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 2009  ottobre 26 Lunedì calendario

Usa, in caso di pandemia pronto un piano shock: «Niente cure ad anziani e handicappati» - Barack Obama ha già decretato da sabato l´emergenza sanitaria nazionale, l´influenza A colpisce ormai 46 Stati Usa con milioni di pazienti contagiati, 20

Usa, in caso di pandemia pronto un piano shock: «Niente cure ad anziani e handicappati» - Barack Obama ha già decretato da sabato l´emergenza sanitaria nazionale, l´influenza A colpisce ormai 46 Stati Usa con milioni di pazienti contagiati, 20.000 casi ricoverati, mille morti. E gli approvvigionamenti di vaccini stentano a tener dietro alla domanda. In questo contesto il New York Times rivela un retroscena che fa rabbrividire. In molti Stati le autorità sanitarie si stanno preparando all´eventualità più tragica: il razionamento forzoso delle cure. In vista di uno scenario estremo, simile all´epidemia dell´influenza spagnola nel 1918, bisogna avere pronti i criteri e le regole per una selezione crudele, la decisione su chi va salvato e chi sarà abbandonato al suo destino. Perché se il contagio oltrepassa una certa soglia, le strutture sanitarie esploderanno e i reparti di rianimazione dovranno per forza fare delle scelte. Le linee-guida per questa terribile discriminazione ora vengono alla luce. Quattro categorie di pazienti saranno le prime a essere sacrificate: i "Do Not Resuscitate", come vengono chiamati coloro che hanno dato disposizione nel testamento biologico di volersi sottrarre a ogni accanimento terapeutico; gli anziani; i pazienti in dialisi; infine quelli con severe patologie neurologiche. In questi casi - se l´epidemia supera una soglia di guardia - le autorità sanitarie potranno "negare il ricovero nelle strutture ospedaliere, o negare l´uso dei respiratori artificiali", secondo quanto rivela il New York Times. Lo Stato dello Utah inoltre ha stabilito una tabella di marcia precisa: questo tipo di razionamento e di rifiuto delle cure partirà anzitutto dagli ospizi per anziani non-autosufficienti, dai penitenziari e dagli istituti per handicappati, fino a estendere gli stessi criteri selettivi alla totalità della popolazione. una terrificante logica darwiniana, di selezione dei più forti, o dei più adatti a sopravvivere. Ma è inevitabile, sostengono i responsabili delle task-force anti-influenza, perché in uno "scenario 1918" sarebbe ipocrita fare finta di poter curare tutti. Lo Stato di New York ha codificato queste regole estreme, che sono accessibili al pubblico, e corredate da 90 pagine di commenti raccolti dallo Health Department. "Triage", ovvero "smistamento", è la parola-chiave che affiora in mezzo a quel documento, la foglia di fico che nel gergo tecnico sta per razionamento. Mary Buckley-Davis, una specialista di rianimazione con 30 anni di esperienza alle spalle, ha denunciato pubblicamente alle autorità sanitarie quelle regole. «Ci saranno sommosse per le vie di New York - scrive la Buckley-Davis - non appena si viene a sapere che gli ospedali staccano la maschera respiratoria ad alcuni pazienti. Non c´è campagna di comunicazione che possa fare accettare alle famiglie la decisione di cessare le cure ai loro cari». Le autorità statali si difendono spiegando che il peggio è lasciare queste scelte - inevitabili - all´improvvisazione del personale sanitario travolto da un´emergenza. Sarebbe ingiusto, oltre che inefficiente. «La prospettiva cambia - spiega la dottoressa Ann Knebel del Department of Health - se anziché pensare al paziente individuale si guarda alla comunità degli ammalati». La Knebel porta il titolo di ammiraglio, perché proviene dai servizi medici delle Forze armate. Non a caso. I piani di razionamento infatti sono stati studiati e sperimentati inizialmente proprio sul fronte di guerra, dove gli ufficiali medici possono essere costretti a scelte crudeli: chi curare per primo quando i mezzi scarseggiano. E le direttive che ora vengono rispolverate per l´influenza A hanno avuto il loro battesimo dopo l´11 settembre: per uno scenario di attacco terroristico con armi biologiche o nucleari, e una strage a Manhattan.