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 2009  ottobre 27 Martedì calendario

L’ANNO NERO DELLE BANCHE: BOOM DEI CREDITI DUBBI

Il valzer delle aggregazioni ormai ha fatto il suo tempo. E la panoramica dei big del credito italiano non varia più molto da un anno all’altro. Ma è interessante verificare cosa è successo negli ultimi anni da un’altra prospettiva, quella dell’aggregato delle circa 600 Spa bancarie della Penisola. In particolare sul fronte dei crediti.
Secondo i dati elaborati dall’ufficio studi di Mediobanca, dal 2003 al 2008 i crediti verso imprese e famiglie sono aumentati dell’86%, vale a dire al ritmo del 13,2% all’anno, con una frenata nel 2008, quando la crescita è stata del 10%. Gli effetti della crisi saranno più visibili quest’anno ma già lo scorso anno si è assistito a un deterioramento del credito. Le sofferenze del sistema, infatti, hanno registrato un’impennata del 17%, vanificando i progressi degli anni precedenti. Trend accentuato nella categoria delle banche popolari che nell’arco dei sei anni hanno ridotto l’ammontare dei crediti in sofferenza del 13,7%, salvo registrare una ripresa del 19,4% nel 2008.
Ma ancor più forte è stato il balzo delle partite incagliate, aumentate di oltre il 45% contro un ritmo di crescita nel periodo considerato dell’8,3%. Gli incagli segnalano difficoltà temporanee nei pagamenti: si vedrà nei bilanci di quest’anno quanto temporanee. Nel complesso, la percentuale di crediti dubbi sul totale degli impieghi è salita dal 2,9% al 3,4%, crescendo ancora al 4,5% nel primo semestre 2009 per le principali banche. Da segnalare l’aumento della leva (rapporto tra totale dell’attivo tangibile e patrimonio netto tangibile) da 11,2 volte (nel 2007) a 13,2 volte (nel 2008).
Nel frattempo si sta discutendo di rivedere i criteri per il calcolo dei parametri di vigilanza. I dati di sistema per il 2008 sono ancora relativamente "buoni", con una media per il tier 1 che si conferma al 7,6%, mentre il coefficiente di solvibilità totale sale al 10,9% dal 10,4% precedente. In vista di una stretta sui criteri prudenziali, spannometricamente, se si dovessero sostituire gli strumenti validi ai fini del Tier 2, si potrebbe stimare in circa 60 miliardi l’esigenza di rafforzamento patrimoniale del sistema.
Particolare in questo contesto l’andamento delle banche di credito cooperativo, che più di altre categorie sono concentrate sull’attività bancaria tradizionale. I crediti dubbi nel complesso sono cresciuti più che nel resto del sistema (+90,8% contro +86%), ma le sofferenze, le partite più problematiche, rappresentano solo il 25% del totale contro il 41% nella media del sistema. Molto più elevati inoltre i parametri di solidità, benchè in ridimensionamento: il tier 1 è passato dal 14,5% del 2007 al 13,8% del 2008, il coefficiente totale dal 15,2% al 14,5%. Per il resto la classifica dei big vede sempre in testa UniCredit per totale dell’attivo tangibile (1.019 miliardi di euro), davanti a Intesa-Sanpaolo (609 miliardi) e a Mps (206 miliardi). Più sotto, Ubi banca sorpassa il Banco Popolare salendo alla quarta posizione. Per Roe (return on equity) nessuno però batte la Cassa di risparmio di Venezia ( gruppo Intesa) col 48,6%. Quanto alle assicurazioni, i premi delle 138 compagnie considerate, che rappresentano il 98% del sistema, nel 2008 risultano in calo del 7,5% a 92,8 miliardi. Da segnalare il calo dei proventi da investimenti attribuiti ai rami tecnici (-9,7 miliardi nel 2008), che portano in rosso per 1,8 miliardi il risultato aggregato contro i 5,4 miliardi di utili precedenti. La classifica per premi lordi conferma in testa Generali (64,8 miliardi), seguita a distanza da FonSai ( 11,5) e Unipol (7,8).