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 2009  ottobre 24 Sabato calendario

AMANTI SESSO E SPIE, SE LA POLITICA Dà SCANDALO


Dopo i morbidi e riservati letti del potere d’antan, che fanno tanto pri­ma Repubblicchetta pane, alcova e sacrestia, tutto cambia impetuosa­mente sotto il cielo dei Palazzi roma­ni. Il vento di Tangentopoli spazza via i vecchi e logori partiti. Ma anche la neuve politique dà l’impressione d’inseguire più i peggiori costumi e gli abusi (pubblici e privati), che gli insegnamenti morali di un De Gaspe­ri, praticando condotte «libertine» e spregiudicate. L’accorta prudenza di una volta non è di ieri, e nemmeno oggi. A quanto pare. Almeno a legge­re il caso del governatore Piero Mar­razzo, presunto colpevole di bazzica­re travestiti; la triste vicenda dell’ex portavoce di Prodi, Silvio Sircana, sorpreso da un fotoreporter mentre starebbe abbordando per strada un transessuale. Poi restano nella me­moria le disavventure del rampollo di casa Agnelli, Lapo Elkan, salvato dal trans torinese Donato Broco, det­ta Patrizia, dopo un’overdose di dro­ga in casa sua e i festini sesso&coca dell’onorevole Cosimo Mele. Per sta­re al recente passato, il presunto ri­catto a sfondo sessuale (papello ri­guardante una sua presunta omoses­sualità, dato in pasto alla stampa), che ha costretto Dino Boffo a dimet­tersi da direttore di Avvenire , il quoti­diano cattolico della Cei. Già. Tutto cambia in fretta nell’Italia bipolare (o quasi). Ambienti sociali, scene mon­dane e gusti sessuali. Una volta sman­tellato il teatrino satirico-politico di destra del «Bagaglino» e mandate in soffitta le nottate al piano bar o in di­scoteca care a Renato Altissimo e Gianni De Michelis, oggi si va a esi­birsi in tv o nei salotti trash sotto l’obiettivo dei paparazzi. E fu subito Cafonal. Così, altri capitoli andranno ad aggiungersi al librone rosa&nero del sexual scandals (e videotapes) al­l’italiana. Tant’è che alla fine, nelle materie di cuore e di sesso, fa appun­to irruzione nel Palazzo (e fuori) an­che il trans. Non soltanto metaforica­mente parlando. Il 28 aprile 2006 a Montecitorio, giorno d’apertura della XV legislatu­ra, in aula scoppia la bagarre su co­me registrare tra gli eletti Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria. «Se dico lussuria, dico sesso», provoca la neo parlamentare. Ma ben presto in Transatlantico tutti dovranno fami­liarizzare con una nuova razza di ani­male politico fino allora sconosciuta: il transgender. L’onorevole drag que­en fa dimenticare in fretta le polemi­che scatenate dall’elezione alla Came­ra nel 1987, quota radicali, della por­nodiva Cicciolina. Gli anni democri­stiani scanditi al più da amorazzi d’al­cova e fugaci tradimenti, spesso ordi­ti e montati da beghe politiche inter­ne alla Dc e al Psi (clamoroso e tragi­camente unico nel genere resta il fo­sco delitto Montesi), si vanno sgreto­lando. Sembra preistoria l’intemera­ta anni Cinquanta di Oscar Luigi Scal­faro contro la signorina Edith Mingo­ni, che al ristorante espone una scol­latura di «media profondità». Nel­l’era di Vallettopoli, delle case d’ap­puntamento hard e dei discreti lun­gotevere romani, le taglie delle gon­ne sono andate, insieme alla morale pubblica, abbondantemente sotto il livello di guardia del pudore. Soprat­tutto tra le «lucciole» transessuali che battono i marciapiedi delle città. Fanno quasi sorridere, se non ci fos­sero di mezzo le mazzette e i tormen­ti di mogli e figli traditi, le avventure galanti di Bettino Craxi con Moana Pozzi e Anja Pieroni. Dal craxismo «afrodisiaco» al Cavaliere «eroge­no », amore e potere fanno un bel sal­to qualità. Quello che già negli anni Ottanta il filosofo Augusto Del Noce, come ricorda Filippo Ceccarelli nel suo volume «Il letto e il potere» (Lon­ganesi), chiamava «Nichilismo ga­io ». Nel senso del il trionfo dell’appa­renza (e dell’appartenenza), ormai ac­cettata e legittimata da tutti, «senza inquietudini». Omosessuali e trans, compresi.

Di nuovo, insomma, sotto le vesti della politica s’intravedono alcuni in­quietanti cambiamenti. L’occhiata dal buco della serratura, così cara al­le vecchie barbe finte appostate negli hotel, è sostituita dalle sofisticate spie elettroniche, senza baffi né bar­ba alla Sifar: intercettazioni telefoni­che, telecamere, obiettivi fotografici e telefonini multimediali. Nulla sarà più come prima tra le lenzuola del potere minacciato da YouTube. La carriera nel mondo dei motori di Max Mosley è finita quando sul web sono apparse le immagini di un’or­gia nazi. No, non dovremo aspettare più la fine del Fascismo per conosce­re dalla sua maitresse delle orge che si consumavano in quello che oggi chiameremmo compiacente salotto borghese. Nel libricino fuori corso, «L’orgasmo del regime» (Sugarco), si narra di una memorabile nottata a palazzo Venezia in occasione della vi­sita di Hitler nella Capitale. Il genera­le Goering, sospettato di omosessua­lità, si presentò all’appuntamento travestito con «uno svolazzante pi­giama di seta color mauve rosato, parrucca bianca, faccia truccata e le dita coperte di anelli preziosi». La storia è credibile. Peggio finì l’avven­tura politica del conte trans Hül­se- Haeseler, ministro della Guerra di Guglielmo II. A una festa si presentò vestito da ballerina e il cuore gli scop­piò per eccesso di danze.