per l’esattezza, sono 40.399 i cittadini che hanno oltrepassato il secolo di vita. Se fosse solo per questo, in fondo se ne potrebbe parlare o scrivere un po’ romanticamente. Qui però i vecchi, più che fare tenerezza, sono al centro di una serie di problemi. E di tragedie.
Aumentano sempre più i casi di omicidio-suicidio tra le persone anziane. L’ultimo caso: lui, 81 anni, ha ucciso la moglie di 85 e poi ha tentato di togliersi la vita. Alla polizia ha spiegato di avere ammazzato la consorte per pietà: chi si sarebbe preso cura di lei una volta che egli stesso fosse morto? Le statistiche riferiscono che, tra gennaio e novembre 2008, sono state 21 le persone che hanno confessato di aver ucciso il loro marito (o la moglie) perché non potevano più occuparsene, o temevano di non riuscire a farlo.
Gli anni passano e, in una società chiusa come quella nipponica, la solitudine cresce. Basti pensare che, quasi la metà di chi si dedica agli anziani, è a sua volta ultrasessantacinquenne. Quello che era considerato il regno dell’efficienza e del lavoro, ora ha scoperto drammaticamente il proprio tallone d’Achille.
La politica, inoltre, non si è mai interessata molto ai rapporti sociali. Così, a metterci una pezza, sono alcune associazioni. Secondo Maruyama Yumiko, responsabile di un organismo che assiste i vecchi in un grande quartiere di Tokyo, le persone hanno vergogna a chiedere aiuto al prossimo, e più ancora a rivolgersi allo stato. Così vi sono casi di persone trovate morte in casa loro, senza che nessuno sapesse nulla. Succede anche da altre parti, ma nel paese del Sol levante non è una rarità. Se l’età media avanza, è inevitabile che molti anziani continuino a lavorare: un po’ per arrotondare la magra pensione, un po’ per continuare a tenersi in movimento. Ma è anche un modo per non sentirsi soli e non cadere in depressione.
Intanto le nascite sono inchiodate ai minimi termini: 1,37 bambini per donna nel 2008, mentre occorrerebbe arrivare a 2,07 per assicurare il ricambio generazionale. Se dovesse continuare così, nel 2025 la popolazione giapponese scenderebbe del 10% rispetto ai 127 milioni di cittadini attuali. Anche in Giappone ci si sposa sempre più tardi o non ci si sposa affatto. Più di un terzo di 30-35enni è ancora celibe. D’altra parte il Giappone rimane contrario all’immigrazione, che in altri paesi (tra cui l’Italia) porta a un incremento di popolazione. Al prezzo, però, di una società multietnica. Ma un paese di vecchi è insostenibile anche economicamente: chi pagherà la pensioni?