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 2009  ottobre 24 Sabato calendario

Ecco le fattorie a distanza: mucche e polli adottati in cambio di latte e uova (due articoli) - C´è chi li chiama per nome e appende le foto sul frigorifero e c´è chi li guarda brucare l´erbetta pensando al latte prodotto, e ai formaggi sani e convenienti che arriveranno sulla loro tavola

Ecco le fattorie a distanza: mucche e polli adottati in cambio di latte e uova (due articoli) - C´è chi li chiama per nome e appende le foto sul frigorifero e c´è chi li guarda brucare l´erbetta pensando al latte prodotto, e ai formaggi sani e convenienti che arriveranno sulla loro tavola. Più di 10mila italiani (un dato empirico fornito dalle associazioni di allevatori e coltivatori che sostengono l´esperimento) posseggono una mucca, una capra, un asino, un maiale e perfino una o più galline senza avere neppure un metro di terreno né un pollaio o una stalle nel cortile. l´adozione a distanza degli animali da fattoria, che in alcuni casi sta aiutando interi settori - come l´allevamento allo stato semi-libero di pecore e capre - a sopravvivere a forme più redditizie e razionali. Per tutti rappresenta un modo di tornare alla natura, la sensazione, magari illusoria, di aiutare da lontano un altro essere vivente che in cambio fornisce latte, uova e perfino lana ancora da cardare. Mario Patteri è un agricoltore di Marreri, vicino a Nuoro. A lui si deve l´idea della gallina in affido, che mette insieme la nostalgia per le aie di una volta con l´esigenza di risparmiare: «La crisi ci sta facendo chiudere, neppure le produzioni biologiche bastano più a guadagnare quel tanto che basta per andare avanti. Io ho già 50 galline e le allevo come si deve. Ho pensato che potevo tenere a pensione anche quelle degli altri: chi vuole ne compra una o più, pagando 5,5 euro, e per otto mesi riceve da me sei uova alla settimana. Lui risparmia, io guadagno qualcosa e le uova sono molto più buone di quelle dei negozi». Tra i consumatori sardi l´idea ha avuto successo e in questo weekend nell´azienda di Patteri troveranno un posto i primi polli in affido. A Verbania, invece, si possono adottare Maggiolina, Cacao, Menta, Vaniglia e Betty: sono asinelle nane, animali da compagnia meravigliosi per bambini e non. I malgari della Valsugana e del Lagorai, cinque anni fa, si sono trovati di fronte a un bivio: rinunciare agli alpeggi estivi in quota, ormai costosi e troppo distanti dai moderni criteri di allevamento, o chiedere aiuto. In poco tempo, al loro appello hanno risposto oltre 200 lombardi di città, che hanno pagato 60 euro per ricevere una foto con l´animale e il suo nome, e sono saliti in montagna a ritirare latte, burro, panna e tome. Vittorino, Pier, Loris, Azzurra e Francesco sono cinque giovani allevatori che fanno qualcosa di simile in Valsesia, nel Vercellese: la famiglia Muretto riceve le quote (40 euro a mucca, ognuna con la sua carta di identità) e aspetta alla fattoria chi vuol ritirare burro, ricotta e latte e far vivere ai suoi bambini incontri ravvicinati con gli animali. E in Abruzzo "La porta dei parchi" offre in adozione agnelli e pecore con due diverse opzioni: chi vuole, può ricevere la carne, ma gli animalisti, i vegetariani o chi si è affezionato nel frattempo possono convertire il loro arrosto con olio, miele e marmellate. Vera Schiavazzi [I costi] Mucca: 60 euro l’anno (Trentino), 40 euro l’anno (Piemonte) -> prodotti caseari Capra: 100 euro l’anno -> latte e formaggi Asino: 30-40 euro l’anno -> latte Valsugana: www.visitvalsugana.net Valsesia: www.alagna.it/adottaunamucca Abruzzo: www.laportadeiparchi.it Sardegna: www.sardiniafarm.it Abruzzo (asini): www.asinomania.com ’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’ I consumatori diventano co-produttori - Sostengo da tempo che per migliorare il sistema del cibo dobbiamo trasformarci da "consumatori" in "co-produttori". Dobbiamo vedere e praticare l´atto del mangiare come la parte finale - e integrante - di un processo produttivo virtuoso, che nutre bene e con piacere, senza devastare l´ambiente e impoverire i contadini. Per fare questo passaggio è necessaria un´alleanza con chi coltiva, alleva e trasforma: un avvicinamento che molti hanno voglia di realizzare senza tuttavia sapere come. Una formula unica per diventare co-produttori non c´è: bisogna fare appello alla creatività e inventarsi metodi nuovi, disegnati sulle esigenze del territorio e dei contadini o produttori che lo popolano. una fase storica in cui proprio la grande creatività di chi ha a cuore il cibo sta generando nuove forme di distribuzione e di approvvigionamento. I modi sono tanti per diventare co-produttori consapevoli che «mangiare è un atto agricolo»: forme di adozione di animali e orti che sono l´evoluzione di quella che negli Stati Uniti è chiamata "community supported agricolture"; poi esistono i gruppi d´acquisto; e c´è chi mette in piedi piccoli mercati di contadini. Oppure possono essere chiamate in causa forme di autoproduzione nei quartieri e nelle scuole con gli orti, tanto educativi quanto produttivi. Gli esempi si stanno moltiplicando, in città e in campagna, nel Nord e nel Sud del pianeta. Ci sono iniziative davvero geniali da cui trarre spunto per replicarle e adattarle a casa nostra: sono tutte forme di co-produzione da parte dei cittadini, che ci liberano da un rapporto con il cibo sempre più passivo e frustrante. un modo per risparmiare, per godere di alimenti più piacevoli ed è una prassi che fa bene tanto alla Terra quanto ai contadini. Smentendo chi sostiene che per avere comportamenti sostenibili si debbano fare rinunce. Carlo Petrini