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 2009  ottobre 26 Lunedì calendario

Matrimoni in via d´estinzione: gli americani snobbano l´altare - Coppie ”regolari”, un tempo così si definivano quelle al primo matrimonio e con i figli nati all´interno dell´unione

Matrimoni in via d´estinzione: gli americani snobbano l´altare - Coppie ”regolari”, un tempo così si definivano quelle al primo matrimonio e con i figli nati all´interno dell´unione. Presto saranno un´eccezione, una razza in via di estinzione, rivela uno studio americano. Il matrimonio è un´istituzione condannata, è più in crisi oggi che negli anni del femminismo e della rivoluzione sessuale, della contestazione e della ”coppia aperta’. Ma con quali conseguenze sulla stabilità sociale, sul nostro benessere, sulla salute collettiva? Se lo chiedono i quindici esperti che in America hanno pubblicato lo U.S. Marriage Index. Questo indice è a sua volta la sintesi di cinque statistiche. La percentuale nazionale di adulti regolarmente sposati, con rito religioso o civile, nella fascia di età tra i 20 e i 54 anni. Quanti di loro sono ancora al loro primo matrimonio. Quanti figli vivono in un nucleo familiare tradizionale, con i due genitori sposati. Quante nascite avvengono all´interno di coppie ufficiali. Fin qui i numeri. Ai quali si aggiunge come quinto ingrediente un indicatore qualitativo, ovvero la percentuale di coppie che si dicono ”felici” della loro vita coniugale. I quindici studiosi compilano il Marriage Index facendo la media di tutti quei dati. Il verdetto è inequivocabile: una morte neanche tanto lenta. E forse irreversibile? L´evoluzione dei numeri è impressionante, se si pensa che l´anno di partenza scelto dagli esperti per la raccolta dei dati è il 1970. Cioè quando l´America era nel mezzo di una rivoluzione dei costumi: tra la diffusione degli anticoncenzionali, il movimento Women´s Lib, le ”comuni” hippy. Eppure quella società trasgressiva e ribelle, decisa a rimettere in discussione i valori dei padri, oggi ci appare un modello di stabilità. Quarant´anni fa il 90% dei bambini nascevano all´interno di coppie sposate, oggi solo il 60%. Nel 1970 il 79% degli americani adulti erano coniugati; oggi appena il 57%. Allora la percentuale dei ”primi matrimoni’ ancora uniti era al 77,5% mentre oggi è scesa al 61%. L´indice complessivo, il Marriage Index, è franato da 76 punti a quota 60. Un fenomeno che non ha precedenti nella storia umana. Perché ogni civiltà del passato si è retta su qualche forma di vincolo per consolidare la famiglia, anche se non necessariamente monogamica né indissolubile. L´ispiratore di questo studio collettivo è David Blankenhorn, che dirige l´Institute for American Values. un difensore del ruolo del matrimonio, che non fa mistero delle sue opinioni conservatrici. Ma Blankenhorn è disposto ad accettare tesi contrarie purché si parta dai numeri reali, e il declino del matrimonio cessi di essere un argomento-tabù. «Si è creata un´opinione diffusa - dice - secondo cui questo è un problema privato da lasciare alle decisioni di ogni individuo, senza che la società interferisca. A parlare di queste cose si è sospettati di voler dettare i comportamenti, di voler imporre scelte di vita». In questo clima, avverte Blankenhorn, si finisce per ignorare quanto il matrimonio abbia una rilevanza sociale. «I dati sono chiari. I giovani che crescono da coppie regolarmente sposate hanno una probabilità inferiore di cadere sotto la soglia della povertà, di diventare tossicodipendenti, o di tentare il suicidio». Per ogni tipologia di devianza o di disagio sociale, sostiene lo studioso, i bambini cresciuti fuori da una famiglia tradizionale sono i più sfavoriti. Un problema acuto tra gli afroamericani dove la disgregazione delle famiglie è ancora più avanzata. Con il Marriage Index lui spera di poter avviare un dibattito nazionale su tutte le conseguenze della fine del matrimonio. «Ci sono altri dati - sostiene Blankenhorn - sui quali il consenso è generale. Per esempio, l´indice di disoccupazione: siamo tutti d´accordo che se aumenta è negativo. Sul matrimonio è mancato finora un consenso elementare».