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 2009  ottobre 27 Martedì calendario

PAGAVA I TRANS E NON LE TASSE


È stato più facile a Natalie o a Brenda, i due transessuali frequentati dal presidente della Regione Lazio fare aprire a Piero Marrazzo il suo portafoglio che non a Giulio Tremonti. Lì dentro c’erano 5 mila euro ai primi di luglio quando Marrazzo fu scoperto da due carabinieri ladri e ricattatori in casa di un trans. Ma da quel portafoglio non usciva nemmeno un centesimo di fronte alle cartelle esattoriali inviate fin dal 1997 da Equitalia-Gerit per imposte e multe non pagate. Così alla società di riscossione del ministero dell’Economia il 16 febbraio scorso non è restata altra scelta che iscrivere ipoteca legale per 60.780,94 euro sulla villa di Riano di proprietà di Marrazzo e della sua attuale consorte Roberta Serdoz. L’ipoteca è stata registrata il 9 marzo 2009 e fino ad oggi non è stata cancellata. Ma secondo fonti ufficiose consultate da Libero alla fine dell’estate dopo 12 anni quel pagamento dovrebbe essere avvenuto e la villa di Riano liberata da ogni gravame. Sarebbe stato un peccato non averne la piena disponibilità dopo avere fatto tanto- Piero e Roberta- per non avere sulla propria abitazione casa nemmeno l’ipoteca di legge dovuta al mutuo. Villa Marrazzo infatti fu acquistata dai coniugi il 29 ottobre 2003. A vendere il precedente proprietario: Mariella Cacciarru. Non è una casetta: ha 19 vani, una corte e 16 porzioncine di terreno per un totale di 63 are. Non si sa quanto fosse stata pagata, ma qualcosa si può intuire dal mutuo ipotecario concesso quello stesso giorno dell’acquisto ai coniugi Marrazzo da Unipol Banca: capitale per 450 mila euro, durata ventennale e tasso di interesse annuo del 3,25%. Con il mutuo villa Marrazzo è stata ipotecata dalla banca. Per poco. Perché il 18 gennaio 2008 Piero e Roberta hanno saldato il dovuto e chiuso il mutuo. Via ogni ipoteca dal 29 febbraio 2008, giusto un anno prima che arrivasse la mazzata da Equitalia per le imposte e multe del 1997.

Certo da Governatore del Lazio le cose si sono fatte più delicate, ma alle gimkane fra mutui, ipoteche, tribunali e creditori Marrazzo c’era abituato da una vita. Sempre assistito dalle due principali ”banche rosse”, Unipol banca e Monte dei Paschi di Siena (Mps) che in un caso ha perfino generosamente perdonato il suo cliente non proprio esemplare nella puntualità delle rate. Se il rapporto con Unipol si è chiuso nel 2008, quello con Mps è vivo più che mai. Vale 1,3 milioni di euro il mutuo acceso insieme alla moglie Roberta il 12 luglio 2006 per l’acquisto a Vigna Clara, in via del Podismo, di un appartamento di 8,5 vani e box auto. Lo hanno venduto Ubaldo Sebastiani e Daniela Panzieri. E Mps ha fatto il resto: mutuo da 1,3 milioni di capitale, durata 25 anni e un tasso interesse annuo del 4,2%. L’anno dopo sempre il Monte dei Paschi ha concesso un altro mutuo a Marrazzo per una casa in via dei Giuochi Istmici, a Vigna Clara. Era il 23 novembre 2007. Finanziamento in capitale di 570 mila euro, tasso di interesse annuo del 5,49%, e maxi-durata: 30 anni. In questo caso la moglie Roberta è stata iscritta, come ”debitore non datore di ipoteca”.

Quella casa di via dei Giuochi Istmici sembra però un romanzo, una storia italiana che è il cuore della storia stessa di Marrazzo. Basti dire che fra contese, tribunali e colpi di scena quello del 2007 era il terzo mutuo ipotecario concesso da Mps a Marrazzo per lo stesso immobile . Fu assegnata il 15 aprile 1986 a Marrazzo dalla cooperativa edilizia di cui era socio e che l’avrebbe costruita. La coop si chiamava ”La Fortuna mi ha sorriso” un nome che sembra una beffa. Il suo valore fu stabilito inizialmente in lire 7 milioni e 360 mila. Una volta costruita Marrazzo bussò per la prima volta alla porta del Monte dei Paschi. Gli fu aperta e il 23 ottobre 1993 sottoscrisse un mutuo fondiario con iscrizione di ipoteca convenzionale : valore 170 milioni, durata 15 anni e interessi del 13,20% annui. Fra capitale, spese ed accessori la somma complessiva fu di 510 milioni di lire. Ma la fortuna non sorrideva affatto. Il 22 novembre 1994 con decreto ingiuntivo della pretura circondariale di Salerno venne iscritta ipoteca giudiziale su casa Marrazzo per un debito non onorato da parte con l’ingegnere Giuseppe Gabola di Torino. Il debito era di 9.716.000 lire più interessi per un totale di 15 milioni. Ci vorranno sette anni per ricomporre la vicenda: il 16 novembre 2001 alla conservatoria di Roma venne annotata la cancellazione totale dell’ipoteca per intervenuto accordo fra le parti. Guai finiti? Tutt’altro. Il 22 aprile 1995 Mps che solo due anni prima aveva concesso il mutuo iscrisse nuova ipoteca giudiziale su casa Marrazzo grazie al decreto ingiuntivo ottenuto dal presidente del Tribunale di Roma il 12 aprile. A Marrazzo si contestava il mancato pagamento di 230 milioni di lire: 125,9 milioni per ”sorte ingiunta”, 52,1 milioni per un triennio di interessi al tasso convenzionale del 13,75% annuo, 50 milioni per spese di registrazione, notifiche, tassa ipotecaria non rimborsata, spese in evento di lite e varie più altri 1,8 milioni liquidati per decreto dal tribunale di Roma. La contesa si chiuderà anche qui il 16 novembre 2001. Ma nel frattempo la casa venne sottratta a Piero per tutt’altre vicende. Il 6 marzo 1998 per ordinanza presidenziale emessa dal presidente del Tribunale civile di Roma casa Marrazzo fu assegnata con verbale di separazione consensuale alla moglie e madre delle sue prime due figlie, Isolina Fiorucci. Per errore quel giorno verrà trasferita la proprietà a Isolina, con atto poi corretto il 26 aprile 2004 specificando che ad essere trasferita a Isolina non era la proprietà, ma solo il diritto di abitazione.

C’è una sola casa che risulta ancora appartenere a Marrazzo libera da mutui e da storie intricate. E’ la villetta acquistata per 23 milioni a San Felice Circeo nel lontano 1976 da papà Giuseppe (celebre giornalista Rai) e mamma Luigia e divisa in parti uguali fra i coniugi, il figlio Piero e il figlio di primo letto della mamma: Eugene Richard Spina (nato a New York il 10 gennaio 1947). Nove anni dopo, nel triste 1985, Piero perderà nel giro di pochi mesi prima il padre e poi la madre. E quella villetta sulla strada Terracina-San Felice Circeo, con 4 camere, accessori e giardino, entrerà nell’asse ereditario. Il padre la divise fra Piero e Giampiero Marrazzo, che l’atto testamentario inquadrò come ”figlio naturale riconosciuto”, nato a Roma il 7 dicembre 1979. Mamma lasciò la sua parte divisa equamente fra Piero ed Eugene. Alla fine il presidente autosospesosi dalla giunta regionale del Lazio ne ha il 50% e ne è l’erede principale.