Diego Motta, Avvenire, 27/10/2009, 27 ottobre 2009
PENDOLARI, I SOLDI CI SONO. I TRENI? ATTENDERE PREGO
Si sta muovendo qualcosa nell’annosa vicenda dei pendolari ferroviari? Quali soluzioni si intravedono per i «forzati del treno», che da anni denunciano disservizi, ritardi, scarsa pulizia sulle carrozze di mezza Italia?
Da qualsiasi punto la si veda, la questione che coinvolge milioni di viaggiatori resta controversa. Eppure, lo scorso 7 settembre, le Ferrovie dello Stato hanno annunciato «una svolta storica» sul versante del trasporto regionale locale, con un piano di investimenti di due miliardi di euro e nuove misure per l’ammodernamento e il potenziamento del materiale rotabile, ormai logorato dal tempo.
Non solo: insieme ai fondi, il gruppo guidato da Mauro Moretti ha inaugurato la stagione delle intese con le Regioni, vero nodo-chiave per una politica di mobilità condivisa sul territorio. Basta questo per dire che lo scenario è cambiato? Assolutamente no per i pendolari, che vorrebbero manutenzioni immediate sui treni e maggiore puntualità, assolutamente sì per il governo che, per bocca del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, definì nel settembre scorso gli accordi siglati per i nuovi contratti di servizio una «felice triangolazione Stato-Regioni-Fs che creerà positivi incrementi anche sul Pil».
La voce di chi viaggia
«I treni nuovi promessi da Trenitalia non arriveranno domani, ma tra tre anni» spiega Sonia Zarino, responsabile del coordinamento dei pendolari liguri, che non esita a definire «la nostra situazione come quella di Davide contro Golia». E mentre le tensioni che talvolta riaffiorano tra Moretti e i governatori sembrano essere state appianate col recente accordo sui contratti di servizio (sottoscritti da tutti, ad eccezione del Piemonte) chi viaggia a bordo dei treni continua a essere insoddisfatto. L’ultimo studio presentato nel gennaio scorso insieme a Federconsumatori parlava di 100 ore di ritardo accumulate in media ogni anno da ciascun pendolare, sempre più vittima di convogli vecchi, vetture sporche e biglietterie cancellate. «Il punto è che ci tengono fuori da qualsiasi tavolo negoziale – spiega Giorgio Dahò, responsabile del comitato lombardo dei pendolari ”. Quanto all’impegno appena assunto dalle Fs, se c’era da aspettarsi risultati nell’immediato, finora non se ne sono visti. Ma nel nostro caso, bisogna ancora capire cosa ha in mente di fare la Regione, che finora si è limitata alle buone intenzioni e non ha fatto invece chiarezza sulla nuova società unica» nata d’intesa tra Trenitalia e Ferrovie Nord. Nel migliore dei casi, sostiene Dahò, «il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto. Certo, se non ci fossimo stati noi a fare pressioni in questi anni, la situazione dei trasporti locali sarebbe ancora all’anno zero». «Di ottimismo parlerei sì, ma solo in prospettiva – osserva Beppe Poli, coordinatore dei pendolari dell’Emilia- Romagna – La consegna del materiale rotabile avrà tempi lunghissimi e nell’immediato assisteremo alle solite scene: carrozze tolte e non sostituite, porte guaste, sovraffollamento in crescita». A Bologna aspettano il 13 dicembre, quando verrà inaugurato il tratto ad Alta Velocità che collega il capoluogo emiliano a Firenze, ma non si fanno illusioni. «Il Freccia Rossa toglie spazio ad altre tipologie di treni, bloccando migliaia di pendolari che restano diversi minuti in attesa sui convogli che aspettano di entrare in stazione».
La strategia delle Ferrovie
«Col Freccia Rossa la puntualità è migliorata – replica Giancarlo Laguzzi, responsabile nazionale dei trasporti regionali di Trenitalia ”. Avendo a disposizione due binari in più, l’aumento di capacità ha avuto effetti positivi anche sul trasporto locale». Per il Gruppo Ferrovie dello Stato, che proprio ieri al Politecnico di Milano ha lanciato il progetto di realizzazione del «treno più bello del mondo», la questione pendolari è una spina nel fianco, intorno a cui sta crescendo, però, un’attenzione condivisa col governo e le regioni. «Dire che tutto cambierà nel giro di poche settimane non ha senso, però almeno adesso i fondi ci sono – fa notare Laguzzi – In realtà molto sta già cambiando: in Campania, Molise, Puglia e Basilicata, gli standard di pulizia dei treni si stanno modificando radicalmente. Entro il 2010 arriveranno 2.300 carrozze completamente ristrutturate e per l’inizio del 2012 le carrozze nuove a doppio piano». L’eterno duello coi pendolari correrà su binari paralleli ancora per un po’. Nell’attesa, la mediazione spetta alle Regioni.