Enrico Marro, Corriere della Sera 26/10/09, 26 ottobre 2009
Miccichè: questo governo è un monocolore leghista - Il governo Berlusconi «è diventato ormai un monocolore della Lega, perché il Pdl è di fatto un partito inesistente»
Miccichè: questo governo è un monocolore leghista - Il governo Berlusconi «è diventato ormai un monocolore della Lega, perché il Pdl è di fatto un partito inesistente». Per questo, per bilanciare la situazione, ci vuole «un partito del Sud». A parlare così non è un esponente dell’opposizione, ma un sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Gianfranco Miccichè, che ha la delega sul Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica. L’idea del partito del Sud, racconta il siciliano Miccichè, gliela diede lo stesso premier, qualche anno fa: «Nel precedente governo Berlusconi, quando ero ministro dello Sviluppo e della coesione, una volta portai in consiglio dei ministri un provvedimento a favore del Mezzogiorno che, nonostante non costasse una lira, scatenò l’opposizione dei colleghi della Lega. La discussione finì solo quando Berlusconi mi chiamò fuori dal consiglio e, allargando le braccia, mi disse: ’Gianfranco, io lo so che tu hai ragione, ma vedi loro sono un partito e tu no’. Ecco, allora il presidente mi illuminò». E ora Micciché è più che mai convinto che il partito del Sud si debba fare. Tanto più alla luce dei problemi sorti con il ministro dell’Economia: «Se prima c’era qualche dubbio che Tremonti, come diceva qualcuno, fosse un ’ministro della Lega’, oggi ce ne sono di meno. Basta vedere come il Carroccio ha blindato Giulio». Bisogna riequilibrare la situazione: «Se avessimo un partito del Sud che costringesse il presidente del Consiglio a mediare e si ottenesse quindi qualche soluzione per i problemi del Mezzogiorno, già sarebbe qualcosa». Invece, finora, il Sud non ha ottenuto risposte, afferma Miccichè: «Va bene che c’è la crisi, va bene che c’è stato il terremoto in Abruzzo, ma intanto mentre i soldi per l’Expo di Milano si sono trovati i fondi per il Sud hanno subito pesanti tagli». Del resto, secondo il sottosegretario, tutto ciò era inevitabile, vista la composizione dell’attuale esecutivo: «Nei precedenti governi Berlusconi almeno c’erano l’Udc e An che compensavano la Lega e rendevano necessaria la mediazione. Adesso, invece, c’è solo la Lega perché l’altro partito, il Pdl, è il ’partito del presidente’ e quindi per definizione non ha un potere d’interdizione ». Ecco perché, sostiene Miccichè, il partito del Sud servirebbe prima di tutto al premier, per ridargli un margine d’azione: «Vorrei proprio che questo partito nascesse con la benedizione di Berlusconi». Ma il coordinatore del Cipe si spinge ancora più in là: «Il partito del Sud sarebbe nell’interesse della stessa Lega, che altrimenti finirà per avere tutti contro». Insomma, «a noi serve un partito di rappresentanza territoriale del Mezzogiorno, ma attenzione: non un partito della spesa folle». E qui, per spiegarsi meglio, Miccichè si lancia in una orgogliosa rivendicazione del valore dei meridionali: «Noi al Sud abbiamo capacità certamente superiori – non ho tema di smentita – come dimostrato dagli uomini che mettiamo in campo. Basta vedere che la maggior parte dei vertici della finanza e dell’impresa del Nord sono in mano a uomini del Mezzogiorno. Quindi, non ci mancano le capacità, ma qualcuno che le interpreti nel governo». Quando però si cerca di capire quali passi concreti abbia fatto il progetto, si ottengono risposte vaghe. C’è già un nome per il nuovo partito? «No, quello poi si trova». Con chi sta lavorando alla nuova creatura, anche con politici del centrosinistra? «Io il partito lo faccio con chi ci sta». Sui tempi, però, Micciché è più preciso: il partito, se si farà, non sarà pronto per le elezioni amministrative di primavera, ma per le politiche. «Del partito del Sud non c’è tanto bisogno localmente, ma a Roma. Per questo penso alle prossime elezioni per la Camera e il Senato».