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 2009  ottobre 26 Lunedì calendario

Miccichè: questo governo è un monocolore leghista - Il governo Berlu­sconi «è diventato ormai un monocolore della Lega, per­ché il Pdl è di fatto un partito inesistente»

Miccichè: questo governo è un monocolore leghista - Il governo Berlu­sconi «è diventato ormai un monocolore della Lega, per­ché il Pdl è di fatto un partito inesistente». Per questo, per bilanciare la situazione, ci vuole «un partito del Sud». A parlare così non è un espo­nente dell’opposizione, ma un sottosegretario alla presi­denza del Consiglio: Gianfran­co Miccichè, che ha la delega sul Cipe, il comitato intermi­nisteriale per la programma­zione economica. L’idea del partito del Sud, racconta il siciliano Miccichè, gliela diede lo stesso pre­mier, qualche anno fa: «Nel precedente governo Berlusco­ni, quando ero ministro dello Sviluppo e della coesione, una volta portai in consiglio dei ministri un provvedimen­to a favore del Mezzogiorno che, nonostante non costasse una lira, scatenò l’opposizio­ne dei colleghi della Lega. La discussione finì solo quando Berlusconi mi chiamò fuori dal consiglio e, allargando le braccia, mi disse: ’Gianfran­co, io lo so che tu hai ragione, ma vedi loro sono un partito e tu no’. Ecco, allora il presi­dente mi illuminò». E ora Micciché è più che mai con­vinto che il partito del Sud si debba fare. Tanto più alla lu­ce dei problemi sorti con il ministro dell’Economia: «Se prima c’era qualche dubbio che Tremonti, come diceva qualcuno, fosse un ’ministro della Lega’, oggi ce ne sono di meno. Basta vedere come il Carroccio ha blindato Giu­lio». Bisogna riequilibrare la si­tuazione: «Se avessimo un partito del Sud che costringes­se il presidente del Consiglio a mediare e si ottenesse quin­di qualche soluzione per i pro­blemi del Mezzogiorno, già sarebbe qualcosa». Invece, fi­nora, il Sud non ha ottenuto risposte, afferma Miccichè: «Va bene che c’è la crisi, va be­ne che c’è stato il terremoto in Abruzzo, ma intanto men­tre i soldi per l’Expo di Mila­no si sono trovati i fondi per il Sud hanno subito pesanti tagli». Del resto, secondo il sotto­segretario, tutto ciò era inevi­tabile, vista la composizione dell’attuale esecutivo: «Nei precedenti governi Berlusco­ni almeno c’erano l’Udc e An che compensavano la Lega e rendevano necessaria la me­diazione. Adesso, invece, c’è solo la Lega perché l’altro par­tito, il Pdl, è il ’partito del pre­sidente’ e quindi per defini­zione non ha un potere d’in­terdizione ». Ecco perché, so­stiene Miccichè, il partito del Sud servirebbe prima di tutto al premier, per ridargli un margine d’azione: «Vorrei proprio che questo partito na­scesse con la benedizione di Berlusconi». Ma il coordinato­re del Cipe si spinge ancora più in là: «Il partito del Sud sarebbe nell’interesse della stessa Lega, che altrimenti fi­nirà per avere tutti contro». Insomma, «a noi serve un partito di rappresentanza ter­ritoriale del Mezzogiorno, ma attenzione: non un partito della spesa folle». E qui, per spiegarsi meglio, Miccichè si lancia in una orgogliosa ri­vendicazione del valore dei meridionali: «Noi al Sud ab­biamo capacità certamente superiori – non ho tema di smentita – come dimostrato dagli uomini che mettiamo in campo. Basta vedere che la maggior parte dei vertici del­la finanza e dell’impresa del Nord sono in mano a uomini del Mezzogiorno. Quindi, non ci mancano le capacità, ma qualcuno che le interpreti nel governo». Quando però si cerca di ca­pire quali passi concreti ab­bia fatto il progetto, si otten­gono risposte vaghe. C’è già un nome per il nuovo parti­to? «No, quello poi si trova». Con chi sta lavorando alla nuova creatura, anche con po­litici del centrosinistra? «Io il partito lo faccio con chi ci sta». Sui tempi, però, Micci­ché è più preciso: il partito, se si farà, non sarà pronto per le elezioni amministrati­ve di primavera, ma per le po­litiche. «Del partito del Sud non c’è tanto bisogno local­mente, ma a Roma. Per que­sto penso alle prossime ele­zioni per la Camera e il Sena­to».