E. DཿAntonio, Novella 2000, n. 42, 15/10/2009, pp. 20-21, 15 ottobre 2009
Umberto Pizzi. Ha vinto, per il giornalismo, il Premio Satira politica Forte dei Marmi. «Ogni tanto qualcuno mi chiama e mi dice: ”Avremmo pensato di darti una targa”
Umberto Pizzi. Ha vinto, per il giornalismo, il Premio Satira politica Forte dei Marmi. «Ogni tanto qualcuno mi chiama e mi dice: ”Avremmo pensato di darti una targa”. Di solito rispondo che preferirei una macchina, alla targa ci penso io». Quindi la realtà è diventata ”satirica”? «Certo, è proprio così. Quando vai a scattare fotografie a una festa o a un evento mondano di celebrità e ti ritrovi gente conciata in quel modo, ti chiedi dov’è finita la realtà, se stiamo tutti recitando in un film trash». *** «Un famoso magistrato, di cui non faccio il nome, che ho incontrato a un evento, si è imbufalito con me perché ho descritto sua moglie come la ”Madonna di Pompei”, e mi ha fatto una piazzata in pubblico. Molti però sono talmente ”morti di fama” che preferiscono apparire comunque, anche se non fanno bella figura nei miei scatti. Però vogliono i famosi quindici minuti di celebrità». *** «Gasparri l’ho ripreso al Bagaglino mentre faceva il baciamano a Vladimir Luxuria. Se ne è accorto e mi ha chiesto: ”Umbè, come so’ venuto?”. Augusto Fantozzi l’ho fotografato all’Oktoberfest. Era commissario straordinario per l’Alitalia, doveva parlare con i tedeschi per l’acquisizione ma si abboffava di crauti in modo bestiale. Pensavo ci fosse rimasto male, invece qualche giorno dopo mi telefona uno dei suoi ”caimani” e chiede l’ingrandimento. Mah». *** E’ l’autore della celebre ”grattata ai gioielli” del premier. «Quella non gli è piaciuta. Un giorno, con altri undici fotografi, ero su un balcone, a Roma, a una manifestazione di Forza Italia. Arriva Berlusconi, stringe la mano a tutti, uno per uno, ma quando arriva davanti a me, l’ultimo della fila, gira i tacchi rinforzati e se ne va. Però non ha mai cercato di ricomprare le mie foto. Nel centrosinistra ho massacrato Fassino, ma lui ha sopportato».