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 2009  ottobre 27 Martedì calendario

STREGHE E MASCHERE

La maledizione della Strega Micilina - Nel viaggio alla ricerca del Mistero, storia e leggenda si fondono creando "l’immaginario" ed è in questo sottile strato che separa la realtà dalla fantasia che l’uomo si aggira affascinato dal "misterioso", nascono così i luoghi magici e misteriosi che hanno scritto non solo pagine di storia ma anche narrativa e si sono fuse nelle favole raccontate dai nostri nonni. Bricchi coperti dalla bruma delle notti autunnali, vigneti punteggiati dai tetti delle cascine dove da generazioni si lavora la terra. Qui, tutto pare irreale e misterioso e così storia e leggenda accompagnano lo scandire del tempo creando una dimensione in cui ... tutto è possibile, anche incontrare una masca! Se le leggende corrono lungo i fiumi le Langhe e il Roero sono un libro aperto!
La scenografica piazza di Pollenzo (CN) fa da storico sfondo alle tragiche persecuzioni a cui furono sottoposte tante povere vittime della superstizione. "Anno Domini 1544".
Sono gli anni che hanno caratterizzato la "Caccia alle Streghe", anni in cui l’invidia, l’ignoranza, l’intolleranza e il rancore bastavano a fare puntare il dito accusatore e condannare a morte.
Piccola, umile, avvilita e stanca per le torture subite, Micaela Angiolina Damasius, detta Micilina, avanzava tra la folla urlante. La lunga veste nera e la bianca cuffietta in testa la rendevano più simile ad una donna di casa che ad una perfida strega dedita a riti satanici e patti demoniaci.
Accusata di stregoneria avanzava tra la folla di curiosi del ..macabro che, giunta da ogni luogo, urlava accalcandosi per assistere al processo. Condannata a morte mediante il rogo verrà arsa sulle colline di Barolo. L’unica cosa che l’Inquisitore ottenne fu che alla poveretta venisse risparmiata la tortura con le tenaglie, i ferri roventi, e il piombo fuso, che erano inflitte poi condannati a morte.
Il 29 luglio 1544 Micilina fu caricata sul carro trainato da due buoi bianchi, condotta sulla collinetta brulla venne legata ad un vecchio castano morto, che era l’unico albero di quel luogo e bruciata viva.
Ma qui la leggenda vuole che la donna, liberatasi dal bavaglio, avvolta dalle fiamme, urlasse sghignazzando e maledicendo: "Maledetti! Non saranno le fiamme a farvi liberare di me. Verrà una tremenda guerra che terminerà solo quando riappariranno bianchi i due buoi che ora farò diventare rossi". I due buoi divennero rosso fuoco e impazziti piombarono sulla folla calpestandola, incornandola seminando morte e distruzione. Le fiamme si spensero improvvisamente e le scintille si sparsero sui presenti bruciandoli, altre caddero sulle case del paese e ovunque fu la morte a regnare. Da allora la collina fu recintata e nessuno osò entrare. Ancora oggi, chi si avventura in quel luogo di supplizio può vedere alcune macchie rosso vivo sul terreno: si dice che sia il sangue della povera Micilina.