Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 23 Venerdì calendario

Campelli, l’italiano che ha scalato la Deutsche Bank- FRANCOFORTE – Dopo il terremoto provocato dalla crisi, Deutsche Bank ridefinisce la strategia: l’acquisizio­ne della banca privata Sal

Campelli, l’italiano che ha scalato la Deutsche Bank- FRANCOFORTE – Dopo il terremoto provocato dalla crisi, Deutsche Bank ridefinisce la strategia: l’acquisizio­ne della banca privata Sal. Oppenheim è in dirittura d’ar­rivo e punta alle filiali olandesi di Abn Amro e al comple­tamento dell’acquisizione di Postbank. Ma chi definisce per la prima banca tedesca l’orienta­mento strategico? E’ un manager italiano, Fabrizio Cam­pelli, 36 anni, maturità della scuola tedesca di Genova, bocconiano, master americano al Mit. E’ il nuovo capo della Group Strategy and Planning, la divisione chiave per lo sviluppo e la pianificazione della strategia di Deut­sche, che riporta direttamente al ceo Joseph Ackermann. La posizione forse più importante ricoperta attualmen­te da un manager italiano nella struttura centrale - a par­te quella di Flavio Valeri, capo di Deutsche Bank Italia - dove è mol­to difficile arrivare, nonostante la cultura internazionale del gruppo. Campelli è entrato in Deutsche Bank nel 2004, dopo un’esperienza in Mc Kinsey dove si è occupato di attività al dettaglio e di banche di investimenti. «E forse», dice Cam­pelli, raggiunto dal Corriere nel Sta­ti Uniti, ’è stato apprezzato il fatto che posso capire anche il settore del retail e ho avuto esperienza di integrazione bancaria’. Un «mix di background» risultato vincente per una posizione rima­sta vacante per oltre dieci mesi, da quando il predecesso­re Axel Wiandt era passato alla guida di Hypo Real Esta­te, in forti difficoltà e salvata dall’intervento del gover­no. E il suo passaggio a capo della strategia, dall’incarico precedente di Global Chief Operating Officer, avvenuto in agosto, è passato in sordina. Ma è stato un battesimo del fuoco, perché partiva l’ac­quisizione di Sal Oppenheim. Deutsche sta puntando a diventare il campione nazio­nale rafforzando il mercato domestico. E poi, chissà. Pronta com’è a cogliere le opportunità, in futuro potreb­be decidere di riaprire il dossier sulle filiali in eccesso di Monte dei Paschi, chiuso dall’anno scorso.