Paolo Baroni, La stampa 26/10/2009, 26 ottobre 2009
DOMANDE E RIPOSTE
L’Irap, una tassa da 40 miliardi
Perché è tornato di moda il taglio dell’Irap?
una richiesta particolarmente caldeggiata dalle imprese, in quanto tassa tra le più «odiose». Nei giorni scorsi, rispolverando uno dei impegni dell’ultima campagna elettorale, il presidente del Consiglio Berlusconi, in un messaggio all’assemblea degli artigiani della Cna, ha confermato di volerla abolire aprendo una mezza crisi nel governo. Il ministro dell’Economia Tremonti è infatti contrario ad una mossa «avventata» in una fase di un le entrate calano per colpa della recessione.
Come nasce questa tassa?
E’ stata istituita nel 1997 da Vincenzo Visco, allora ministro delle Finanze del primo governo Prodi, per sostituire una serie di balzelli locali come Ilor, Iciap, tassa sulle partite Iva e tassa della salute.
Come viene calcolata?
L’Irap «colpisce» il valore della produzione netta di un’impresa, con un’aliquota che può variare dal 3,9% all’8,5% a seconda dei settori cui si applica. Per il settore agricolo e la pesca sono previste però riduzioni, agevolate anche le microimprese, mentre per banche, assicurazioni e società di intermediazione mobiliare il regime è meno favorevole.
Quanto frutta all’anno?
Il gettito complessivo negli ultimi anni oscilla attorno ai 38-41 miliardi a seconda dell’andamento dell’economia. Nel 2008 era pari a 38,5.
Quanto costa abolirla?
Cancellare completamente l’Irap allo Stato costa 27 miliardi di euro, perché su un totale di 38 miliardi circa 10 sono versati dalle amministrazioni pubbliche.
A che cosa serve?
Il gettito finanzia la spesa sanitaria, di cui copre circa il 40% del budget, ed ha come destinatario ultimo le Regioni. Alla Lombardia spetta la fetta più ricca (9,1 miliardi, pari al 65% del bilancio della sanità), seguono Lazio (4,9), Veneto (3,8), Emilia Romagna (3,3) e Piemonte (2,9).
Quanto costa alle imprese?
Secondo gli ultimi dati disponibili (dichiarazioni 2007), elaborati dalla Cgia di Mestre, il costo medio dell’Irap a carico delle imprese private è pari a 7.404 euro. A versare di più sono le imprese lombarde che devono sopportare un peso economico medio pari a 10.938 euro. Seguono Lazio (10.513 euro), Veneto (7.475), Emilia Romagna (7.449), Friuli V.G. (7.394), Piemonte (7.261).
Cosa pensa di fare Berlusconi?
Dopo l’incidente di giovedì con Tremonti, palazzo Chigi ha chiarito che l’idea è quella di procedere con un taglio graduale dell’Irap sino alla sua soppressione. L’intervento andrà ovviamente fatto tenendo conto delle disponibilità di bilancio, ovvero senza aumentare il deficit (e quindi utilizzando o nuove entrare oppure introducendo nuovi tagli di spesa), non immediatamente ma nell’arco della legislatura. La prima mossa potrebbe essere quella di aumentare dagli attuali 9.500 sino a quota 15.000 euro la franchigia che oggi viene concessa alle piccole imprese (entro 181 mila euro di fatturato annuale).
Cosa propone la Lega?
Sabato al Forum della piccola impresa il ministro Calderoli ha proposto di dedurre la parte di Irap relativa al costo del lavoro e gli interessi passivi dal reddito dell’impresa. Solamente quest’ultima misura secondo le stime della Cgia di Mestre costa 3,5 miliardi di euro.
Ci sono altre proposte nella maggioranza?
In molti all’interno del Pdl sollecitano interventi più consistenti per rilanciare l’economia. Ad esempio il senatore di An Mario Baldassarri propone un taglio più netto, da 8-12 miliardi a seconda delle soglie dimensionali delle imprese, consentendo la detrazione piena dall’Irap del costo del lavoro.
Cosa pensa Visco della polemica sulla «sua» tassa?
Secondo l’ex ministro Visco L’Irap è una «imposta equilibrata» e la proposta di ridurla, vista la situazione dei conti pubblici italiani, è «affabulazione»: «se vogliamo fare bancarotta bisogna continuare così». Se invece ci fossero le risorse «la priorità sarebbe la riduzione dell’Irpef sul lavoro dipendente» perché su questo fronte si è creato «uno squilibrio micidiale che, se i sindacati non fossero responsabili, ci sarebbero già gli estremi per una rivolta fiscale».
E’ pensabile sostituirla
con una quota del gettito dell’Iva?
Secondo Visco non conviene perché l’Iva è «l’imposta più evasa d’Europa e il gettito uno dei più bassi».
Cosa dicono le Regioni?
In linea di principio non sono contrarie, ma dal momento che l’Irap è una voce fondamentale per finanziare la sanità pretendono che lo stato garantisca loro una finanziamento alternativo ed equivalente.
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