Andrea Valle, Libero 23/10/2009, 23 ottobre 2009
MARRAZZO RICATTATO PER UN VIDEO CON IL TRANS
Piero Marrazzo, governatore del Lazio, è stato ricattato per mesi. Un video hard - dove sarebbe in compagnia di un transessuale - è passato di mano in mano, fino ad arrivare in quelle di quattro carabinieri. I militari, anzichè distruggere la pellicola o restituirla al presidente della Regione, rimasto chiaramente vittima di una telecamera nascosta, lo avrebbero ricattato. I quattro avrebbero chiesto a Marrazzo una cospicua somma di denaro in cambio di quel video compromettente.
Una decisione difficile da prendere, proprio per il timore che la cosa si potesse venire a sapere, ma alla fine per l’ex giornalista Rai si è trattato quasi di una liberazione. Lui stesso, infatti, bolla il video a luci rosse come «un’enorme bufala», e a Libero dice di esser sollevato del fatto che «sia stato stroncato un tentativo di estorsione» di cui lui solo «era la vittima designata», soprattutto in un momento particolare come questo, a ridosso delle elezioni regionali. La cosa, dunque, andava avanti da mesi fino alla svolta, con gli arresti dei presunti estorsori. stato il Ros, il reparto operativo speciale, ad eseguire le ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei quattro colleghi, che dovranno ora rispondere del reato di estorsione, accusa aggravata dal ruolo ricoperto.
Obiettivo nascosto
L’obiettivo della telecamera, si capisce benissimo dal filmato, era nascosto. L’ambientazione del video è in un luogo chiuso, forse un locale, ma più probabilmente l’appartamento o il pied à terre del transessuale. I dettagli del filmato sono poco rilevanti, ma chi lo ha visto assicura che è «decisamente imbarazzante» e pare sia stato girato con un telefonino, a giudicare dalla qualità del filmato la cui autenticità è, ovviamente, da provare. Alcuni si sono lasciati sfuggire che il governatore era stato immortalato in boxer, mentre la sua compagna (o compagno) era a petto nudo e sdraiata sul letto.
Marrazzo deve averci pensato a lungo se cedere al ricatto o denunciare l’estorsione di cui era rimasto vittima. Alla fine deve aver temuto che i suoi aguzzini in uniforme non lo avrebbero lasciato in pace e dopo aver preso una bustarella per comprare il loro silenzio, i quattro militari avrebbero potuto rifarsi avanti e chiedere altro denaro.
Bocche cucite
Inutile fare illazioni su cose delle quali non vi è certezza. Ma pare che nell’appartamento, in una inquadratura troppo rapida per esserne certi, sembra esserci una piccola quantità di polvere bianca. E’ una brutta storia, tutto deve esser provato. Adesso ovviamente le bocche sono super cucite. Nessuno parla negli uffici della procura e nessuno vuole commentare dalle caserme dei colleghi finiti nei guai.
Pare, però, che i carabinieri siano entrati in possesso di questo video nel corso di una perquisizione a casa di un pregiudicato trovato morto. Un uomo con una lunga fedina penale alle spalle e che aveva già provato, numerose volte, a vendere il video compromettente a diversi giornali. Senza successo, però. Poi, finito nelle mani dei carabinieri, la situazione è esplosa e sono scattate le manette nella famiglia dell’Arma.