Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 26 Lunedì calendario

La droga e il sesso estremo «Così c’è il coraggio di osare» - Droga e sesso estremo. Un binomio che assomiglia a un circo­lo vizioso

La droga e il sesso estremo «Così c’è il coraggio di osare» - Droga e sesso estremo. Un binomio che assomiglia a un circo­lo vizioso. L’una che rincorre l’altro. La caduta dei freni inibitori, l’amplifi­cazione delle sensazioni, la «normali­tà » che cede il passo alla sessualità «eterodossa». Un fenomeno che gli esperti rilevano da dieci anni. «Da tre è diventato esplosivo», dice Alessan­dra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia del San Raf­faele Resnati di Milano. «Il tradimen­to omosessuale o con un trans riguar­da il 10-20% delle coppie infedeli», è l’osservatorio di Willy Pasini. E anche lo psicologo Giuseppe Rescaldina conferma «la nuova tendenza: ’uomi­ni regolari’ cercano il gesto estremo e nella cocaina trovano il coraggio». Il consumo cronico fa salire l’asti­cella del piacere, che «non si accon­tenta più» di gratificazioni «regola­ri ». Lo spiega Fabrizio Schifano, oltre vent’anni nel campo delle tossicodi­pendenze e docente all’Università di Hertfordshire. «Più si prende cocaina e più le aree del piacere sono attivate. Per appagarle, però, non basta un classico rapporto sessuale. C’è biso­gno di comportamenti più spinti, tra­sgressivi ». «L’uso delle droghe nel rapporto sessuale ne altera la qualità fisica, e allo stesso tempo si ha biso­gno di essere in uno stato di alterazio­ne per vivere certe esperienze sessua­li. Nessuna di queste sostanze è inno­cua, eppure spesso vengono prese co­me additivi», avverte Riccardo Gatti, psichiatra, direttore del Dipartimento dipendenze della Asl di Milano. Alessandra Graziottin insiste sul te­ma trans e droga. «A cercare il trave­stito non operato è il maschio tradi­zionale (quello da statistica, sposato). Per lui il trans è un mix dalla grande potenza erotica: da un lato rappresen­ta la stereotipia della seduttività fem­minile, con i labbroni, le scollature, la minigonna, il seno prosperoso; dal­l’altro la presenza dei genitali maschi­li gratifica l’omosessualità latente. I clienti sono uomini di potere, o co­munque benestanti: un pensionato non potrebbe permetterselo». Un in­carico che mette sotto pressione può modificare la sfera sessuale. «Lo stress cronico lede le basi normali del desiderio. Per sentirsi eccitate, queste persone hanno bisogno di stimoli so­vramassimali, sia sessuali che chimi­ci. Ai primi risponde il trans. Ai secon­di le droghe come la cocaina, che crea­no un’eccitazione surrogata e amplifi­cano l’intensità del piacere. Chi ne fa uso non si rende conto dei rischi che corre: dall’ictus all’emorragia cerebra­le».