Silvia Bizio, la Repubblica 26/10/09, 26 ottobre 2009
La Cenerentola nera che fa piangere l´America - Dal debutto al Sundance festival, la sua è stata una corsa inarrestabile, tra premi, entusiasmi ma anche discussioni polemiche
La Cenerentola nera che fa piangere l´America - Dal debutto al Sundance festival, la sua è stata una corsa inarrestabile, tra premi, entusiasmi ma anche discussioni polemiche. Precious: basato su Push, un romanzo di Sapphire (è questo il titolo completo del film) in Usa è già un fenomeno cinematografico che sta già facendo discutere l´America prima ancora di essere visto nelle sale (uscirà il 6 novembre, in Europa arriverà l´anno prossimo) riaprendo ferite mai guarite della storia passata, a cominciare da quella sul degrado e la vita povera nei ghetti neri. Lì, al Sundance, il film di Lee Daniels si presentava come un curioso dramma sulla vita nelle comunità nere: un manager, diventato prima produttore (Monster´s Ball) e poi regista che firmava ora il suo secondo film, forte per di più di un cast variegato, bizzarro che comprendeva anche star musicali come Lenny Kravitz e Mariah Carey. Ma quando a fine proiezione, gli spettatori con gli occhi pieni di lacrime lo avevano applaudito emozionati, si era capito come sarebbe finita: tre premi, compreso quello ambitissimo del pubblico e un premio speciale della giuria per l´attrice Mo´ Nique che recita la mostruosa madre. Ora il film è in corsa per gli Oscar, ma soprattutto è diventato lo spunto che ha scatenato nuove discussioni su quanto l´America di Obama sia davvero pronta a fare i conti con la drammatica realtà dei ghetti neri urbani. A farlo è un film dalla storia tremenda e felice, tragica e catartica insieme. Ambientato ad Harlem nel 1987, tratto dal romanzo "Push" del 1996 scritto in slang e carico di rabbia da una poetessa e scrittrice afroamericana, nota semplicemente come Sapphire, Precious racconta la disperazione e la rabbia di Claireece "Precious" Jones (magistralmente interpretata dalla 24enne Gabourey Sidibe, una ragazza di Harlem), sedicenne afroamericana obesa, messa incinta per la seconda volta da suo padre, orribilmente abusata psicologicamente e fisicamente da una madre odiosa e perfida. A differenza del libro dove si leggono pagine di insuperabile orrore (Precious costretta a fare sesso orale con la madre, Precious che scopre di essere positiva all´HIV...), il film offre una speranza: povera, analfabeta, Precious verrà spinta dalle assistenti sociali ad andare a scuola e lì si convincerà che tra i libri la vita può offrirle delle possibilità finora sconosciute, che lì può forse trovare se stessa. Il film è stato realizzato con 8 milioni di dollari, grazie alla coppia di imprenditori di Denver la cui famiglia aveva fondato il gigante della tv via cavo TCI: acquistato dalla Lionsgate per 5.5 milioni di dollari, nessuno, nemmeno forse lo stesso Daniels, immaginava l´ascesa fortunata che poi ha avuto. Dopo il Sundance è stato applaudito a Cannes (un´ovazione di 15 minuti), al festival di Toronto (dove ha vinto il premio del pubblico, lo stesso che l´anno scorso si è aggiudicato Slumdog Millionaire), è stato selezionato al New York Film Festival. Oprah Winfrey ne è diventata una vera e propria testimonial. L´ultimo numero del New Times magazine dedica a Precious, e al suo regista (un afroamericano di 50 anni, omosessuale e con un´energia da ventenne), la sua storia di copertina. Il perché si spiega facilmente: successo a parte, l´omissione di Precious dalla lista dei candidati per il prestigioso Gotham Award di New York è stata criticata a furor di popolo, ha riacceso un dibattito mai sopito e ha scatenato accuse di razzismo, e soprattutto ha riaperto il discorso sulla difficoltà di trasformare le dure realtà africoamericane dei ghetti urbani in film accettati da tutte le categorie di pubblico. Tutti argomenti su cui la società americana è ancora molto vulnerabile. Obama o non Obama.