Guido Surza, la Repubblica 26/10/09, 26 ottobre 2009
Pena ridotta a omicida grazie a un gene. «Ha una predisposizione all´aggressività» - L´ulteriore sconto di un anno sulla pena perché giudicato "vulnerabile geneticamente"
Pena ridotta a omicida grazie a un gene. «Ha una predisposizione all´aggressività» - L´ulteriore sconto di un anno sulla pena perché giudicato "vulnerabile geneticamente". Con queste motivazioni, che si fondano su un´indagine cromosomica del tutto innovativa in un accertamento giudiziario, la Corte d´assise d´appello di Trieste ha portato a 8 anni e 2 mesi di reclusione la condanna nei confronti d´un algerino che il 10 marzo 2007 in centro a Udine uccise a coltellate un colombiano che l´aveva deriso. Ed è stato "sondato" anche l´aspetto sociale del caso, ritenendo che la patologia psichiatrica da cui l´assassino è affetto, «implementata dallo straniamento dovuto all´essersi trovato nella necessità di coniugare il rispetto della propria fede islamica integralista con il modello comportamentale occidentale, abbia determinato un importante deficit nella sua capacità d´intendere e volere». Era stato l´avvocato Tania Cattarossi, difensore del reo confesso omicida Abdelmalek Bayout, a chiedere il massimo di riduzione della pena per la seminfermità mentale dell´uomo. Così i giudici (presidente ed estensore della sentenza Pier Valerio Reinotti, scrittore di libri gialli) hanno disposto una superperizia che ha "indagato" anche sui geni dell´algerino, oltre che nella sua psiche. La diminuita imputabilità, che trova ragioni nel "bagaglio genetico" dell´uomo, ha portato all´ulteriore sconto di pena. I periti Giuseppe Sartori e Paolo Pietrini hanno cercato in Bayout «polimorfismi genetici significativi per modulare le reazioni a variabili ambientali fra i quali in particolare per quello che interessa nel caso di specie l´esposizione a eventi stressanti e a reagire agli stessi con comportamenti di tipo impulsivo». Un´indagine innovativa che - scrive il giudice Reinotti - «avrebbe consentito di accertare che l´imputato risulta possedere almeno uno se non tutti e due gli alleli che, in base a numerosi studi internazionali riportati sinora in letteratura, sono stati riscontrati conferire un significativo aumento del rischio di sviluppo di comportamento aggressivo, impulsivo (socialmente inaccettabile)». In altre parole, certi "geni" presenti nel patrimonio cromosomico dell´imputato lo renderebbero particolarmente reattivo in termini di aggressività - e conseguentemente vulnerabile - in situazioni di stress. La mente e il Dna dell´algerino sono stati sondati in vario modo con test, risonanze magnetiche dell´encefalo e colloqui, arrivando a concludere che la sua vita è stata fortemente influenzata, oltre che dalle tradizioni culturali della famiglia d´origine, anche da regole comportamentali connesse alla fede islamica che avrebbero reso più problematico il suo inserimento in un contesto sociale profondamente diverso quale quello della provincia italiana. Il movente derivava dal fatto che Bayout, solito truccarsi gli occhi con il kajal (apparentemente per motivi religiosi) disse d´essere stato apostrofato dai sudamericani col termine di "frocio", accusa ritenuta particolarmente sanguinosa nel contesto sociale e religioso da cui proviene.