Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 23 Venerdì calendario

Dizionario biografico Se diventa un surrogato sul modello Wikipedia- «Bisogna salvaguardare un’opera unica nel mondo» Le ricorrenze non sono sempre occasioni esteriori

Dizionario biografico Se diventa un surrogato sul modello Wikipedia- «Bisogna salvaguardare un’opera unica nel mondo» Le ricorrenze non sono sempre occasioni esteriori. Quella del centocinquantesimo anniver­sario della riunificazione poli­tica del nostro Paese si sta già innervan­do di polemiche molto attuali. In que­ste polemiche, come ognuno sa, il «convitato di pietra» è l’epifenomeno leghistico: per dirla con metafora medi­ca, è come se si fosse di fronte ad un «ascesso» che segnala il malanno. Il presidente Napolitano ha ricordato tempestivamente la scadenza, ma le ri­sposte sono state fredde: specie da par­te di chi tende a pensare in termini di «lombardi», «padani», «ticinesi», «bu­stocchi » e così via, non già, complessi­vamente, di «italiani».  dunque in un momento molto deli­cato, e in concomitanza con celebrazio­ni che saranno tutt’altro che stanche oc­casioni retoriche, che si sta manifestan­do – nel mondo della cultura e per tut­t’altre cause – un fenomeno molto ne­gativo: l’intendimento (per ora soltan­to ipotetico, per fortuna) di intaccare l’alto livello, e dunque il prestigio, del Dizionario biografico degli Italiani . Del­l’opera cioè che rappresenta, e rappre­senterà, in Italia e fuori, per un tempo lunghissimo, la storia degli italiani, nel modo più serio e concreto. Stiamo parlando di un’opera di cui sono già apparsi 73 volumi, e che è giunta ormai ben oltre la metà del cam­mino (è alle soglie della lettera N). Ven­gono addotte ragioni economiche. Ma io credo che, in questo caso, esse do­vrebbero cedere il passo ad altre e più importanti considerazioni. Non dimen­tichiamo che, quantunque dolorosa­mente trasformato, anni addietro, in Spa, l’Istituto della Enciclopedia Italia­na è pur sempre l’epicentro della cultu­ra italiana. E non a caso il suo Presiden­te è nominato dalla più alta carica dello Stato. Quale prova più evidente dell’ec­cezionalità di questo soggetto, e dun­que dei suoi doveri nei confronti della cultura mondiale? Quale prova più evi­dente che, in questo caso, c’è un inte­resse superiore da salvaguardare? E che ne sarebbe, d’altronde, del mondo della cultura se le decisioni più delicate venissero improvvidamente delegate agli «amministratori delegati»? Nel 1961, nella ricorrenza, allora, del centenario dell’unificazione politica del nostro Paese, prese avvio il grande Dizionario della lingua italiana del Bat­taglia, gloriosa realizzazione della Casa Editrice Utet. L’opera, giunta alla con­clusione, è strumento impareggiabile, come sanno gli studiosi delle più diver­se discipline, scienziati inclusi. C’è volu­to molto tempo per giungere al termi­ne della fatica. Ma le persone che han­no la necessaria preparazione culturale sanno che queste sono opere di lunga lena. Sanno che è nel vaglio critico dei singoli dati, nella serietà della ricerca e nel lavoro di una redazione di prim’or­dine (qual è quella del Biografico e più in generale dell’Istituto della Enciclope­dia) che risiede il segreto della durevo­lezza e della insostituibilità di ciò che viene realizzato e stampato. noto che tutto questo costa. (Ma, attenzione, le redazioni Treccani non sono soltanto competenti ma anche asceticamente re­tribuite!). E comunque ci sarà pure una scala di valori, direbbe Croce, «dello spirito», che non può essere stravolta o ignorata. Sola contro la Germania trionfante, l’Inghilterra produsse pur sempre, nel 1941, il XVIII volume della preziosa se­rie dei Papiri di Ossirinco , edita sotto l’egida più elevata, quella della Egypt Exploration Society. Non credo che la nostra sofferente Spa versi in difficoltà maggiori dell’Inghilterra martoriata dai bombardamenti tedeschi. In casi del genere è lo Stato che deve poter fa­re la sua parte, ignorando tutto lo scioc­chezzaio iper-liberistico che ci aduggia e che, del resto, sta passando di moda. C’è poi da dire che il caso del Dizio­nario biografico degli Italiani è davve­ro unico nel panorama mondiale. Le sue voci sono spesso veri e propri saggi d’autore. Il che lo rende ben superiore non soltanto rispetto al meritorio «Dic­tionnaire de biographie française» o anche alla lentissima e benemerita «Neue deutsche Biographie», e persino rispetto a un repertorio di prim’ordine quale l’«Oxford Dictionary of National Biography». Il nostro Dizionario biogra­fico , invece, assunse sin dal primo mo­mento come sua «divisa» il livello più alto. Farò solo qualche nome. Autori di voci che hanno lasciato il segno nella cultura italiana sono stati uomini come Arnaldo Momigliano, Armando Petruc­ci, cioè alcuni dei nostri storici maggio­ri, o un Piero Treves, che fu egli stesso un pezzo della nostra storia culturale, e ancora oggi il criterio è quello di arruo­lare sempre e soltanto i migliori compe­tenti per ogni singola voce. E mi piace qui segnalare la voce su Gaetano De Sanctis, primo presidente post-fascista dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, redatta da chi più di ogni altro conosce opera, biografia e documenti riguar­danti De Sanctis, cioè Leandro Polveri­ni. Momigliano scrisse la memorabile voce su Giulio Beloch, tedesco e mae­stro a Roma di Gaetano De Sanctis, ma divenuto cittadino italiano, e perciò in­cluso nell’opera. Un bell’esempio che potrebbe anche aiutare a snebbiare le menti obnubilate dalla ritornante xeno­fobia. Le persone che hanno familiarità col mondo degli studi sanno che già l’Enci­clopedia Italiana fu, al tempo suo e per volontà di uno straordinario direttore e organizzatore di cultura come Giovan­ni Gentile, la più importante e la me­glio fatta delle enciclopedie generali. La maggiore bibliografa francese, Loui­se- Noëlle Malclès, soleva dire: quando ho un dubbio, per prima cosa guardo nella «Treccani». Finora il Biografico si è affiancato degnamente alla grande «Treccani» ed ai suoi impareggiabili Supplementi. Davvero non ha senso, folgorati da «Wikipedia», andare alla ri­cerca di popolareschi surrogati di ope­re di così grande livello.